Cartellino Rosso – Nel mondo delle curve cinesi

In Cina, Economia, Politica e Società by Calcio8Cina

Prendiamo ad esempio la cultura del tifo che in Cina si è sviluppata molto tardi rispetto all’Europa, a metà degli anni ’90, con il passaggio al professionismo e la privatizzazione di alcuni club che prima erano in mano ai governi locali. I primi gruppi ultras a formarsi furono quelli dello Shanghai Shenhua e del Dalian Shide, tutt’ora esistenti, e che portano i nomi rispettivamente di Blue Devils e Blue Wave. Era la prima volta in Cina che le tifoserie si organizzavano con cori e striscioni, molti dei quali in italiano, con la quasi onnipresente “Curva Nord”.

Una delle tifoserie più calde, generatasi nel corso degli anni è quella del Beijing Guoan con il gruppo ultras Royal Army (Curva Nord). Quello che sarebbe poi diventato il principale gruppo ultras dei pechinesi nacque nel 2005 quando il club militava al Fengtai Stadium. All’interno della Royal Army, i cui membri vestono in nero, troviamo alcune sottosezioni, quali ad esempio i ‘LFAM’ (acronimo di Lotta fino alla Morte) oppure i ‘The Sector’. Quello che accumuna la maggioranza dei componenti della Royal Army è l’identificazione nella sottocultura Skinhead Sharp (movimento di sinistra contro ogni tipo di pregiudizio) e Punk.

Al Worker’s Stadium di Pechino, attorno al ventesimo minuto del primo tempo, la Royal Army canta una delle canzoni più celebri della cultura ultras cinese, ovvero 国安之歌 della punk band MisanDao e del cantante Lei Jun, scomparso nel 2015 a causa di un attacco cardiaco.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_video link=”https://www.youtube.com/watch?v=VLWRCYdqCDc” el_width=”70″ align=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Lei Jun è stato il padrino del genere punk in Cina alla fine degli anni ’90, e soprattutto era un tifoso della squadra pechinese per la quale compose la canzone. Nel 1999, assieme all’amico d’infanzia Ma Ke, Lei fondò la celebre band MiSandao, che prendeva il nome da una torta al miele popolare a Pechino. La band è stata la prima a identificarsi con il movimento Skinhead nel Punk: i cui membri si radono la testa e indossano stivali e bretelle per segnalare la loro lealtà alla classe lavoratrice e ai suoi valori e si sono sempre associati al movimento Sharp, avverso a qualsiasi forma di pregiudizio e razzismo.

Anche se i MisanDao si sono sciolti dopo la morte di Lei Jun, l’identità Punk e Skinhead Sharp della Royal Army non si è affatto affievolita e proliferano le band di successo nell’underground cinese che trovano le proprie origini fra i membri della curva, come gli Early Bus e o gli Shave’n Shut.

Altra particolare caratteristica del gruppo ultras Royal Army e del movimento punk pechinese è quello di definirsi antifascista (posizione condivisa anche da altri gruppi ultras, come ad esempio quello del Tianjin Teda), sia in contrapposizione alla cultura Skinhead europea, sia al movimento di discriminazione interno alla Cina, lo sciovionismo Han, il quale identifica l’etnia Han come quella superiore rispetto a tutte le altre.

Tale posizione razziale è stata portata nelle curve dagli Aquila Ultrà Destra, gruppo dello Shandong Luneng, che si pone come baluardo a difesa della cultura Han nei confronti di quella che i tifosi definiscono un’invasione delle minoranze etniche nelle grandi città. La loro simbologia è varia, dagli striscioni che recitano A.C.A.B. (All Cops are Bastards), alla Stella a 18 Punte che rappresenta le Provincie originali dell’etnia Han prima dell’unificazione della Cina.

Anche in una Cina che si definisce ‘comunista’ e nella quale ci aspettiamo domini un pensiero unico, le curve di calcio dimostrano che la situazione è molto più complessa e che vi sono nette contrapposizioni politiche fra i vari gruppi di sinistra e della ‘destra nazionalista’.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]