In Cina e Asia – Ai sino-americani piace Trump

In by Gabriele Battaglia

I titoli della rassegna di oggi:

– Ai sino-americani piace Trump
– Alibaba guarda ad Hollywood
– Pechino inasprisce le norme sui servizi di auto a noleggio, Didi protesta
– Scontri tra «terroristi» e polizia nello Stato Rakhine
– La salute del re thailandese è «instabile» Ai sino-americani piace Trump

Ai sino-americani piace Trump, un uomo i cui successi personali sono di incoraggiamento per la comunità imprenditoriale asiatica locale. Stando al Scmp, la sua indole ribelle attrae anche quelle fasce della popolazione normalmente poco interessate alla politica. Ad accrescere la celebrità sono sopratutto le politiche impopolari messe in campo da Obama in economia, immigrazione e sicurezza nazionale. Ma non è facile quantificare il reale supporto ottenuto dall’imprenditore.Secondo un rapporto del Pew Research Centre, la metà degli americani asiatici sono filodemocratici, mentre solo il 28 per cento si identifica come repubblicano: i consensi registrati dal partito di Trump sono scesi dal 50 per cento del 1992 al 25 per cento dl 2012. Secondo un’imprenditrice cinese emigrata negli Usa nel 2008, la partecipazione cinese alle vicende locali è cominciata in seguito alla condanna per omicidio colposo del poliziotto Peter Liang per la morte di un uomo di colore durante una sparatoria, primo caso a New York in oltre dieci anni. Una sentenza che i sino-americani considerano motivata dal crescente razzismo nei confronti della comunità cinese e che negli ultimi anni si è tradotta in una revisione delle quote di accesso all’università penalizzante nei confronti degli americani di origine asiatica, una categoria che ha ormai superato numericamente quella degli ispanici.

Alibaba guarda ad Hollywood

Dopo Wanda Group, anche Alibaba guarda ad Hollywood. Nella giornata di domenica il colosso fondato da Jack Ma ha rivelato la nascita di un’intesa con Amblin Partners, la compagnia di produzione di Steven Spielberg. L’accordo dovrebbe incoraggiare la distribuzione di film americani in Cina, e al contempo agevolare la penetrazione di Alibaba nella Mecca del cinema, che entra così in possesso di una quota di minoranza nella società di Spielberg. Per Amblin è la prima partnership in Cina, secondo mercato cinematografico al mondo dopo gli Usa. Nel corso dell’anno, Alibaba Pictures – l’azienda cinematografica dell’omonimo gruppo- aveva cercato di ampliare i suoi investimenti finanziando Mission: Impossible-Rogue Nation con Tom Cruise e Star Trek Beyond, che ha incassato più di 20 milioni di dollari nella prima settimana dall’uscita cinese.

Pechino inasprisce le norme sui servizi di auto a noleggio, Didi protesta

Pechino, Shanghai e Shenzhen stanno valutando l’implementazione di regole più ferree nel settore più, permettendo l’acquisizione della licenza soltanto agli autisti in possesso dello hukou, il permesso di residenza locale. Una limitazione che, se applicata, lascerebbe circolare meno del 3 per cento dei 410,000 tassisti impiegati attualmente da Didi (l’Uber cinese) a Shanghai. I regolatori stanno inoltre ipotizzando di inasprire gli standard per i veicoli – come la larghezza minima dell’interasse- fino ad arrivare a vietare la circolazione di oltre l’80 per cento delle automobili utilizzate dalla società cinese. Va da sé che la notizia non ha mancato di impensierire Didi, che ad agosto ha acquisito Uber China diventando la più grande piattaforma dedicata al servizio nel Paese di Mezzo. Nel mese di luglio il settore, a lungo relegato in una zona grigia, aveva ricevuto l’approvazione ufficiale delle autorità cinesi.

Scontri tra «terroristi» e polizia nello Stato Rakhine

Tre posti di frontiera nello stato Rakhine, lungo il confine tra il Myanmar e il Bangladesh, sono stati presi simultaneamente di mira da un gruppo di assalitori. Il computo dei morti dovrebbe comprendere nove poliziotti e otto insorti oltre a diversi feriti. Secondo la ricostruzione apparsa sul sito Rohingya Vision, che monitora le condizioni della minoranza musulmana locale dei Rohingya, domenica le forze armate birmane avrebbero aperto il fuco contro alcune persone appartenente al gruppo etnico da anni sottoposto a varie forme di discriminazione da parte della popolazione buddhista. Il sito di notizie ha aggiunto che alcuni ponti della città sono state distrutti e che tre «ribelli Rakhine» sono stati ricoverati in ospedale in seguito agli attacchi. Secondo diversi giornalisti dietro le violenze ci sarebbe la Rohingya Solidarity Organization (RSO), un’organizzazione militante ritenuta da tempo inattiva.

La salute del re thailandese è «instabile»

Lo stato di salute del re Bhumibol Adulyadej, 88 anni, è «instabile». In una rara ammissione, un comunicato ufficiale rivela le condizioni precarie del monarca, su cui vige un rigoroso controllo delle informazioni. Dallo scorso anno Bhumibol Adulyadej, apparso per l’ultima volta in pubblico lo scorso 11 gennaio, è stato ricoverato presso il Siriraj Hospital di Bangkok per il trattamento di vari disturbi. L’ultimo bollettino medico del 1 ottobre dava il re in progressiva guarigione dopo «un’infezione respiratoria».L’ansia per la salute del monarca ha fatto da sfondo a oltre un decennio di tensioni politiche culminate con il golpe militare del 2014; la costituzione prevede che al re rimangano alcuni poteri tra cui i più significativi sono quello divieto o di approvazione e promulgazione delle leggi emanate dal parlamento, e quello di concedere l’indulto. Il re è inoltre il capo delle forze armate reali e il difensore della fede buddhista. La notizia dell’instabilità della sua salute è stata accolta con preoccupazione in borsa: lunedì il principale indice azionario ha perso il 3,6 per cento, mentre il bath, la valuta locale, è ai minimi da due anni.