In Cina e Asia – Xi Jinping: cospiratori nel partito, più disciplina

In by Gabriele Battaglia

I titoli di oggi della nostra rassegna:

– Xi Jinping: cospiratori nel partito, più disciplina
– Ai Weiwei chiede all’Occidente di fare pressioni sulla Cina per fermare le violazioni dei diritti umani
– Bob Dylan supera la censura
– Girl band in tenuta nazi, le scuse di Sony
– Bloccata vendita di armi, Duterte agli Usa: «Scimmie» Xi Jinping: cospiratori nel partito, più disciplina

In un editoriale pubblicato sul Quotidiano del popolo, voce del Partito comunista cinese (Pcc), il presidente cinese e segretario generale del Pcc Xi Jinping ha attaccato anonimi «cospiratori» assetati di potere che si muoverebbero all’intero degli organi centrali del partito per minare la governance del paese. Xi ha richiamato alla necessità di un’ulteriore stretta ideologica sulla leadership. «Nessun membro del partito», ha scritto, «deve fornire dichiarazioni che vanno contro la teoria, il percorso, i principi le politiche e le decisioni del partito». L’editoriale di Xi arriva a pochi giorni dalla conclusione del Plenum (la riunione dell’elite del partito) al termine del quale il presidente è stato dichiarato “cuore” della leadership e sembra prefigurare una continuazione della lotta senza confini alla corruzione dei funzionari a tutti i livelli all’interno della leadership.

Ai Weiwei chiede all’Occidente di fare pressioni sulla Cina per fermare le violazioni dei diritti umani

L’artista dissidente Ai Weiwei torna a parlare sullo stato dei diritti umani in Cina e chiede ai “soci d’affari” di Pechino in Occidente di fare pressioni per fermare la repressione prima che sia troppo tardi. Durante un evento al Council on Foreign Relations di New York l’artista, incarcerato per 81 giorni nel 2011 per quattro anni costretto a rimanere in Cina, ha invitato i governi occidentali a «fare ciò che ritengono giusto», sicuri che a Pechino «dovranno ascoltarli» e avere cura e rispetto dei propri partner economici. Per Ai Weiwei la situazione Oltre muraglia, soprattutto in seguito al recente giro di vite su attivisti e avvocati per i diritti civili è «molto difficile». A settembre uno degli avvocati di Ai, Xia Lin è stato condannato a 12 anni di prigione, ma più di 200 avvocati e attivisti sono stati condannati esclusivamente per avere difeso alcuni clienti sotto controllo delle autorità.


Bob Dylan supera la censura

Bob Dylan attira nuovi fan dall’ex impero di mezzo superando il muro della censura. Dopo l’attribuzione al cantautore americano del Nobel per la Letteratura, centinaia di netizen cinesi hanno citato “Blowin’ in the wind” e altre opere di Dylan. La canzone, scritta all’inizio degli anni ‘60, non era stata suonata durante il concerto di Pechino nel 2011 che aveva procurato a Dylan critiche per aver presentato una scaletta autorizzata dai censori locali. Ma, nonostante tutto, l’inno pacifista sembra riscuotere notevole successo Oltre muraglia, tanto da essere stata ripresa da profili social di università pubbliche e media. Altre citazioni di Dylan riferite alla libertà e al cambiamento hanno avuto notevole risonanza sul web cinese senza incontrare ostacoli. Il dubbio è che però il pubblico cinese sia stato investito dal “rumore” causato dal premio al cantautore e che sia meno interessato al messaggio contenuto nei testi delle canzoni.


Girl band in tenuta nazi, le scuse di Sony

Si sono esibite in costume a tema nazista e ora la loro casa discografica chiede scusa. È ciò che è successo alle Keyakizaka46, una girl band giapponese che lo scorso 22 ottobre a Yokohama hanno indossato per la loro esibizione divise grigio scuro, cappelli e mantelli neri molto simili a quelli indossati dai gerarchi delle SS più di 70 anni fa. Sony Music, con cui le giovani sono sotto contratto, ha chiesto ufficialmente scusa per il fatto, dopo le numerose critiche ricevute sui social network e dopo che il Simon Wiesenthal Centre, organizzazione non governativa con sede a Los Angeles che promuove la ricerca e la memoria dell’Olocausto, ha presentato una protesta ufficiale. Da Tokyo si sono difesi subito sostenendo che nessuno della produzione era a conoscenza dello «stile» dei costumi delle cantanti. Ma il caso potrebbe ripercuotersi anche sulle olimpiadi di Tokyo dato che il produttore del gruppo, Yasushi Akimoto è membro del comitato organizzatore.

Bloccata vendita di armi, Duterte agli Usa: «scimmie»

Il presidente filippino Rodrigo Duterte si scaglia nuovamente contro gli Stati Uniti, bollando il Dipartimento di Stato Usa, che ha bloccato la vendita di armi al suo paese, come «scimmie» e «folli». Secondo quanto riferito dai media Usa, il presidente della commissione per le relazioni internazionali del Senato Ben Cardin ha espresso la sua contrarietà alla vendità citando le violazioni dei diritti umani commessi dal governo filippino nella personale lotta alla droga del presidente Duterte. Duterte ha fatto intendere che si rivolgerà a fornitori autoctoni, russi e cinesi.