In Cina e Asia – Il Global Times reagisce e attacca Trump

In by Simone

I titoli della rassegna di oggi:

– Il Global Times reagisce e attacca Trump
– La Cina è il paese più inquinante del mondo, ammettono i funzionari cinesi
– Xi Jinping sarà il primo presidente cinese a presenziare al summit di Davos
– Industriali sudcoreani alla sbarra per il Choi-gate
– Muore Jayalalithaa, la chief minister idolatrata del Tamil NaduIl Global Times reagisce e attacca Trump

Dopo alcuni giorni di cauto attendismo, il quotidiano cinese in lingua inglese Global Times, spesso espressione delle posizioni dei «falchi» del Pcc, rompe gli indugi e si scaglia contro Donald Trump. Il presidente statunitense in pectore, dopo la telefonata con la presidentessa taiwanese Tsai Ing-wen, aveva lanciato una serie di tweet apertamente provocatori contro Pechino, ingaggiando la Cina in una guerra di nervi ancora poco chiara nei propri reali intenti. Il Global Times, in un editoriale, scrive: «I tweet contro la Cina di Trump sono solo una copertura per i suoi veri intenti, cioè trattare la Cina come un bel pezzo grasso di agnello e tagliarsene una fetta». «Senza curarsi di cosa pensa Trump, la Cina deve essere determinata nel respingere le sue richieste irragionevoli e combattere contro le sue mosse se esse andassero contro gli interessi cinesi, anche a costo di incrinare le dinamiche dei rapporti sino-americani».

La Cina è il paese più inquinante del mondo, ammettono i funzionari cinesi

Durante un forum sulla protezione ambientale tenutosi Guangdong un alto funzionario cinese ha ammesso la gravità della situazione ambientale nel paese, in particolare per livello di inquinamento elevatissimi. Wang Jinnan, capo ingegnere della Chinese Academy for Environmental Planning, ha spiegato che il paese ha bisogno di almeno 1,75 trilioni di yuan (pari a 237 miliardi di euro) per implementare le misure di riduzione delle emissioni necessarie a raggiungere gli obiettivi fissati per la fine del 2017. Ma il «deficit di investimenti» attuale rischia di vanificare gli sforzi sul territorio, in particolare nella macro-area di Pechino – Tianjin ed Hebei, la più inquinante della Repubblica popolare.

Xi Jinping sarà il primo presidente cinese a presenziare al summit di Davos

Secondo un’indiscrezione del Financial Times, pare che Xi Jinping presenzierà al summit di Davos del prossimo gennaio, nel tradizionale appuntamento annuale nella cittadina svizzera che raccoglie esponenti dell’ambiente economico e finanziario mondiale. Nonostante la partecipazione non sia stata ancora annunciata ufficialmente, il Financial Times parla di preparativi già in corso per inserire una giornata al forum negli appuntamenti già previsti dalla visita di stato che Xi effettuerà in Svizzera all’inizio del 2017. La presenza di Xi dimostrerebbe la volontà di Pechino di attrarre maggiori investimenti nel paese portando la promozione del paese a Davos a un livello inedito: se prima d’ora diversi primi ministri cinesi avevano partecipato al forum economico, Xi Jinping sarebbe il primo presidente cinese in assoluto a farlo.

Industriali sudcoreani alla sbarra per il Choi-gate

La crisi di governo in corso a Seul causata dallo scandalo del Choi-gate sta avendo conseguenze anche sull’ambiente imprenditoriale sudcoreano. I vertici di Samsung, Hyundai e altri sei brand locali, riporta Bbc, sono stati interrogati da una commissione parlamentare circa le accuse di «donazioni» illecite a fondi legati alla presidentessa Park Geun-hye, in cambio di favori. Nonostante la commissione d’inchiesta non abbia alcun potere esecutivo, l’interrogatorio è visto come il luogo dove fare pubblica ammenda. Secondo gli inquirenti la presidentessa Park avrebbe fatto pressioni per ricevere donazioni destinate a fondazioni gestite direttamente da Choi Soon-sil, l’amica di lunga data accusata di aver manipolato la presidentessa per benefici personali. Le donazioni sarebbero nell’ordine di decine di milioni di dollari.

Muore Jayalalithaa, la chief minister idolatrata del Tamil Nadu

Nella nottata di lunedì 5 dicembre la chief minister del Tamil Nadu, Jayalalithaa, è morta in seguito a complicazioni cardiache dopo una degenza in ospedale durata tre mesi. Aveva 68 anni ed è riconosciuta come uno dei personaggi politici più influenti del panorama indiano. Amatissima dal proprio elettorato in Tamil Nadu, stato meridionale indiano che vanta gli indicatori migliori in mortalità infantile, alfabetizzazione e occupazione, ha svolto un ruolo di primo piano nella politica regionale per quasi mezzo secolo. Ex eroina del cinema locale, mai sposata e senza figli, Jayalalithaa ha seguito le orme di MG Ramachandran (anche lui ex attore) prendendo le redini del partito dalit AIADMK nel 1987. Nei diversi mandati alla guida del Tamil Nadu Jayalalithaa è riuscita a raggiungere un apprezzamento popolare molto vicino all’adorazione per il divino, proiettando la figura di una chief minister «materna» vicina ai poveri e impegnata nel progresso dello stato meridionale. Amma (mamma, in tamil), com’era soprannominata da tutti, con politiche populiste ma efficaci ha attraversato cinque decenni di Storia sopravvivendo a diversi scandali finanziari. Oggi viene ricordata come una leader rispettata da tutti.