In Cina e Asia – Xi Jinping a Davos contro il protezionismo commerciale

In Notizie Brevi by Gabriele Battaglia

Il nostro briefing quotidiano sulle news da Cina e Asia:

-Xi Jinping a Davos contro il protezionismo commerciale
-Contrordine compagni: la storica resistenza cinese contro il Giappone è cominciata nel ’31
-Cina: l’economia digitale creerà 415 milioni di posti di lavoro
-La rivoluzione tecnologica della Cina passa per la penna a biro
-Cina: La nuova legge sulle Ong è in vigore
-Giappone: una nuova epoca comincerà il primo gennaio 2019. Forse Xi Jinping a Davos contro il protezionismo commerciale

C’è grande attesa per l’arrivo di Xi Jinping a Davos, primo presidente cinese a partecipare al prestigioso meeting economico nelle Alpi svizzere, che quest’anno si terrà dal 17 al 20 gennaio. Come confermato dalla stampa statale martedì, il lider maximo cinese sarà accompagnato da una delegazione che vanta, tra gli altri, nomi quali Jack Ma (Alibaba), Wang Jianlin (Wanda) e Zhang Yaqin (Baidu). Un entourage che «quest’anno darà voce alla Cina in molte questioni globali», ha dichiarato David Aikman, capo rappresentante della Greater China al World Economic Forum. Negli ultimi tre anni Pechino non ha mancato occasione per riaffermare sullo scacchiere internazionale le proprie vedute in politica estera e commerciale. E presumibilmente il protagonismo cinese si andrà intensificando se le promesse protezionistiche di Trump si concretizzeranno anche dopo l’insediamento del nuovo inquilino dello Studio Ovale il 20 gennaio.

La partecipazione di Xi al forum attesta un maggiore coinvolgimento del presidente cinese nelle questioni economiche, ufficialmente di competenza del primo ministro. Nel 2016 era stato il vicepresidente Li Yuanchao a guidare la delegazione cinese, l’anno prima ancora proprio il premier Li Keqiang. Secondo il viceministro degli Esteri cinese, il vertice potrebbe fornire l’occasione per un primo bilaterale tra Xi e il team di Trump.

Contrordine compagni: la storica resistenza cinese contro il Giappone è cominciata nel ’31

Il ministero dell’Istruzione ha ordinato una revisione dei libri di testo per la scuola primaria e secondaria che estende la durata dell’occupazione giapponese in Cina (1937-1945) da otto a quattordici anni. Secondo la direttiva, a partire dalla prossima primavera gli insegnanti saranno tenuti ad adoperare soltanto materiale didattico in cui l’espressione «guerra di resistenza di otto anni» risulti corretta in «guerra di resistenza di 14 anni». In tale modo, l’inizio dell’occupazione nipponica viene anticipato al 1931 e fatto coincidere con l’incidente di Mukden. Il quotidiano People’s Daily afferma che il ritocco servirà a sottolineare l’importanza della Cina nella guerra contro il fascismo. La decisione del ministero – che divide il web – arriva dopo una serie di tentativi volti a promuovere un’ «educazione patriottica», parte integrante del «sogno cinese» firmato Xi Jinping.

Cina: l’economia digitale creerà 415 milioni di nuovi posti di lavoro

Secondo previsioni di Boston Consulting Group e AliResearch Institute, entro il 2035 l’economia digitale sarà in grado di creare 415 milioni di nuovi impieghi, arrivando a contare per quasi la metà del Pil cinese. Questo perché se è vero che i lavori poco qualificati e meccanici verranno rimpiazzati da robot, intelligenza artificiale e tecnologie intuitive, allo stesso tempo la rivoluzione tecnologica aprirà le porte a nuove professioni. Si tratterà di lavori più elastici e autonomi, svolgibili attraverso piattaforme online anziché tra le quattro mura di un ufficio. «Ma i lavori che richiedono creatività, coinvolgono emozioni e tendono a rompere le regole, piuttosto che a seguirle, non potranno mai essere sostituiti da macchine», spiega al Scmp Hao Jian, consulente capo di Zhaopin.com, la più importante società di reclutamento cinese.

La rivoluzione tecnologica della Cina passa per la penna a sfera

Dopo aver inviato missioni nello spazio e aver costruito tra le più mastodontiche opere infrastrutturali al mondo, secondo quanto annunciato dal premier Li Keqiang, la superpotenza è finalmente riuscita nell’ardua impresa: realizzare penne a biro di qualità utilizzando interamente componenti made in China. Sino ad oggi l’incapacità nel produrre acciaio di alto livello e i macchinari di precisione necessari alla realizzazione delle penne è stata letta come un sintomo di scarsa qualità della manifattura cinese. Ora, dopo cinque anni di training, la Taiyuan Iron and Steel è riuscita nell’intento. Non si tratta soltanto di una questione di prestigio nazionale. Considerato che la Cina produce ogni anno circa 38 milioni di penne a sfera, ma è costretta a importare da Giappone e Svizzera il materiale necessario, la raggiunta autosussistenza comporterà anche notevoli risparmi economici.

Cina: La nuova legge sulle Ong è in vigore

La nuova, controversa legge che regola le attività delle organizzazioni non governative straniere in Cina è entrata in vigore il 1 gennaio. Se ne è parlato molto al momento della sua stesura, nei mesi scorsi. C’è chi dice che offra finalmente un quadro normativo e chi invece la definisce senza mezzi termini come un tentativo di reprimere tutte le forme associative che sfuggono al controllo del Partito. Secondo la normativa, le Ong straniere dovranno soddisfare criteri di registrazione e di controllo molto severi, che sollevano preoccupazioni sulla mancanza in Cina di progressi in direzione di un vero e proprio Stato di diritto. I critici contestano soprattutto il fatto che la legge porta le Ong straniere sotto la giurisdizione del Ministero cinese di Pubblica Sicurezza. Si pensa che avranno vita difficile soprattutto quelle che si occupano di diritti civili e umani. Molte organizzazione avrebbero già deciso di trasferire la propria sede fuori dalla Cina continentale: a Hong Kong o Taiwan.

Giappone: una nuova epoca comincerà il primo gennaio 2019. Forse

La scorsa estate il Giappone era stato sconvolto dalla notizia dell’intenzione di abdicare dell’attuale imperatore Akihito. Il governo ha istituito una task force per studiare una riforma della legge sulla famiglia imperiale che non prevede l’abdicazione del sovrano. Secondo indiscrezioni diffuse oggi dall’agenzia di stampa Kyodo, la proposta di riforma sarebbe nel suo stadio finale: servirà probabilmente un anno poi per la discussione e l’approvazione del parlamento. Qualcuno, infatti, sull’ascesa al trono del principe Naruhito il primo gennaio del 2019. E come di consueto, inizierà una nuova epoca, sul nome della quale però rimane ancora il mistero