I titoli della rassegna di oggi:
-Arrestato l’erede della dinastia Samsung
-Il Global Times difende Pyongyang
-I marines a Taipei
-A scuola da Alibaba Arrestato l’erede della dinastia Samasung
Questa volta l’influenza le considerazioni sull’influenza economica di Samsung non sono servite a evitare l’arresto per Lee Jae-yong. L’erede designato alla guida del colosso industriale è anche il primo top manager del conglomerato a finire in carcere. L’accusa è di corruzione, nell’ambito dello scandalo che ha travolto la presidentessa sudcoreana Park Geun-hye, sotto impeachment per aver lasciato che una sua confidente si occupasse degli affari di Stato. Il tribunale distrettuale di Seul ha accolto la richiesta d’arresto per Lee, che appena alcune settimane fa aveva evitato il carcere. Ma questa volta le accuse nei suoi confronti sembra essere più circostanziate e comprenderebbero anche l’aver violato le norme sul trasferimento degli asset all’estero. Lee avrebbe versato e promesso somme pari a 36,3 milioni di dollari a Choi Soon-sil, la donna al centro dello scandalo che ha affossato il capo di Stato. I fondi sarebbero serviti a facilitare una fusione tra due controllate Samsung, indispensabile per garantire il controllo di Lee sull’azienda.
Il Global Times difende Pyongyang
Le accuse contro Kim Jong Un per il possibile coinvolgimento nella morte del fratello Kim Jong Nam sono secondo il quotidiano cinese Global Times un tentativo di demonizzare Pyongyang per rovesciare il governo. Il tabloid, controllato dal governativo Quotidiano del popolo, sostiene che tale campagna sia condotta in particolar modo dalla Corea del Sud per giustificare il dispiegamento del sistema anti-missile Thaad, osteggiato da Pechino perché considerato non una difesa contro i nordcoreani, ma contro i cinesi e pertanto una minaccia alla sicurezza nazionale. Il fratellastro del giovane dittatore, probabilmente avvelenato a Kuala Lumpur, ha vissuto per anni tra Macao e la capitale cinese, sotto la tutela del governo di Pechino. Alcune interpretazioni di quanto accaduto lo indicavano come il candidato dei cinesi a un possibile cambio di governo a Pyongyang. Riferimenti contro i quali si scaglia ancora il Global Times, ammonendo dai tentativi di collegare la Cina alla misteriosa morte del primogenito di Kim Jong Il.
I marines a Taipei
I marines potrebbero presto presidiare la ambasciata di fatto di Washington a Taiwan. La rappresentanza non è ufficiale. Gli Stati Uniti riconoscono infatti Pechino come legittimo governo della Cina. Il servizio diplomatico è svolto dall’American Institute in Taiwan, la cui sede potrebbe essere presto presidiata dai militari a stelle-e-strisce. Lo ha confermato l’ex direttore dell’ente Stephen Young. Si tratterebbe di uno sviluppo inedito, tanto più dopo la telefonata con la quale il presidente Donald Trump ha rassicurato Xi Jinping sull’aderenza degli Usa al principio dell’unica Cina, che implicitamente non riconosce Taiwan come nazione indipendente. Tale decisione potrebbe voler confermare la solidità dei rapporti tra Washington e Taipei. Pertanto è stata salutata con favore dai rappresentanti del Partito democratico progressista, ora al governo sull’isola separata dalla Repubblica popolare fin dalla fine della guerra civile nel 1949.
A scuola da Alibaba
Dopo aver rivoluzionato l’e-commerce, Jack Ma punta a rivitalizzare il sistema scolastico. Il fondatore del colosso Alibaba ha infatti investito nella nascita di una scuola bilingue che offre corsi dall’asilo sino alle superiori. La puntata del tycoon nel mondo dell’educazione arriva a stretto giro dal divieto per gli istituti privati di gestire l’istruzione a scopo di lucro alle elementari e alle medie. Non è quindi ancora chiaro se la scuola Yungu di Jack Ma opterà per la soluzione no profit. Di sicuro, almeno a leggere la presentazione su sito, l’iniziativa si propone di risolvere alcuni dei problemi del sistema scolastico della Repubblica popolare, enfatizzando lo sviluppo della personalità dello studente e affrontando il nodo delle classi sovraffollate. Ci sarà infatti un professore ogni cinque studenti. Secondo uno studio di Deloitte nel 2015 l’istruzione ha attratto investimenti per 2,3 miliardi di dollari, il doppio rispetto all’anno precedente. Per Jack Ma si tratta in parte di un ritorno alle origini. Prima di fondare Alibaba era infatti un insegnante di inglese.