Il 21esimo vertice sino-europeo si è concluso inaspettatamente con un comunicato congiunto volto, tra le altre cose, a stabilire “parità di condizioni” per le imprese di entrambi i paesi. La Cina si è impegnata ad ampliare l’accesso al mercato interno, prevenire il trasferimento forzato di tecnologia e cooperare alla riforma della WTO in materia di sussidi industriali. Tutte questioni di rilevanza fondamentale per le aziende europee ma non solo considerando che sono esattamente i punti di frizione al centro dei negoziati commerciali con Washington. Confermato anche l’interesse a finalizzare l’attesissimo accordo bilaterale sugli investimenti entro il 2020. All’incontro di Bruxelles, la Cina e l’UE hanno anche concordato di creare sinergie tra la “Belt and Road Initiative” (BRI) cinese e il programma europeo Connecting Europe end Asia per aumentare la connettività tra i due continenti. Il comunicato, pur facendo riferimento a questioni sensibili come diritti umani e dispute nel Mar cinese meridionale, segna una vittoria diplomatica per Pechino, deviando dalle recenti dichiarazioni conflittuali. Solo pochi giorni fa la Commissione europea aveva definito il gigante asiatico un “rivale sistemico” [fonte: Scmp]
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Censura e Sorveglianza: Microsoft complice di Pechino
La collaborazione tra Microsoft e un’università militare cinese sull’intelligenza artificiale rende il colosso tecnologico statunitense parzialmente complice degli apparati di sorveglianza e censura di Pechino. E’ quanto suggerisce il Financial Times, citando tre paper, pubblicati tra marzo e novembre dello scorso anno, realizzati congiuntamente da accademici della Microsoft Research Asia di Pechino e ricercatori affiliati alla National University of Defense Technology, controllata dalla Commissione militare centrale, l’organo decisionale dell’esercito cinese. A preoccupare gli esperti è soprattutto uno studio sull’applicazione dell’ intelligenza artificiale per ricreare mappe dettagliate analizzando volti umani, applicabile anche con scopi di sorveglianza e censura. L’allarme giunge in un momento di crescente tensione tra le due superpotenze. Negli ultimi mesi diversi atenei americani hanno interrotto i rapporti con Huawei, il gigante delle telecomunicazioni cinesi sospettato di spionaggio, mentre recentemente lo stesso Donald Trump ha accusato Google di aiutare l’esercito cinese anziché gli Stati Uniti [fonte: Financial Times]
IA a supporto della censura dei servizi di streaming online in Cina
Nel 2018 oltre 400 milioni di cittadini cinesi hanno usufruito di applicazioni live-streaming, simili al noto Facebook Live, per la condivisione nella maggior parte dei casi di semplici scene di vita quotidiana, ma anche di contenuti non in linea con le rigide regole di censura stabilite da Pechino. Ed è proprio per non incorrere nelle sanzioni poste dal governo centrale che le più note aziende di streaming online hanno affiancato alla componente umana quella dell’intelligenza artificiale così da garantire che i contenuti condivisi rispettino la legge, i valori della società e quelli della compagnia. Inke, che con 25 milioni di utenti attivi è tra la più importanti aziende di streaming online in Cina, da tempo utilizza algoritmi di intelligenza artificiale e software di riconoscimento che aiutano i moderatori umani a svolgere il proprio lavoro. L’IA è impiegata per gestire il lavoro di etichettatura e classificazione dei contenuti in diverse categorie di rischio. Questo sistema di classificazione consente quindi all’azienda di dedicare le risorse umane secondo un ordine crescente di rischio: un singolo revisore può monitorare contemporaneamente più contenuti a basso rischio, come i programmi di cucina, mentre i contenuti ad alto rischio vengono contrassegnati per un esame più meticoloso. Secondo le linee guida fornite dalla China Association of Performing Arts, i contenuti più a rischio includono argomenti politicamente sensibili, atti sessuali, violenza, terrorismo, autolesionismo e il fumo, in quanto promotore di uno stile di vita malsano [fonte: Scmp]
L’India non parteciperà al Belt & Road Forum, come nel 2017
Per la seconda volta di fila, la prima nel 2017, l’India ha rifiutato l’invito a partecipare al Belt and Road Forum for International Cooperation che si terrà a Pechino alla fine di questo mese. Il motivo sarebbe legato alle preoccupazioni di Nuova Delhi per le ripercussioni che il China-Pakistan Economic Corridor (CPEC) potrebbe avere per la sicurezza del sub-continente indiano e per la crescente ingerenza di Pechino negli affari della regione. Il governo indiano da tempo sostiene che il CPEC, pilastro delle relazioni bilaterali tra Pechino e Islamabad, mini la sovranità territoriale indiana in quanto il corridoio attraversa la zona contesa del Kashmir, attualmente sotto il controllo pakistano. Intervistato in merito alla decisione di non partecipare al forum, Vikram Miri, l’attuale ambasciatore indiano in Cina, ha dichiarato al Global Times che “nessun paese può partecipare ad un’iniziativa che ignora in maniera esplicita concetti quali sovranità e integrità territoriale”. L’India, così come molti altri paesi, mantiene la stessa posizione degli Stati Uniti, secondo i quali la Nuova Via della Seta voluta da Pechino sia solamente un piano per indebitare i paesi più deboli [fonte: Business Today]
Consulenza medica in tempo reale grazie a WeChat
Tencent, colosso dell’informatica cinese, ha recentemente cominciato a testare servizi di consulenza medica in tempo reale accessibili attraverso i Mini-Program, ovvero sub applicazioni appartenenti all’ecosistema di WeChat, nel tentativo di rivoluzionare il settore della sanità pubblica. Attraverso il Mini-Program “Tencent Salute” infatti, gli utenti possono entrare in diretto contatto con medici accreditati da tutto il paese ed accedere a tutta una serie di servizi, tra cui consulenza online in tempo reale e la spedizione di medicinali direttamente a casa. Tencent Trusted Doctors, una startup attiva nella consulenza medica online, ha registrato nel proprio database oltre 440,000 medici qualificati, mentre la catena farmaceutica Star365 è in grado di spedire medicinali da banco attraverso ordini effettuati su WeChat. La piattaforma messa in piedi da Tencent è al momento completamente gratuita e segna la marcata volontà dell’azienda cinese di investire sempre di più nell’internet industriale [fonte: Technode]
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