I titoli di oggi della nostra rassegna:
– Libero scambio, l’Europa punta sulla Cina
– Missili al confine con la Russia
– Bassa natalità, Pechino punta a 20 milioni di nascite all’anno
– L’ex vice ambasciatore nordcoreano a Londra torna ad attaccare Kim Jong-un
– Mamma, si è abbassato l’Everest Libero scambio, l’Europa punta sulla Cina
L’Europa apprezza il sostegno cinese al libero mercato e chiede al governo di Pechino di mantenere fede al proprio impegno abbassando le barriere doganali attualmente esistenti. A chiederlo è Hans Dietmar Shweisgut, ambasciatore dell’Unione Europea a Pechino, appena due giorni dopo il ritiro degli Stati Uniti dal Trans-Pacific Partnership, l’accordo di libero scambio firmato a settembre 2015 da 12 paesi del bacino del Pacifico, tra cui Usa, Giappone e Australia. La prospettiva di un avvicinamento commerciale e diplomatico tra Ue e Cina si fa di giorno in giorno più concreto a seguito degli annunci protezionistici di Trump. A Davos, la scorsa settimana, era stato lo stesso presidente Xi Jinping a denunciare i danni di una guerra commerciale con gli Usa, da cui la Cina dipende per l’export di beni di consumo e prodotti tecnologici. Dalle parole, quindi Schweisgut ha chiesto di passare ai fatti: per molti partner commerciali della Cina, l’ex impero celeste rimane ancora uno dei paesi più chiusi al commercio internazionale.
Missili al confine con la Russia
La Cina avrebbe installato rampe di lancio per missili Dongfeng 41 nella provincia dell’Heilongjiang, giusto ai confini con la Russia. Secondo la rivista strategica «Jane’s Defense Weekly», i Dongfeng – «Vento dell’est» – sono missili balistici in grado di portare fino a 10 testate nucleari che, sganciate dal vettore, seguono traiettorie diverse. I missili avrebbero gittata di 14mila chilometri, dalla loro collocazione nel nord-est cinese sarebbero quindi in grado non solo di raggiungere la vicina Russia, bensì anche gli Stati Uniti o l’Europa.
I media di Taiwan e occidentali hanno enfatizzato il fatto che i Dongfeng siano stati installati al confine russo, ricordando che nonostante il riavvicinamento degli ultimi anni, Mosca e Pechino non sono alleati naturali, perché hanno interessi che si sovrappongono in Asia orientale e centrale. E la mente corre alla guerricciola di confine che si svolse negli anni Sessanta proprio sul corso dell’Amur-Heilongjiang, tra due Paesi formalmente «fratelli» che, però, ai tempi erano ai minimi termini per questioni di egemonia nel blocco socialista e ideologiche.
Bassa natalità, Pechino punta a 20 milioni di nascite all’anno
Il tasso di natalità cinese è troppo basso — si legge in un documento del Consiglio di Stato, il governo cinese, sulle politiche demografiche per il prossimo decennio — anche se ci sono spazi per un moderato ottimismo. La situazione è figlia degli ultimi 40 anni di pianificazione demografica: l’istituzione della politica del figlio unico alla fine degli anni ’70 ha contribuito al drastico calo delle nascite. Qualche miglioramento c’è stato però a partire dallo scorso anno con l’introduzione della politica del secondo figlio che ha portato il numero delle nascite a 18,46 milioni, il più importante incremento dal 2000. Un passo in avanti certo, ma non abbastanza per raggiungere lontano l’obiettivo 20 milioni previsto dalle autorità. Il rischio è che la Cina, nel 2030 si ritrovi senza sufficiente forza lavoro, una popolazione troppo vecchia e, quindi, un sistema del welfare al collasso.
L’ex vice ambasciatore nordcoreano a Londra torna a parlare contro Kim Jong-un
«Dobbiamo gettare benzina sulla Corea del Nord e lasciare che i nordcoreani le diano fuoco». Parola dell’ex vice ambasciatore nordcoreano a Londra Thae Yong-ho, che ha disertato il regime ad agosto dell’anno scorso, cercando rifugio in Corea del Sud. Da lì in avanti l’uomo è più volte comparso in tv e sulla stampa offrendo il suo punto di vista sulla situazione attuale del regime nordcoreano, dove le destituzioni di funzionari senza reale motivo sarebbero all’ordine del giorno. Secondo Thae, che ieri è tornato a parlare al Club della stampa estera di Seul, l’attuale leader Kim Jong-un ha deluso molte aspettative di cambiamento facendo crescere il dissenso a livelli mai visti prima.
Mamma, si è abbassato l’Everest
L’Everest potrebbe essersi ridotto di circa 2,5 centimetri. Alcune riprese satellitari di recente analizzate dagli scienziati dell’agenzia del governo indiano per la mappatura del territorio sembrerebbero suggerire che la montagna più alta del mondo si sia abbassata in seguito al potente terremoto del Nepal del 2015 — magnitudo 7,5 — che avrebbe rimodellato parti della catena himalayana. L’agenzia ha quindi annunciato una spedizione sulla vetta dell’Everest a cui parteciperanno anche tre o quattro funzionari dell’agenzia. Vi staranno un paio d’ore, ha annunciato il direttore dell’agenzia governativa Swarna Subba Rao, giusto il tempo di registrare i dati Gps che misurano la distanza dalla vetta al satellite in orbita. I dati saranno poi incrociati con quelli trigonometrici.