Circa un terzo delle città cinesi si sta spegnendo. Lo rivelano immagini satellitari utilizzate dalla Tsinghua University per monitorare la luce notturna di 3.300 città cinesi tra il 2013 e il 2016. Secondo i rilevamenti, nel 28% dei casi (ovvero in oltre 900 centri urbani) la luce si è attenuata indicando non solo una diminuzione della popolazione ma anche delle attività economiche. E’ dal 2012 che il processo delle “shrinking cities” in Cina ha superato quello di Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. A preoccupare gli esperti è soprattutto l’impreparazione delle autorità municipali, ancora convinte di dover affrontare un futuro di espansione demografica e urbanistica. Il 90% del personale amministrativo intervistato ha affermato di aver ricevuto pressioni dal governo locale affinché i progetti di pianificazione urbanistica fossero basati su criteri ottimistici.
Ombre cinesi sul massacro di Christchurch
C’è un inquietante filo conduttore tra il massacro delle moschee di Christchurch e la Cina: l’islamofobia. Nel suo manifesto online, Brenton Tarrant, l’autore del folle gesto, afferma che la nazione di cui “condivide di più valori e politici e sociali” è la Cina, dove il governo comunista è impegnato in una controversa guerra al terrorismo a base di detenzione extragiudiziali e assimilazione delle minoranze musulmane. In particolare, il suprematista bianco – che tra le mete dei suoi viaggi all’estero vanta anche il Xinjiang – dice di ammirare il “monoculturalismo” cinese che vede nella preponderanza dell’etnia Han su le altre 65 minoranze il suo tratto distintivo. La sparatoria di Christchurch è diventata argomento di dibattito sui social cinesi, dove negli ultimi anni si è fatta strada una nuova tendenza islamofoba. Un articolo apparso su WeChat dal titolo “Le parole sulle pistole dell’assassino neozelandese riflettono la profonda ansietà degli uomini bianchi europei” ha ottenuto almeno 100mila visualizzazioni mentre si Weibo l’hashtag “New Zealand Shootings” (#新西兰枪击案#) ne ha totalizzate anche di più. Molti dei commenti accusano la “religione verde” (l’Islam) di aver istigato la reazione di Tarrant con i suoi barbari attacchi terroristici in Occidente, mentre parte delle critiche sono rivolte contro le autorità neozelandesi, colpevoli di aver permesso la migrazione islamica nel paese. Ma non tutti sono d’accordo. L’assassino “simpatizza per la Cina così come viene ritratta dai media stranieri, non la Cina vera”.
Governi locali in affanno nella lotta contro l’inquinamento
La Corte suprema del popolo istituirà un fondo nazionale per il risanamento ambientale attingendo a quanto accumulato con l’imposizione delle sanzioni amministrative comminate alle aziende inquinanti. Lanciata nel 2013, la lotta all’inquinamento ha dato i suoi frutti ma a caro prezzo: Pechino non è più nella top 100 delle città più inquinate del mondo, ma i segni del persistente rallentamento economico stanno portando a una correzione delle politiche adottate fino ad oggi senza troppe distinzioni. Durante l’appena conclusa Assemblea nazionale del popolo, diversi delegati provenienti dalle province più colpite dalle restrizioni hanno esortato il governo ad adottare sforzi “coordinati” per mantenere sotto controllo i fattori inquinanti senza strangolare la crescita economica. Letteralmente: “Non possiamo fermare o ostacolare lo sviluppo economico per perseguire la protezione ambientale”. Il nuovo fondo andrà a sopperire le casse delle amministrazioni locali, asciugate dal calo delle entrate fiscali e dall’aumento del debito contratto per la realizzazione di progetti infrastrutturali spesso in perdita.
Clonato “Sherlock Holmes” a quattro zampe
Scienziati della provincia cinese dello Yunnan hanno clonato un cane poliziotto per ridurre costi e tempi di addestramento necessari alla formazione dei nuovi “Sherlock Holmes” a quattro zampe. L’operazione è stata condotta dalla Sinogene Biotechnology Company e la Yunnan Agricultural University, con il supporto del ministero della Sicurezza pubblica. Secondo quanto spiega il Global Times, Kunxun, che ora ha tre mesi, sarà sottoposto a un addestramento approfondito nel rilevamento di droga, controllo della folla e ricerca di prove, così da diventare un cane poliziotto a pieno titolo quando avrà circa 10 mesi. Tanto per avere un’idea, di solito la procedura regolare per il training dura cinque anni e costa 500mila yuan senza garanzia di successo. Non è la prima volta che un cane clonato cattura l’attenzione dei media cinesi. Lo scorso dicembre era stata la volta di Juice, star televisiva a quattro zampe, ad essere duplicata da Sinogene che ha avviato servizi per scopi commerciali nel 2017.
China Files propone alle aziende italiane presenti sul mercato cinese e a tutte quelle realtà interessate a conoscere il paese, servizi di comunicazione quali: newsletter, aggiornamenti su specifici settori e gestione dei contenuti web sui social network locali, oltre a progetti formativi e di approfondimento ad hoc. Contattaci per un preventivo a info@china-files.com
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.