In Cina e Asia – Xi Jinping parla a Davos

In Notizie Brevi by Gabriele Battaglia

Il nostro briefing quotidiano sulle news da Cina e Asia:

– Xilosofia a Davos
– Stop alle ricerche dell’MH370
– A Hong Kong Carrie Lam scende in campo
– In Bangladesh 26 condanne a morte tra i servizi di sicurezza Xilosofia a Davos

Oggi, nella mattinata italiana, il presidente cinese farà un discorso al World Global Forum di Davos. È il primo presidente cinese a partecipare alla conferenza, segno dell’ormai avvenuto ingresso di Pechino nella stanza dei bottoni globale. Secondo le indiscrezioni – riportate in primis dall’ufficialissimo Quotidiano del Popolo – Xi farà un discorso «filosofico», di ampio respiro: il tema sarà nientepopodimeno «Cosa sono gli esseri umani, da dove vengono e dove vanno» e Xi cercherà di spiegare la propria visione di «una comunità umana dai destini comuni». La Cina intende quindi proporsi come nuovo Paese guida, anche culturalmente e moralmente, proprio mentre gli Usa post-Obama rischiano la bancarotta morale. Soft power rivolto all’esterno o auto celebrazione finalizzata al consenso dei cinesi stessi? Probabilmente entrambi.
Prevista anche una difesa della globalizzazione, che nell’immaginario collettivo occidentale non se la passa benissimo, ma che per i cinese ha emancipato dalla povertà 900 milioni di persone. Cina e Svizzera, Paese ospitante, hanno già rilasciato dichiarazioni congiunte anti-protezionismo.

Stop alle ricerche dell’MH370

Dopo quasi tre anni di ricerche, Australia, Malaysia e Cina hanno sospeso le ricerche del volo Malaysia Airlines MH370, scomparso senza alcuna traccia l’8 marzo del 2014 con 239 persone a bordo. La vicenda dell’MH370 è diventata uno dei più grandi misteri dell’aviazione civile, l’aereo mondo scomparve mentre faceva rotta per Pechino, dopo essere partito dalla capitale malese, Kuala Lumpur.
«Nonostante ogni tentativo fatto utilizzando le migliori conoscenze scientifiche disponibili, la ricerca non è stata in grado di localizzare l’aereo”, hanno detto le autorità malesi, australiane e cinesi in una dichiarazione congiunta.

A Hong Kong Carrie Lam scende in campo

Prevedibile discesa in campo per la carica di Chief Executive (governatore) della n.2 del potere hongkonghese, nonché «più amata da Pechino», che ieri si è candidata promettendo buon governo, maggiore trasparenza e «sangue nuovo» nel proprio governo. Quest’anno ci saranno le elezioni per la massima carica della Zona Amministrativa Speciale e i candidati sono tutti graditi al governo cinese, il che fa parlare di una sfida «d’elite». Il grande rivale di Carrie Lam sarà infatti probabilmente il suo ex collega John Tsang Chun-wah. Lam ha promesso di continuare con le «buone politiche» del Chief Executive uscente, Leung Chun-ying, al fine di risolvere questioni fondamentali come il problema dell’alloggio e le aspettative della gioventù. «Sono preoccupata per il malcontento che è emerso nella nostra società», ha detto Lam riferendosi implicitamente al movimento degli ombrelli del 2014. «So che la generazione più giovane è preoccupata per la mancanza di mobilità verso l’alto e per il costo degli alloggi. Condivido il desiderio di molti, dobbiamo riaccendere lo spirito “si-può-fare” di Hong Kong».

In Bangladesh 26 condanne a morte tra i servizi di sicurezza

In un raro e durissimo giro di vite tra le forze di sicurezza, un tribunale del Bangladesh ha condannato ieri ventisei persone a morte, dopo avere stabilito che un politico della Awami League, il partito al governo, avrebbe assunto membri dei corpi d’elite per assassinare avversari politici.
Il giudice ha condannato tutti i trentacinque imputati del processo, tra cui venticinque membri del Battaglione di Intervento Rapido (RAB). Ventisei, tra cui tre alti ufficiali, sono stati condannati a morte per impiccagione. Il caso risale all’aprile del 2014 e riguarda il rapimento e l’omicidio di sette persone all’esterno di uno stadio di cricket nella città di Narayanganj. I corpi delle vittime erano stati trovati in un fiume, tre giorni dopo il loro rapimento. Dal processo è emerso che Nur Hossain, un consigliere comunale di Narayanganj e membro di Awami, aveva assunto agenti della sicurezza per uccidere il suo rivale, Nazrul Islam, e quattro suoi aiutanti.