La Cina cambia la metodologia di calcolo del Pil per far pesare di più gli investimenti in ricerca e sviluppo e in innovazoine. Al G20, i ministri delle economie dell’area decidono di tagliare le tariffe commerciali. In Cina sono sempre meno i bambini lasciati indietro. E infine un punto sulle elezioni per la Camera alta giapponese di ieri. Buona lettura.
Dragonomics – Pechino cambia il calcolo del Pil di Andrea Pira
La Cina fa un altro passo avanti nell’adeguare la metodologia di calcolo del proprio Pil agli standard internazionali. Il nuovo metodo farà pesare l’impatto degli investimenti in ricerca e sviluppo e dell’innovazione. Ma restano i dubbi sull’attendibilità delle statistiche ufficiali.
In Cina e Asia – G20: Meno tariffe commerciali di Redazione
I titoli della rassegna di oggi:
– G20: Meno tariffe commerciali
– Pechino stringe la morsa su avvocati e attivisti: aumenta il numero di richiedenti asilo all’estero
– Cina, malati e indebitati
– Global Witness: «Miniere illegali riempiono le tasche dei ribelli afghani».
– Pescatori illegali cinesi strangolano l’industria ittica della Guinea
– La vittoria del partito di Shinzo Abe alla camera alta preoccupa Pechino
– Cambogia: ucciso analista politico critico verso Hun Sen
– Giappone: detenuti in sciopero della fame
In Cina «Left behind children» in diminuzione di Simone Pieranni
Il fenomeno dei bambini «left behind» – i figli rimasti senza genitori nelle zone rurali – ha contrassegnato la Cina negli ultimi anni. Quest’anno per la prima volta pare che il fenomeno sia in diminuzione: secondo i media locali, almeno 560mila bambini si sarebbero trasferiti nelle città con i genitori.
Elezioni in Giappone: vittoria di Abe, ma senza trionfo di Marco Zappa
I numeri, o meglio le frazioni, contano. Due terzi: era questa la soglia necessaria al Partito liberal democratico di Shinzo Abe per avere la certezza matematica di approvare in parlamento le modifiche costituzionali tese a «normalizzare» il Giappone dal punto di vista strategico-diplomatico, eliminando i limiti nell’uso della forza militare imposti dal testo dalla carta del 1947, e indire un referendum popolare per il definitivo via libera agli emendamenti.