In Cina e Asia – Ancora morti alla Foxconn

In by Gabriele Battaglia

I titoli della rassegna di oggi:

– Morti alla Foxconn
– Censura sugli avvocati
– Protesta pre-elettorale a Hong Kong
– Bomba a Bangkok, uiguri a processo
– Giappone, sgomberato il campo anti-nuclearista Morti alla Foxconn

Due morti tra gli operai della Foxconn riportano l’attenzione sulle condizioni di lavoro negli impianti del fornitore Apple. Si tratta di due casi diversi. Il primo un suicidio, il secondo un incidente. Entrambi però riguardano operai assunti da poco. Il primo lavorava nell’impianto di Zhengzhou da appena un mese. L’uomo si è lanciato da un palazzo una volta finito il turno in fabbrica. Il secondo è stato invece travolto da un treno dopo aver saltato le barriere dei binari per non tardare a lavoro.

Negli impianti si lavora all’ultima generazione di iPhone. Le morti rimandano allo stress della catena di montaggio. Sotto accusa è in particolare il sistema degli straordinari, necessari per arrotondare lo stipendio, ma in base ai nuovi accordi concessi soltanto a chi porta nuovi operai in fabbrica, creando ulteriori motivi di pressione sui lavoratori.

Censura sugli avvocati

Il tentativo di Zhou Shifeng di difendersi a braccio senza leggere il comunicato che gli era stato consegnato nel processo in cui è accusato di corruzione non appare nelle trascrizioni ufficiali. Zhou dirige lo studio legale Fengrui, bersaglio della campagna contro avvocati e società civile lanciato lo scorso anno.

Invece di chiedere perdono per le accuse che gli sono costate una condanna a sette anni, secondo quanto riportato dai giornalisti presenti al processo, Zhou ha iniziato a spiegare perché il processo nei suoi confronti può essere considerato un test, concludendo l’arringa vantando, non si sa con quanto sarcasmo, la correttezza del sistema legale socialista cinese. Qualcosa di simile è successo anche nel caso dell’attivista per i diritti civili, Hu Shigen.

Protesta pre-elettorale a Hong Kong

Quando mancano due settimane alle elezioni, centinai di dimostranti hanno manifestato a Hong Kong contro quella che considerano una censura politica per l’esclusione dal voto di sei candidati considerati favorevoli all’indipendenza dell’ex colonia britannica.

Pechino respinge la sola ipotesi che la regione amministrativa speciale possa diventare indipendente. Sta tuttavia prendendo forma un movimento detto localista critico con le politiche cinesi e che raccoglie parte degli scontenti per l’esito delle proteste del 2014.

Bomba a Bangkok, uiguri a processo

Trascorse due settimane dagli attacchi esplosivi ancora senza un responsabile del 11 e 12 agosto, inizia il processo contro i due uiguri accusati per l’attentato di un anno fa al tempio di Erawan. L’attentato che fece almeno 20 morti fu uno dei più gravi della recente storia thailandese. Da più parti le indagini sul caso sono state definite surreali.

A processo sono due uiguri Yusufu Mieraili e Bilal Mohammed. Secondo le autorità thailandesi l’attentato sarebbe stato perpetrato da bande di trafficanti di esseri umani Gli analisti guardano invece a una presunta risposta contro il rimpatrio in Cina di 109 esponenti della minoranza turcofona e musulmana. Inizialmente il governo emanazione della giunta golpista del primo ministro Prayut Chan-o-cha aveva puntato il dito contro gli oppositori interni, vicini all’esecutivo deposto a maggio del 2014.

Giappone, sgomberato il campo anti-nuclearista

Dopo cinque anni è stato sgomberato il campo di attivisti anti-nuclearisti che davanti al ministero per l’Economia e il Commercio ha contestato la gestione della crisi di Fukushima.

Gli attivisti contestano il progetto del governo di riattivare i reattori. Lo scorso giungo la Corte suprema aveva respinto l’ultimo ricorso presentato contro lo sgombero. Il campo, in realtà composto da tre tende, fu messo in piedi a settembre del 2011 davanti al ministero. Gli attivisti sono stati anche condannati a pagare l’equivalente di 209 dollari per ogni giorno di utilizzo del terreno.