I titoli della rassegna di oggi:
– Quinto test nucleare per Pyongyang
– La Cina snobba i colloqui sul Thaad
– A Shanghai è stretta contro le indiscrezioni sul mercato immobiliare
– L’Indonesia guarda ai metodi contro la droga di Duterte
– Si raffredda le ipotesi di un’imperatrice per il Giappone
Quinto test nucleare per Pyongyang
La Corea del Nord ha condotto il suo quinto test nucleare, il più potente fino a ora. È il secondo dall’inizio dell’anno. La conferma è stata data dall’agenzia d’informazione del regime, la Kcna, in un comunicato con cui si congratulava con gli scienziati che hanno lavorato all’esperimento.
L’esplosione è avvenuta attorno alle 2.30 italiane, provocando un terremoto di magnitudo 5.3. Il test è stato motivato con la necessità di verificare la potenza delle testate in possesso del regime ed è l’ultima in ordine di tempo di una serie di provocazioni in spregio alle sanzioni e alle risoluzioni Onu, portate avanti attraverso numerosi lanci di missili ed esperimenti balistici, compreso il riuscito lancio di un missile sottomarino due settimane fa e un ultimo test proprio nel giorno della chiusura del vertice G20 ospitato dalla Cina.
L’ultima esplosione «è la dimostrazione della volontà di essere pronti contro i nemici e una contromisura pratica contro le sanzioni imposte della forze ostili guidate dagli Stati Uniti», spiega ancora Pyongyang, che ha annunciato di poter installare la testata su un missile balistico.
La presidente sudcoreana Park Geun-hye ha condannato la «maniacale sconsideratezza» del giovane leader Kim Jong Un. Occorrerà adesso capire quali misure la comunità internazionale prenderà per punire Pyongyang. Il test dello scorso gennaio aveva spinto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite a rafforzare le sanzioni per evitare che il regime potesse finanziare il proprio programma nucleare. In molti puntano il dito contro la Cina accusata di non applicare seriamente le restrizioni.
La Cina snobba i colloqui sul Thaad
Il dispiegamento del sistema anti-missilistico Thaad in Corea del Sud è una spina nei rapporti tra Pechino e Seul, proprio mentre aumentano le preoccupazioni per la minaccia nucleare nordcoreana. I cinesi hanno snobbato il dialogo sulla sicurezza in corso nella capitale sudcoreana, non inviando alcun rappresentante. La ragione sta nell’opposizione al sistema Thaad che Pechino percepisce come una minaccia ai propri interessi e denunciando quella che considera una «corsa agli armamenti». Nel corso del bilaterale con la presidente Park Geun-hye a margine del G20 il capo di Stato cinese, Xi Jinping, aveva rimarcato la propria opposizione al sistema, sostenendo che non avrebbe contribuito alla stabilità della regione, ma al contrario avrebbe fomentato nuove tensioni
A Shanghai è stretta contro le indiscrezioni sul mercato immobiliare
Almeno sette agenti immobiliari in stato di fermo e diversi account oscurati sui social network per fermare rumor e indiscrezioni su possibili limitazioni all’acquisto di case. L’accusa è di aver messo in giro informazioni false e turbato l’ordine sociale. I messaggi circolati in rete sostenevano che l’amministrazione locale di Shanghai sarebbe stata in procinto di varare regole più stringenti per l’acquisto di una seconda casa, aumentando i prezzi del 50 per cento e in questo modo spingendo i possibili acquirenti a muoversi prima dell’eventuale entrata in vigore di queste nuove norme. E ad agosto, tra il 22 e il 28, le vendite sono effettivamente raddoppiate rispetto alla settimana precedente. Altre indiscrezioni sostenevano che i componenti di una coppia in via di divorzio avrebbero dovuto attendere almeno un anno per acquistare una nuova abitazione.
L’Indonesia guarda ai metodi contro la droga di Duterte
Rafforzare la strumentazione degli agenti e permettere loro di sparare con più facilità. L’Indonesia si ispira ai metodi di lotta contro il narcotraffico e lo spaccio utilizzati dal presidente filippino Rodrigo Duterte. Per il capo dell’agenzia anti-droga, Budi Waseso i problemi dell’Indonesia sono paragonabili a quelli delle Filippine. Critiche alla fascinazione indonesiana per i metodi di Duterte sono arrivate dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani.
Dall’elezione a presidente del controverso e pittoresco presidente filippino, almeno 2.000 persone sono state uccise in quelli che di fatto sono omicidi extragiudiziari, perché sospettate di essere coinvolte nel traffico di droga. La stesso governo indonesiano non è esente da critiche. Lo scorso hanno l’esecuzione di due cittadini australiani causò una crisi diplomatica tra Canberra e Giacarta.
Si raffredda le ipotesi di un’imperatrice per il Giappone
S i raffredda l’ipotesi che la revisione della legge sulla successione in Giappone possa portare sul trono imperiale una donna. Per il primo ministro Shinzo Abe la priorità è al momento permettere all’imperatore Akihito di abdicare, desiderio da lui stesso espresso, sebbene indirettamente.
Le regole della casa imperiale non permettono infatti al sovrano di abbandonare il proprio ruolo. Pertanto si sta studiando una revisione della legge. Questo tuttavia non vuol dire che la riforma possa prevedere una successione femminile che permettere alla figlia dell’attuale erede al trono di diventare imperatrice. Ipotesi per altro malvista dai settori più conservatori della politica nipponica.