I titoli della nostra rassegna di oggi:
– Gli obiettivi della spedizione olimpica a Rio
– Altri due generali rimossi
– La grande inondazione tra mito e realtà scientifica
– Giappone, antipatie tra donne al potere
– Irom Sharmila annuncia la fine dello sciopero della fameOlimpiadi di Rio, previsione 36 ori per gli atleti cinesi
Oltre quattrocento atleti cinesi saranno impegnati nei prossimi giorni alle Olimpiadi di Rio. Non c’è un obiettivo specifico, rivelano i media cinesi, ma ci si aspetta un numero di medaglie d’oro compreso tra 30 e 36. La previsione è in leggero ribasso rispetto alle 38 vinte a Londra quattro anni fa e di quasi venti unità in meno rispetto alle 51 vinte a Pechino dagli atleti del «paese di mezzo». Anche perché è in corso nel paese una transizione: il governo vuole mantenere stabili i finanziamenti pubblici agli sport olimpici, ma allo stesso tempo da qualche anno vuole spingere sullo sviluppo di una «sana» industria dello sport, che abbia al centro le discipline professionistiche come il calcio e il basket. Ciò che è certo è che la Cina si contenderà il primo posto nella classifica finale con gli Stati Uniti, l’altra superpotenza mondiale. La Cina può puntare sugli sport «di casa», come il ping pong, il badminton e poi su specialità come i tuffi, il tiro al bersaglio, il nuoto e l’atletica leggera.
Rimossi altri due generali per corruzione
Due ex generali dell’esercito popolare di liberazione sono stati rimossi per corruzione, rivela il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post. Li Jinai ex direttore del dipartimento politico incaricato delle nomine di nuovi ufficiali, e Liao Xilong, ex dirigente del dipartimento logistico incaricato degli approvvigionamenti e di servizi di supporto, sono stati «portati via» dai funzionari per la disciplina dell’esercito mentre erano riuniti con altri quadri in pensione a luglio scorso. Fino al 2013, i due facevano parte della commissione militare centrale, presieduta dal presidente Xi Jinping. Dopo Xu Caihou, morto mentre era sotto indagine, e Guo Boxiong, condannato all’ergastolo giorni fa, Li e Liao si aggiungono al numero di generali rimossi nel giro di vite sulla corruzione avviato da Xi nel 2012. Uno sforzo senza precedenti: nessuno dei predecessori di Xi aveva rimosso quattro su dieci membri militari della commissione centrale militare.
Prove scientifiche per la «Grande inondazione»
La «Grande inondazione», che, secondo il mito, ha dato inizio alla civiltà cinese, è stato un evento storico. A dimostrarlo uno studio, pubblicato su Science, su alcuni scheletri di bambini ritrovati nella provincia del Qinghai, Cina occidentale. I resti umani, datati 1920 a.C. sono stati ritrovati in fratture nel terreno ricoperte da fango, tipico di un’alluvione. Sarebbe stata una frana seguita a un terremoto a bloccare il corso del Fiume Giallo e favorito un’inondazione senza precedenti, in grado di allagare oltre 2mila chilometri di territorio a valle.
La nuova governatrice di Tokyo e la nuova ministra per le Olimpiadi non si sopportano
La nuova governatrice di Tokyo Yuriko Koike deve affrontare la sua prima sfida: cercare di lasciare da parte le antipatie e collaborare con il governo nazionale per l’organizzazione delle Olimpiadi del 2020 che si terranno proprio nella capitale del Giappone. Koike sarebbe in pessimi rapporti da una parte con la neo-eletta ministra per le Olimpiadi Tamayo Marukawa e d’altra parte con Yoshiro Mori, ex premier, a capo del comitato organizzativo. «Questo gruppo ci fa temere tensioni e disordini», ha spiegato un funzionario del governo metropolitano all’agenzia di stampa Kyodo. In particolare è il rapporto con Marukawa a preoccupare: più volte durante la campagna elettorale la neoministra ha attaccato la neogovernatrice dicendo che l’elezione della seconda sarebbe stata una «perdita di tempo». Koike è stata eletta senza l’appoggio del partito di maggioranza guidato dal premier Shinzo Abe. In un colloquio con la governatrice, questi avrebbe comunque espresso il desiderio che governo nazionale e metropolitano collaborino sul capitolo Olimpiadi.
Irom Sharmila annuncia fine dello sciopero della fame e candidatura alle elezioni in Manipur
Irom Sharmila, la lady di ferro di Manipur, interromperà il suo sciopero della fame lungo 16 anni l’anno prossimo. Dopo l’uccisione di dieci civili da parte dell’esercito indiano nello stato dell’India nordorientale, al confine con il Myanmar, a novembre 2000, la donna aveva iniziato uno sciopero della fame che l’ha costretta a essere ricoverata e nutrita per mezzo di sondini nasali. Ora Sharmila, 44 anni, rivuole la sua vita. E ha annunciato che si candiderà alle elezioni amministrative che si terranno nello stato, dove dal 1958 vige una legge speciale che dà all’esercito indiano libertà d’azione nel mantenimento dell’ordine pubblico, il prossimo anno. Per molti, però, la sua decisione non sarebbe autonoma ma influenzata da Desmond Coutinho, fidanzato e consigliere della donna, considerato dai sostenitori di lei un «eccentrico».