Martedì scorso, le autorità indiane hanno annunciato di aver portato a termine un bombardamento «non militare e preventivo» nei dintorni della cittadina di Balakot, nella provincia pachistana di Khyber-Pakhtunkhwa. L’India non colpiva obiettivi all’interno del confine pachistano dal conflitto del 1971, dato che spiega bene la gravità dell’escalation in corso tra New Delhi e Islamabad.
Il segretario degli esteri indiano Vijay Gokhale, leggendo un comunicato in conferenza stampa, ha spiegato che, secondo fonti credibili dei servizi, l’organizzazione terroristica Jaish-e-Mohammed (JeM) stava preparando un attentato contro la popolazione civile nel Kashmir indiano. Il governo indiano, ha continuato Gokhale, aveva comunicato la minaccia a Islamabad, ma di fronte all’inazione delle autorità pachistane ha dovuto procedere con un «attacco preventivo assolutamente necessario». JeM, lo scorso 14 febbraio, aveva rivendicato un attentato suicida in Kashmir che ha lasciato sul campo quasi 50 soldati indiani.
I caccia dell’aeronautica militare indiana hanno sganciato oltre una tonnellata di esplosivo sull’obiettivo e, secondo New Delhi, il campo di JeM è stato completamente raso al suolo. I media indiani, in mancanza di cifre esatte divulgate dal governo, parlano di almeno trecento miliziani di JeM uccisi. Il primo ministro Narendra Modi, in un comizio nello stato del Rajasthan, ha arringato la folla: «Capisco il vostro entusiasmo e la vostra energia. Oggi è il giorno in cui ci inchiniamo di fronte ai nostri eroi».
In India, dove tra due mesi si terranno le elezioni nazionali, la mission accomplished dei caccia militari ha galvanizzato un’opinione pubblica già da settimane in piena frenesia pre-elettorale: tra festeggiamenti sui social ed elogi al governo in carica, diversi ristoranti e negozi online hanno iniziato a regalare sconti ad hoc per celebrare l’impresa dei militari indiani. In un sms promozionale di una catena di fast food si legge: «Volevano pomodori, gli abbiamo portato il ketchup. Usa il codice INDIANAIRFORCE per attivare l’offerta prendi due paghi uno».
Nelle stesse ore, le autorità pachistane negavano in toto la narrazione indiana degli eventi. In un tweet inviato dall’ufficio del primo ministro pachistano Imran Khan con allegato un video del vertice d’emergenza convocato dal governo, si legge: «Respingiamo con forza la rivendicazione indiana di aver colpito un presunto campo terroristico infliggendo pesanti perdite. Ancora una volta il governo indiano è ricorso a rivendicazioni egoistiche, sconsiderate e fittizie». Per Islamabad, i caccia indiani sono stati costretti a rientrare velocemente in India sotto il fuoco della contraerea pachistana, sganciando le bombe in una zona pressoché disabitata.
La tensione tra New Delhi e Islamabad ha raggiunto livelli mai così allarmanti nella storia recente. Senza dati oggettivi a sostegno di una o dell’altra ricostruzione degli eventi, molti analisti temono una ritorsione pachistana.
[Pubblicato su il manifesto]