I titoli della rassegna di oggi:
– Giovani indipendentisti di Hong Kong in ascesa
– Guerra ai trafficanti di droga nelle Filippine: capo della polizia invita i «clienti» a bruciare le case degli spacciatori
– L’India verso la messa al bando della surrogazione di maternità
– Ipotesi proiettili al pepe e gas al peperone per sostituire i proiettili pellet in KashmirGiovani indipendentisti di Hong Kong in ascesa
Secondo uno studio della Chinese University of Hong Kong pubblicato nel mese di luglio il 17 per cento dei cittadini dell’isola sarebbe favorevole a staccarsi dalla Cina continentale, cifra che sale al 40 per cento nella fascia tra i 15 e i 24 anni. Effetto dell’ascesa dei partiti indipendentisti locali nati dalle ceneri del movimento di protesta Occupy Hong Kong del 2014.
Gli esponenti delle nuove formazioni politiche, fondate da studenti universitari, hanno messo al centro del proprio programma il concetto di «indipendentismo» da Pechino, con l’intenzione di affrancarsi dall’influenza della Repubblica popolare che starebbe «erodendo lo stile di vita della città» cosmopolita, democratico e pluralista.
Nonostante il sentimento «localista» sia «qui per restare», avendo attecchito in particolare nei giovani, alle prossime elezioni del 4 settembre i neonati partiti indipendentisti non potranno presentarsi, in virtù di una clausola controversa che obbliga i candidati a firmare un documento in cui ci si prende atto che l’isola è «parte inalienabile» della Cina.
Guerra ai trafficanti di droga nelle Filippine: capo della polizia invita i «clienti» a bruciare le case degli spacciatori
Nelle Filippine continua l’offensiva statale contro i signori della droga locale, campagna incoraggiata con vigore dal presidente Rodrigo Duterte, in carica dallo scorso mese di maggio. In tre mesi il conflitto tra i trafficanti di droga e le forze di sicurezza di Manila ha già causato la morte di oltre duemila persone.
Nella mattinata di venerdì il capo della polizia Ronald De La Rosa, riporta il Scmp, durante un discorso trasmesso in televisione ha invitato la popolazione a ribellarsi contro i trafficanti di stupefacenti, attaccando le loro case: «Perché non gli fate una bella visita, riempite le loro case di benzina e gli date fuoco come segno della vostra rabbia?» ha dichiarato De La Rosa. «Volete ucciderli? Fatevi avanti. Ammazzarli è permesso, siccome voi siete le vittime».
L’India verso la messa al bando della surrogazione di maternità
La proposta di legge redatta dal governo di New Delhi e presto al vaglio del parlamento contiene un drastico giro di vite per la pratica della surrogazione di maternità, un business che nel paese, secondo Bbc, è stimato intorno al miliardo di dollari annuale. Secondo la proposta sarà vietata la surrogazione di maternità a tutte le coppie straniere, alle coppie omosessuali – che, tra l’altro, in India non sono ancora riconosciute – e agli aspiranti genitori single. Rimangono fuori solo le coppie sposate indiane, a patto che siano unite in matrimonio da almeno cinque anni e ricorrano a una madre surrogata selezionata tra i parenti: condizione che, secondo la ministra degli esteri Sushma Swaraj, si chiamerà «surrogazione altruistica».
La legge, secondo i detrattori eccessivamente restrittiva, potrebbe avere la conseguenza di incentivare il mercato nero della surrogazione di maternità nel paese.
Ipotesi proiettili al pepe e gas al peperone per sostituire i proiettili pellet in Kashmir
Mentre nella valle del Kashmir continuano gli scontri tra manifestanti ed esercito indiano, una commissione formata ad hoc per trovare un’alternativa all’utilizzo di proiettili pellet ha suggerito un maggiore utilizzo di «armi non letali» tra cui proiettili al pepe e gas al peperone da parte delle forze speciali governative attive nello stato.
In seguito alla repressione delle manifestazioni locali per l’uccisione del comandante separatista Burhan Wani, la stampa indiana e gli osservatori internazionali hanno criticato New Delhi per l’utilizzo smodato di proiettili pellet contro la folla, munizioni speciali che seppur tecnicamente «non letali» hanno condannato alla cecità permanente oltre cento persone.