I titoli di oggi della nostra rassegna:
– Mar cinese meridionale: ADIZ «un diritto» per Pechino
– Sentenza corte arbitrale Aja, il nazionalismo si fa sul web
– Li Keqiang in Mongolia per ASEM e accordi strategici
– THAAD, Washington e Seul accelerano i tempi, ma il ministro degli Esteri sudcoreano è contrario
– Attentato Dhaka, minacce a un’associazione musulmana in Giappone Mar cinese meridionale: ADIZ «un diritto» per Pechino
La Cina ha il «diritto» di istituire una zona di identificazione aerea (ADIZ) sul Mar cinese meridionale a seconda del livello di minaccia avvertita. Già nel 2013, all’apice delle tensioni con il Giappone sulle isole contese nel Mar cinese orientale, le Senkaku/Diaoyu, Pechino aveva dichiarato l’istituzione di una zona di identificazione aerea sulle isole.
A poche ore dalla sentenza della Corte arbitrale internazionale dell’Aja, il vice ministro degli esteri di Pechino Liu Zhenmin. Al contempo, il governo ha pubblicato un libro bianco in cui chiede al governo delle Filippine di risolvere la diatriba attraverso negoziati bilaterali.
Pechino accusa Manila di portare «ragioni infondate» dal punto di vista storico e del diritto internazionale a sostegno delle sue rivendicazioni e denuncia la decisione di portare il caso di fronte alla Corte arbitrale internazionale «un atto di malafede». Intanto, però, alla Cina arrivano richiami da Filippine, Stati Uniti e Giappone a rispettare il verdetto di ieri. Le autorità di Pechino continuano a rigettarlo, sostenendo che la Corte non è un’agenzia delle Nazioni unite e che non nella sua commissione giudicante nessun giudice asiatico.
Sentenza corte arbitrale Aja, il nazionalismo si fa sul web
Il verdetto negativo della corte arbitrale dell’Aja ha riattivato il patriottismo popolare cinese. Il tribunale ha rigettato le posizioni di Pechino sulla «linea a nove punti» che costituirebbe secondo le autorità cinesi il confine marittimo della Cina nel Mar cinese meridionale e riconosciuto invece le ragioni delle Filippine.
Canali di sfogo preferiti sono stati ancora una volta i social network e le piazze dell’e-commerce. Secondo quanto riporta il Global Times, quotidiano in lingua inglese vicino all’establishment comunista cinese, in migliaia hanno postato mappe della Cina con la famosa linea di confine immaginaria con lo slogan: «la Cina non rinuncerà a un singolo punto della sua terra». Anche alcune star cinesi conosciute anche all’estero si sono schierate contro la sentenza attirando critiche da utenti vietnamiti e filippini. Su Taobao, principale supermarket online, alcuni venditori hanno lanciato un’iniziativa di boicottaggio dei mango filippini. «I nostri mango vengono dalla Thailandia e dal Guangxi. Non dalle Filippine», avrebbero scritto.
Li Keqiang in Mongolia per ASEM e accordi strategici
Il primo ministro cinese Li Keqiang è arrivato a Ulan Bator in Mongolia per l’11esimo vertice Asia-Europa (ASEM). Nell’occasione, Li punta a rilanciare le relazioni Cina-Europa su una base di cooperazione pragmatica, scrive l’agenzia di stampa Xinhua, dopo il vertice con l’Unione europea di ieri conclusosi con un impegno bilaterale a migliorare le relazioni Cina-Ue per ridare slancio all’economia mondiale. In ballo c’è anche il riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato da parte dell’Ue.
Ma sopratutto, il premier cinese incontrerà le autorità locali, in particolare il primo ministro Jargaltulga Erdenebat, con cui firmerà alcuni accordi di cooperazione nel campo del commercio, delle infrastrutture, della finanza, dell’energia e dell’ambiente, nell’ambito della partnership strategica e comprensiva lanciata nel 2014 dai due paesi.
THAAD, Washington e Seul accelerano i tempi, ma il ministro degli Esteri sudcoreano è contrario
Il Ministro della difesa della Corea del Sud ha annunciato il luogo in cui verrà installato il sistema di difesa antimissilistica THAAD di produzione americana. Si trova a Seongju, nel sudest della penisola. Il THAAD è una batteria missilistica che viene attivata in caso di lancio di missili nemici per intercettare questi ultimi e farli esplodere prima che possano colpire il loro obiettivo. La notizia è destinata ad aumentare le tensioni nell’area: il sistema è infatti oggetto di una polemica a distanza tra Corea del Sud, Stati Uniti, Cina e Russia.
Sebbene il sistema sia stato pensato in funzione anti-Corea del Nord, la vicinanza ai confini cinese e russo destano sospetti a Pechino e Mosca nei confronti dell’interventismo americano nella penisola coreana. Anche all’interno della stessa leadership sudcoreana, però ci sarebbero delle divisioni sul THAAD. Il quotidiano Hankyoreh ha infatti rivelato la contrarietà del ministro degli Esteri Yun Byung-se all’utilizzo del sistema THAAD sul breve termine perché renderà più difficile coordinare l’azione sulle sanzioni internazionali contro la Corea del Nord.
Attentato Dhaka, minacce a un’associazione musulmana in Giappone
Un’associazione musulmana della città di Shizuoka, Giappone orientale, a pochi chilometri da Tokyo, ha fatto sapere di avere ricevuto lettere minatorie in seguito all’attacco di Gulshan, nella capitale del Bangladesh Dhaka, dove sono rimasti uccisi 20 persone, tra cui alcuni cittadini giapponesi. «Attenti, vi colpirò con una mazza alle spalle», recita una delle quattro lettere, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo. Gli scritti sarebbero stati composti dalla stessa persona.
Non è la prima volta che le associazioni musulmane in Giappone — dove le persone di religione islamica sarebbero ufficialmente un centinaio di migliaia — diventano oggetto di minacce o discorsi di incitamento all’odio. Era successo anche a febbraio del 2015, in seguito all’uccisione del giornalista Kenji Goto e del contractor militare Haruna Yukawa avvenuta in Siria da parte di uomini del gruppo dello Stato islamico e in seguito agli attentati di Parigi di novembre dello stesso anno. Il Parlamento ha da pochi giorni approvato una legge sui discorsi discriminatori, ma molti esperti sono scettici verso la sua effettiva capacità repressiva.