Vi ricordate He Jiankui e le due gemelle geneticamente modificate? Ebbene, secondo un report della MIT Technology Review, l’intervento di editing genetico messo in atto dallo scienziato cinese non avrebbe avuto solo lo scopo di prevenire la trasmissibilità del virus dell’HIV dai genitori ai nascituri, come dichiarato da He. Stando a Alcino J. Silva, neurobiologo dell’Università della California, la stessa alterazione del gene CCR5 è in grado di “migliorare anche il recupero del cervello umano dopo un ictus, e potrebbe essere collegato a un maggiore successo a scuola”, grazie a un potenziamento della memoria. O almeno questo è quanto deducibile da alcuni esperimenti condotti sui topi. Secondo Silva, la pratica declinata all’estensione delle capacità umane è da tempo nel mirino della Silicon Valley con “finalità malsane”.
Le tariffe possono attendere. Cina e Usa verso un accordo
Trump posticiperà a oltranza l’incremento delle tariffe commerciali, inizialmente stabilito per il 1 marzo prossimo. Citando l’esito produttivo degli ultimi cinque giorni di colloqui, il presidente americano ha spiegato in un tweet che sono stati compiuti progressi nelle aree di frizione, tra cui la protezione della proprietà intellettuale, il trasferimento di tecnologia, l’agricoltura, i servizi e la manipolazione della valuta cinese. “Supponendo che entrambe le parti facciano ulteriori progressi, progetteremo un vertice per il Presidente Xi e per me a Mar-a-Lago, per concludere un accordo”, ha dichiarato alludendo alla proprietà in Florida dove i due leader si sono incontrati per la prima volta due anni fa. Secondo le indiscrezioni della stampa americana, le due parti starebbero lavorando alla stesura di sei MoU su furti cibernetici, diritti di proprietà intellettuale, servizi, agricoltura e barriere commerciali non tariffarie, compresi i sussidi, anche se rimango divergenze sul meccanismo di verifica preteso da Washington per accertare l’impegno cinese in corso d’opera. Rompendo con il tradizionale ottimismo, la stampa cinese ha salutato l’annuncio di Trump con circospezione. “I negoziati commerciali saranno più difficili nella fase finale e non si possono escludere nuove incertezze,” avverte la Xinhua, “bisogna mantenere una mente sobria. Le frizioni commerciali sono a lungo termine, complicate e difficili”. Pechino ha imparato a diffidare dell’imprevedibilità di The Donald.
Kim in treno verso Hanoi
Nelle stesse ore in cui a Washington i negoziatori cinesi e statunitensi spingevano per una rapida risoluzione delle controversie commerciali, propedeutica alla posticipazione di nuove tariffe americane, ad Hanoi procedevano i preparativi per il secondo meeting tra Trump e Kim Jong-un. Secondo le ultime indiscrezioni, il leader nordcoreano starebbe viaggiando in treno attraverso la Cina, forse con l’intenzione di proseguire lungo la linea Pechino-Guangzhou. Come ricorda il Global Times, nel 1958 il nonno Kim Il-sung effettuò un percorso simile durante la sua visita in Vietnam, raggiungendo il Guangdong in treno per poi proseguire, però, in aereo. La storia si ripete?! Secondo gli analisti, la decisione di utilizzare il famigerato treno verde di famiglia, snobbando l’alta velocità cinese, evidenzia una rottura rispetto al primo meeting, quando Kim raggiunse Singapore a bordo di un aereo cinese. Mentre il gesto rispecchia una maggiore indipendenza del giovane leader, è improbabile che Pyongyang decida di recidere il proprio cordone ombelicale proprio ora che Pechino potrebbe intercedere a favore di un allentamento delle sanzioni internazionali. Il ruolo cinese è funzionale anche alla firma di un accordo di pace dato il coinvolgimento di Pechino nella Guerra di Corea al fianco di Pyongyang.
Cosa aspettarsi dal secondo meeting tra Kim e Trump?
L’incontro in programma mercoledì e giovedì prossimo tra Trump e Kim Jong Un potrebbe cambiare la storia di Stati Uniti e Corea del Nord. Il secondo meeting tra i leader è di un’importanza fondamentale per capire se Pyongyang cesserà ogni ostilità bellica nei confronti del governo americano. Per orientarci sulle future relazioni tra Washington e Pyongyang bisogna analizzare cosa le parti sono disposte a dare e chiedere. Siamo di fronte a un gioco di equilibri e nessuno intende rimetterci. Kim offre la fine della minaccia atomica ma chiede lo stop alle sanzioni economiche e l’allontanamento dell’esercito americano in Corea del Sud. Trump, a sua volta, esige la chiusura di ogni sito nucleare presente in Corea del Nord ed è pronto a chiudere la contesa sulla Guerra di Corea. In base agli incroci tra domanda e offerta ci troveremo di fronte a tre scenari. Nel migliore di questi i due paesi allacceranno relazioni diplomatiche solide e durature e la penisola coreana potrà riunificarsi; nel peggiore torneranno presto le minacce.
Cina, disturbi mentali in aumento
Pochi giorni fa nella Cina centrale si è consumato il secondo attacco con arma da taglio in pochi giorni. Come spesso avviene, l’episodio trova ufficialmente spiegazione nel disturbo mentale dell’assalitore, un espediente spesso utilizzato dalle autorità per insabbiare recriminazioni sociali e casi di ordinaria ingiustizia. Eppure il primo studio nazionale sulla salute mentale, condotto dall’Università di Pechino e pubblicato la scorsa settimana su Lancet, conferma che “la maggior parte dei disturbi mentali sono diventati più comuni in tutta la Cina negli ultimi 30 anni”: il 16,6% degli adulti intervistati ha manifestato problemi mentali (soprattutto disturbi legati a stati d’ansia) nel corso della propria vita, un tasso molto più alto rispetto ai sondaggi precedenti. Mentre nel 2013 è stata varata la prima legge volta a tutelare gli interessi delle persone con disturbi mentali e migliorare l’assistenza, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre la Muraglia ci sono solo 1,7 psichiatri per 100.000 persone, contro i 12 per 100.000 persone degli Stati Uniti.
Club Med punta sulle Oimpiadi invernali del 2022
Da qui al prossimo anno, Club Med aprirà circa 10 scuole di sci in Cina per cavalcare la rinascita sportiva guidata dal governo cinese in previsione dei Giochi olimpici invernali del 2022. L’azienda francese controllata da Fosun Group ha aperto la sua prima scuola a gennaio in collaborazione con l’ École du Ski Français. I cinesi sono piuttosto scarsi negli sport invernali ed è proprio per questo che, dopo aver risolutamente promosso il calcio, il presidente cinese Xi Jinping ha espresso il desiderio di vedere 300 milioni di cinesi prendere parte ad attività sportive su ghiaccio e neve entro l’inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino. Secondo i media statali, le 748 stazioni sciistiche presenti sul territorio hanno ricevuto circa 21 milioni di visite l’anno scorso, mentre sono state inaugurate altre 39 nuove strutture. Come sempre, l’importazione di nuove usanze subisce l’influenza delle cosiddette “caratteristiche cinese”. I resort cinesi Club Mad, aperti in aggiunta alle scuole, saranno quindi adattati ai gusti locali con l’inclusione di tavoli da ping pong e da mah-jong. Secondo il chief executive dell’azienda, la clientela tipo è composta famiglie di tre persone della “media o alta borghesia”.
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.