In Cina e Asia – Pechino grazia i debitori, rinegoziati miliardi di prestiti

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Negli ultimi dieci anni, la Cina rinegoziato circa 50 miliardi di prestiti concessi a paesi in via di sviluppo. A rivelarlo è un rapporto di Rhodium, che prende in esame 38 operazioni di rinegoziazioni del debito con 24 nazioni diverse. La conclusione dello studio sembra parzialmente ridimensionare la teoria della “trappola del debito” alla base delle critiche occidentali contro la Belt and Road, mettendo in evidenza come la maggior parte delle contrattazioni si sia risolta a favore del debitore. Mentre in 14 casi il debito è stato cancellato e in 11 è stato posticipato il pagamento, in tutte le altre circostanze Pechino ha privilegiato il rifinanziamento e una modifica dei termini contrattuali. L’acquisizione del porto di Hambantota in Sri Lanka – in seguito all’adempienza di Colombo – rappresenterebbe quindi un’eccezione più che la regola. Secondo il report, la ridefinizione delle passività sarebbe stata spesso strumentalizzata con fine politici per fortificare le relazioni bilaterali. Non a caso Cuba, alleato cinese nel cortile di casa statunitense, rientra tra i paesi ad aver beneficiato di più della magnanimità di Pechino [fonte: FT]

Xi e l’eredità del 4 maggio

Patriottismo e fedeltà al partito. Sono questi i concetti chiave espressi da Xi Jinping in occasione delle celebrazioni per il centenario del movimento del 4 maggio 1919, evento spartiacque tra la Cina antica e moderna. “La storia rivela profondamente che il patriottismo è affluito nel sangue della nazione cinese fin dai tempi antichi”, ha affermato Xi nella Sala Grande del Popolo di Piazza Tian’anmen, location simbolica tanto delle proteste studentesche del 1919 tanto delle manifestazioni democratiche dell’89. Secondo il leader, “Chi non è patriottico, e arriva persino a imbrogliare e tradire la madrepatria, rappresenta un disonore agli occhi del loro paese e del mondo intero”. Cominciato in risposta alle mortificanti richieste della conferenza di Parigi, il movimento di inizio ‘900 si è distinto soprattutto per la forte carica nazionalistica e il rifiuto della tradizione feudale cinese. Ma ha anche avviato un dibattito intellettuale e ideologico senza precedenti confluiti nell’introduzione del marxismo e nella nascita del Pcc. “Pensa a dove viene la tua felicità e capisci come ripagarla con un cuore grato. Ringrazia il partito, ringrazia il paese e ringrazia la società e il popolo “, ha sentenziato Xi. Per la dirigenza cinese ricordare i moti del 4 maggio costituisce un’espediente per rafforzare la propria legittimità. Ma le commemorazioni devono passare attraverso un processo di rimozione necessario a eliminare tutti gli elementi più sovversivi. Secondo comunicati pubblicati sui siti governativi, il personale scolastico è stato messo in guardia da possibili espressioni di malcontento in prossimità del 4 maggio. E tra appena un mese ricorre anche il 30esimo anniversario del massacro di Tian’anmen [fonte: NYT, Global Times]

Spesa militare ai massimi dalla Guerra fredda

Cina e Stati Uniti hanno fatto schizzare la spesa militare ai massimi dalla Guerra Fredda. E’ quanto sostiene lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) nel suo rapporto annuale che pone la cifra complessiva per il 2018 a 1,82 trilioni di dollari, il valore più alto dal 1988. A guidare la classifica troviamo come sempre gli Stati Uniti con 649 miliardi di dollari, un 4,6% in più su base annua – pari al 36% della spesa militare globale -: si tratta del primo aumento americano dal 2010. Segue la Cina, che lo scorso anno ha destinato alla Difesa 250 miliardi. Come spiega Nan Tian, ricercatrice del SIPRI , “nel 2018 gli Stati Uniti e la Cina hanno rappresentato metà della spesa militare mondiale” [fonte: Reuters]

Il Giappone cambia imperatore

Durerà appena 10 minuti il rituale che sancirà alle 17,00 ora locale l’abdicazione dell’imperatore Akihito e il passaggio del trono del Crisantemo al figlio Naruhito, il quale riceverà mercoledì le insegne imperiali: la Spada e il Gioiello. Tutto il “rito di passaggio” che inizia il primo maggio, il giorno dopo l’abdicazione, terminerà solo a fine novembre con “la consacrazione”. In carica da trent’anni, con la sua profonda umanità, Akihito passerà alla storia come l’imperatore che ha riavvicinato la monarchia ereditaria più antica al mondo – legata a doppio filo al passato militarista – al popolo giapponese. Un recente sondaggio della radiotelevisione di stato attribuisce all’imperatore un indice di gradimento dell’82%, più del doppio del premier Shinzo Abe. Sarà Naruhito in grado di soddisfare le aspettative? [fonte: AP, AFP]

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