I titoli della rassegna di oggi:
– Financial Times: banche cinesi vere perdenti nel piano di salvataggio per acciaio e carbone
– G20 di Hangzhou: Pechino pronta a dare maggior peso a finanza inclusiva e diritti speciali di prelievo
– Le Little Pinks e le nuove frontiere del nazionalismo cinese
– Nella provincia cinese del Sichuan è "giro di vite" sui compleanni
– Manila e maoisti verso la pace
– Giappone stanzia altri 30 miliardi di dollari per l’Africa
Financial Times: banche cinesi vere perdenti nel piano di salvataggio per acciaio e carbone
Secondo il Financial Times, le banche cinesi saranno le vere perdenti nel programma di salvataggio delle industrie dell’acciaio e del carbone varato da Pechino. Nella speranza di dare ossigeno ad acciaierie e minatori, i governi locali hanno annunciato una serie di misure di ristrutturazione, che impongono alle banche condizioni di finanziamenti più favorevoli o accordi di debt-for-equity swap.
L’appello al settore bancario di fungere da salvagente arriva in un momento quanto mai inopportuno, dopo due anni di rallentamento dei profitti e con gli istituti cinesi già impantanati nella palude dei crediti inesigibili – circa 15 trilioni di yuan, il 19 per cento del totale dei prestiti commerciali, stando ad alcune stime.
G20 di Hangzhou: Pechino pronta a dare maggior peso a finanza inclusiva e diritti speciali di prelievo
Oltre alla ripresa della crescita globale e all’abbattimento del protezionismo commerciale, la «finanza inclusiva» svolgerà un ruolo preponderante durante il G20 di Hangzhou, previsto per i primi di settembre. È quanto emerge dalle anticipazioni del vicegovernatore della People’s Bank of China. Come paese ospitante, la Cina si impegnerà a promuovere servizi finanziari per i gruppi a basso reddito – secondo la Banca Mondiale, nel 2014 due miliardi di adulti non avevano accesso al credito.
Sotto la presidenza cinese, un gruppo di lavoro ha già elaborato proposte per offrire «finanza inclusiva» attraverso mezzi digitali. Inoltre, la società di brokeraggio China International Capital Corporation (CICC) ha detto in una nota che la Cina cercherà di promuovere più ampio utilizzo di diritti speciali di prelievo (DSP), l’unità di conto del Fondo Monetario Internazionale, per esempio attraverso l’emissione di obbligazioni denominate in DSP.
Le Little Pinks e le nuove frontiere del nazionalismo cinese
In Cina il nazionalismo 2.0 è donna. Dal linciaggio social della presidente taiwanese Tsai Ing-wen, alle critiche dell’incontro tra Lady Gaga e il Dalai Lama passando per il boicottaggio della Lancome per aver sponsorizzato il concerto di una star coinvolta nelle proteste democratiche di Hong Kong. Ultimamente, a cavalcare l’ondata del nazionalismo online sono le Little Pinks, neologismo che sta a indicare una versione femminile del più noto esercito dei 50 centesimi, gli smanettoni prezzolati da Pechino per mettere il governo in buona luce.
Secondo statistiche della Pekin University, per esempio, durante la recente diatriba olimpionica tra il nuotatore australiano Mack Horton e lo sfidante cinese Sun Yang, a bersagliare gli account social di Horton sono stati soprattutto utenti donna, circa l’83 per cento. Più aggressive dei commentatori uomini, le Little Pinks hanno suscitato reazioni contrastanti tra l’opinione pubblica, guadagnandosi il plauso della Lega della Gioventù Comunista – il feudo di Hu Jintao – alle prese con una riforma della propria strategia social per smarcarsi dalle recenti accuse di lassismo ideologico mossele dall’amministrazione di Xi Jinping.
Nella provincia cinese del Sichuan è «giro di vite» sui compleanni
Secondo quanto riportava il China Daily venerdì, l’abitante di un villaggio del Sichuan è stato costretto a pagare una multa di 650 yuan ($100) per aver organizzato una festa in onore dell’87esimo compleanno della madre. Per combattere l’utilizzo improprio dei fondi pubblici, il distretto di Nanba ha emanato un’ordinanza che concede alle persone che siano anche membri del partito comunista di celebrare soltanto i compleanni dei genitori per i loro 80 e i 90 anni.
Lo scorso anno un’altra contea aveva stabilito che funzionari e gente comune potessero tenere banchetti soltanto per tre motivi: matrimoni, funerali e compleanni per quadri di oltre 70 anni, e solo una volta ogni 10 anni. Lo scorso gennaio un funzionario locale è stato multato per aver invitato 121 persone ad una costosa festa organizzata per il suo 60esimo compleanno, appena alcuni giorni dopo aver lasciato l’incarico pubblico. Stando alle stime dei media di Stato, ammontano ormai a circa 740mila le persone sanzionate nell’ambito della campagna anticorruzione lanciata nel 2012 da Xi Jinping.
Manila e maoisti verso la pace
Venerdì scorso, il governo filippino e i maoisti hanno raggiunto un accordo per prolungare a tempo indeterminato la tregua inizialmente con scadenza sabato. Si tratta di un primo passo verso un processo di pacificazione per mettere definitivamente un punto a quella che viene considerata una delle insurrezioni di più lunga data in Asia. «È un evento storico ma rimane ancora molto da fare» a dichiarato Jesus Dureza, advisor nuovo presidente filippino Rodrigo Duterte durante la cerimonia che ha accompagnato la firma dell’intesa a Oslo, dove le due parti erano in trattative da lunedì.
Il capo della delegazione ribelle ha affermato che «i colloqui di pace possono ora procedere in una buona atmosfera e possiamo andare avanti con i negoziati sulle riforme sociali ed economiche, che sono vitali per affrontare le radici del conflitto armato». Le rispettive delegazioni si incontreranno ancora in Norvegia per nuovi colloqui dall’8 al 12 ottobre.
Giappone stanzia altri 30 miliardi per l’Africa
Il Giappone accorcia la distanza che lo separa da Pechino nella lunga marcia in Africa, divenuta un’importante fonte di risorse energetiche dopo l’incidente di Fukushima. Tokyo si è impegnato a sborsare 30 miliardi nello sviluppo infrastrutturale e nel miglioramento dell’educazione e dell’assistenza medica nel continente.
Il nuovo pacchetto da 30 miliardi di dollari (da dilazionare in 3 anni) – annunciato sabato nell’ambito della sesta Tokyo International Conference on Africa Developmemt (TICAD) – si va ad aggiungere ai 32 miliardi stanziati durante l’ultimo meeting del 2013, di cui il 67 per cento già impiegato in vari progetti. Nel 2015 gli investimenti diretti del Giappone in Africa sono scesi a 1,24 miliardi rispetto agli 1,5 dell’anno precedente. Per avere un metro di paragone, si consideri che lo scorso anno Pechino ha iniettato 2 miliardi per la realizzazione di un unico progetto nella Guinea equatoriale.