La settimana dalla Cina in pochi comodi link: G20, il «Consenso di Hangzhou»; a Hong Kong trionfano le nuove forze politiche; chiuso il G20 di Hangzhou, tra promesse e «global governance»; anche le banche di Stato cinesi licenziano; il 40ennale della morte di Mao Zedong.
Lunedì 5 settembre – G20, il «Consenso di Hangzhou» di Gabriele Battaglia
Riforme liberiste sì, ma con giudizio, e addirittura una «nuova Rivoluzione Industriale» che dovrebbe incentrarsi sull’innovazione e l’inclusione di chi è rimasto indietro. La Cina incassa la promessa di una riforma della governance globale, mentre l’amministrazione Obama cerca di rendere irreversibile la politica fiscale espansiva.
Martedì 6 settembre – A Hong Kong trionfano le nuove forze politiche di Alessandra Colarizi
È un voto per il cambiamento quello che domenica ha sancito un rimpasto sostanziale del Legislative Council (Legco), l’organo legislativo monocamerale di Hong Kong; si tratta della prima chiamata alle urne dalle proteste democratiche del 2014, con un’affluenza del 58 per cento, superiore al picco del 55,6 per cento registrato nel 2004.
Mercoledì 7 settembre – Chiuso il G20 di Hangzhou, tra promesse e «global governance» di Simone Pieranni
Il G20 made in China si è concluso con un documento finale dalle buonissime intenzioni, all’insegna della cooperazione e della «crescita inclusiva», pur senza delineare alcuna linea guida pratica al raggiungimento dei tanti obiettivi prefissati. Nonostante questo il G20 di Hangzhou segna una discontinuità con il passato, data la «spinta» cinese al concetto di global governance, un cardine nuovo per le vecchie potenze, a cui si dovranno abituare nel prossimo futuro. È stato infatti un G20 «alla cinese», tendente al compromesso, anticipato dalla firma sul trattato del clima proprio da Pechino e Washington. Il fatto è che il meeting pare abbia lasciato sotto il tappeto tanti problemi globali, come descritto in una vignetta del New York Times di questi giorni.
Giovedì 8 settembre – Anche le banche di Stato cinesi licenziano di Andrea Pira
Le grandi banche cinesi lanciano allarmi sugli utili e sono alla ricerca di soluzioni per contenere i costi. La ricetta adottata è anche quelle dei licenziamenti. I tagli al personale hanno riguardato migliaia di dipendenti. Ma essendo i grandi istituti controllati dallo Stato soltanto in pochi chiamano le cose con il loro nome.
Venerdì 9 settembre – Mini speciale a 40 anni dalla morte di Mao:
Il controverso ricordo di Mao a 40 anni dalla morte di Alessandra Colarizi
Venerdì migliaia di persone sono confluite a Shaoshan, città natale di Mao Zedong, per ricordare il defunto presidente a 40 anni dalla morte. Ma mentre il ricordo del leader rimane vivo nel cuore di molti, la leadership guidata da Xi Jinping sembra aver optato per il silenzio. Mao rimane un idolo immortale per quanti ritengono che i trent’anni di riforme denghiste abbiano portato a distorsioni sociali quali una crescente ineguaglianza sociale e la rampante corruzione che affligge la gerarchia comunista. Questioni che Pechino teme possano mettere in crisi la propria legittimità.
Leggere «Stella rossa sulla Cina» oggi di Gabriele Battaglia
Che effetto fa, quarant’anni dopo la morte di Mao, la lettura del libro scritto dal giornalista statunitense Edgar Snow, che per primo racconta il futuro leader della «nuova Cina»? Un mondo totalmente diverso con alcune tracce di continuità, con la metamorfosi di cui si è reso protagonista il Partito.