La scorsa settimana, durante il seminario (Forum Sport & Business) organizzato dal Sole24Ore Business School, l’intervento di Gregory Boll, head officer de La Liga, il massimo campionato spagnolo, è stato illuminante. Nel corso del suo intervento – che trovate qui dal minuto 10:00 – Gregory ha spiegato quella che è stata la rivoluzione del prodotto calcio spagnolo negli ultimi anni, attraverso digitalizzazione ed innovazione, e che lo ha portato a: ‘Non essere più una competizione sportiva, ma un attore nell’industria dell’entertainment’.
Gregory ha messo ben in evidenza, se pur indirettamente, quelle che sono le lacune del nostro calcio, incapace di innovarsi e sopratutto di poter ambire a palcoscenici globali, dato che ha rifiutato da anni qualsiasi strategia di crescita e di seria digitalizzazione, muovendosi solo con la presunzione che il Cristiano Ronaldo di turno possa essere la panacea a tutti i mali.
La strategia de La Liga
Dal 2015 ad oggi, La Liga ha aperto uffici di rappresentanza in tutto il mondo, fra cui Shanghai, base operativa del mercato cinese, sul quale il calcio spagnolo sta investendo in maniera intelligente ed innovativa attraverso la creazione di eventi, gli eSports e fan engagement.
A partire dallo scorso anno, in occasione del Clasico fra Real Madrid e Barcellona, La Liga ha organizzato a Shanghai la visione del match presso lo Huangpu World Expo Park attraendo migliaia di fan (il match in Spagna si è giocato alle ore 16:15, così da essere visibile in Cina alle 22:15). Non si è trattato però solo di attrarre fan per la visione del match, prima della partita si sono infatti tenute conferenze stampa con le presentazioni degli sponsor presenti all’evento, e l’annuncio dei nuovi progetti targati La Liga sul mercato cinese, come istituzione di nuovi corsi giovanili ed addirittura una Serie TV ‘Greenfield of Love’, in collaborazione con la Hunan TV.
Il motto recita ‘Non si tratta di calcio, ma de La Liga’, ovvero presenta La Liga come attore globale nell’industria dell’entertainement, che comprende anche il mondo degli eSports, argomento che abbiamo cominciato ad analizzare settimana scorsa con il caso del Paris Saint Germain in Cina. Lo scorso 22 ottobre un team rappresentativo de La Liga, ha fatto il suo debutto alla China eSports Football League (CEFL), manifestazione di Fifa Online 4 disputatasi a Chongqing.
Nonostante la partenza di Cristiano Ronaldo, in direzione Serie A, La Liga non ha perso minimamente il suo appeal sul mercato cinese e si pone come serie contendente alla Premier League per lo scettro di campionato più seguito ad oriente. Soffermandoci alle cifre del mercato cinese, su Sina Weibo la Premier League vanta 3.6 milioni di followers, mentre La Liga 1.4 milioni, ma il gap si sta gradualmente riducendo grazie all’ottimo lavoro svolto sulle piattaforme social medie cinesi.
In questa battaglia per la conquista del mercato cinese, anche la Bundesliga sta ottenendo ottimi risultati sia dal punto di vista del fan engagement con campagne mirate online, e la vendita dei diritti TV per oltre 250 milioni di euro alla piattaforma PPTV di Suning. Anche la Ligue 1 francese si sta affacciando a questo prolifico business con l’apertura di un ufficio di rappresentanza a Pechino e la recente partnership con la CCTV.
La serie A è ferma
In questa crescita esponenziale dei brand delle leghe estere, come sta andando la Serie A sui mercati globali? C’è poco da dire, dato che da anni la nostra Serie A non guarda mai al di fuori del proprio orticello. Su Sina Weibo la Lega di Serie A è presente con un canale alquanto imbarazzante con soli 208 followers e non esistono attività di branding nel mercato cinese, così come in qualsiasi altro mercato emergente.
Non vi è alcuna forma di innovazione, alcun progetto di crescita, ma solo proclami, come quello dell’ex presidente della Figc Carlo Tavecchio, che nel novembre del 2016 aveva firmato un accordo di intesa con la Chinese Football Association (mai finalizzato), sostenendo che sarebbe partita la ‘conquista del mercato cinese’.
Non vi è nemmeno attenzione agli orari delle partite: se l’ultimo Clasico fra Barcellona e Real Madrid si è disputato alle ore 16:15, risultando ben visibile sia ad ovest che ad est nel mondo; l’ultimo derby di Milano in Serie A si è giocato alle 21:00 di una domenica, risultando praticamente insostenibile per il pubblico orientale alla vigilia di una giornata lavorativa.
Da quando negli anni ’90 e primi ‘2000, la Serie A era il campionato più seguito in Cina assieme alla Premier League, oggi è diventato un prodotto di nicchia incapace di monetizzare e di attrarre nuovi fan all’estero, e la questione maggiormente inquietante è che la Lega e la Figc non stanno facendo nulla per impedire alla Serie A di cadere nel baratro dell’anonimato.
di Calcio8Cina
* Calcio8Cina nasce dalla fusione di due progetti distinti che hanno dato vita al primo portale italiano (in termini di qualità, portata e rilevanza) dedicato interamente al calcio cinese: principali competizioni nazionali cinesi, Champions League d’Asia, interviste, approfondimenti e report sullo sviluppo calcistico della Cina. In poche parole tutto ciò che c’è da sapere sul calcio made in China e sui suoi rapporti con il resto del mondo. Lo scopo è quello di prendere lo sport più seguito al mondo come chiave per addentrarci nello specifico della realtà cinese.