In Cina e Asia – Pechino ha riconsegnato il drone sottomarino agli Usa

In by Simone

I titoli della rassegna di oggi:

– Pechino ha riconsegnato il drone sottomarino agli Usa
– Auto ferme e fabbriche chiuse per l’emergenza smog nella Cina settentrionale
– Choi-gate in Corea del Sud: la Rasputin di Seul nega tutte le accuse
– Amnesty accusa l’esercito birmano di «crimini contro l’umanità» per le persecuzioni dei rohingyaPechino ha riconsegnato il drone sottomarino agli Usa

Dopo un «negoziato amichevole» la Cina ha riconsegnato agli Stati Uniti il drone sottomarino «sequestrato» recentemente nel Mar Cinese Meridionale. Lo fa sapere il ministero della difesa cinese in un comunicato che, virtualmente, chiude l’ultimo braccio di ferro bilaterale tra Pechino e Washington. Giovedì scorso la marina cinese aveva intercettato nelle acque del Mar Cinese Meridionale un drone sottomarino americano utilizzato da una nave statunitense in esplorazione scientifica nei pressi delle Filippine. La Cina sosteneva si trattasse di un drone usato per operazioni di spionaggio militare, mentre gli Usa – che ne hanno denunciato il «furto» unilateralmente» – hanno sempre mantenuto gli obiettivi scientifici del drone, tra l’altro intercettato dalla marina cinese a 50 miglia nautiche dalle coste filippine: tecnicamente, in acque internazionali.

Auto ferme e fabbriche chiuse per l’emergenza smog nella Cina settentrionale

Da lunedì le autorità cinesi hanno fatto scattare le misure di contenimento dello smog previste in casi di «allarme rosso» per l’inquinamento dell’aria. Secondo Associated Press, più di 700 fabbriche nella provincia dello Hebei – confinante con Pechino – hanno sospeso o diminuito drasticamente la regolare produzione, mentre le forze di polizia hanno limitato l’accesso delle automobili nella municipalità di Pechino. Il picco dell’inquinamento annuale ha comportato anche la chiusura di decine di scuole in gran parte della Cina settentrionale. Gli ospedali, che nel weekend hanno registrato un aumento di pazienti con problemi respiratori, stanno approntando dei team medici per far fronte all’emergenza dei prossimi giorni.

Choi-gate in Corea del Sud: la Rasputin di Seul nega tutte le accuse

Si è aperto lunedì il processo a Choi Soon-sil, la cosiddetta «Rasputin sudcoreana» amica intima della presidentessa Park Geun-hye, accusata di aver manipolato Park e costretto le principali aziende sudcoreane a versare delle «donazioni volontarie» a fondazioni da lei controllate. Il caso ha portato a una crisi politica nazionale, con milioni di persone in piazza a reclamare le dimissioni della presidentessa. Mentre Park sembra aver concordato col parlamento un’uscita di scena soft dalla politica nazionale, durante la prima udienza del caso Choi ha negato tutte le accuse di collusione e abuso di potere, sostanzialmente ribaltando le indiscrezioni trapelate nelle scorse settimane in cui lasciava intendere la volontà di «essere punita» per i crimini commessi.

Amnesty accusa l’esercito birmano di «crimini contro l’umanità» per le persecuzioni dei rohingya

Un rapporto redatto da Amnesty International accusa l’esercito regolare birmano di «crimini contro l’umanità» ai danni della popolazione rohingya, minoranza etnica di fede musulmana al centro di una repressione armata da parte delle truppe di Yangoon. Il rapporto parla di sistematiche uccisioni di civili, stupri, torture e villaggi rasi al suolo nello stato Rakhine. Il Myanmar, che fino ad ora ha sempre respinto le accuse parlando di «operazioni anti terrorismo», durante un meeting dei principali leader della regione è stato costretto ad ammettere che il governo necessita di «tempo» per risolvere la questione. Secondo i leader del sud est asiatico, compresi Malaysia e Indonesia a maggioranza musulmana, il dossier rohingya in Myanmar è motivo di preoccupazione per tutta l’area.