Sunday Morning – Five Little Indians: Gandu

In by Simone

La band di Calcutta, attiva dal 2007 al 2011, ha provato a strizzare l’occhiolino alle sonorità crossover e nu-metal decisamente fuori tempo massimo, con risultati scadenti. La produzione «regolare», prendendo a piene mani dal vuoto pneumatico del nu-metal a cavallo dei Duemila non ci interessa, preferendo di gran lunga il capolavoro della colonna sonora scritta per il film Gandu, una specie di porno trainspotting bengalese del regista visionario Q.Risparmiandovi la mestizia dell’ascolto di nenie distorte come Screaming  At The Sun, ci permettiamo di saltare a pié pari la discografia «ufficiale» dei Fli, atterrando direttamente alla colonna sonora di Gandu. La pellicola del 2010, vincitrice di svariati premi internazionale e bandita in India per l’alto contenuto pornografico, è stata descritta dal regista Q come un «rap musical» su Calcutta e, anni fa, l’avevamo vista e recensita entusiasticamente (dallo stesso regista consigliamo anche il documentario Nabarun, proiettato recentemente al festival di Asiatica Film Mediale, a Roma).

In Gandu (letteralmente, «coglione», in bengali) la colonna sonora la fa da padrone e libera il potenziale di una band in grado, con la collaborazione ai testi dello stesso Q, di incidere tracce incazzate il giusto, usando il microfono come sfogo contro la società benpensante di una Calcutta fintamente composta e pettinata.

I testi, interamente in bengali, sono una boccata d’aria fresca nel panorama asfittico delle band alternative indiane che provano a sfondare appiattendosi o sulle tematiche Bollywood (sole, cuore, amore cantate in hindi) o su liriche in inglese.

Qui sotto la title track del film, Gandu.

E qui Rikshaw, dedicata all’amico di Gandu nel film, un rikshawalla devoto di Bruce Lee.

Di informazioni sui Five Little Indians online se ne trovano pochine, a parte la loro datata pagina Wikipedia.