Le dimissioni del sindaco di Tokyo. La via indiana contro lo Stato islamico e le aperture economiche di Modi. La manifestazione contro la base statunitense di Okinawa. Il machismo indiano e la controversa sicurezza sull’isola di Bali. Buone letture.
Lunedì, 20 giugno: Spese fuori controllo: si dimette il sindaco di Tokyo
Yoichi Masuzoe, governatore (l’equivalente del sindaco) di Tokyo, si è dimesso la scorsa settimana in seguito a rivelazioni sulle sue spese fuori controllo. Incapace di difendersi in maniera convincente, è stato messo all’angolo dal suo partito, che si prepara alle elezioni del 10 luglio.
Martedì, 21 giugno: Contro l’Isis il modello di Islam da studiare è quello indiano
Com’è possibile che oggi, con la minaccia Isis e la psicomania collettiva del terrorismo islamico ben oltre le soglie delle nostre città, nel secondo paese musulmano al mondo non stia succedendo nulla? Com’è possibile che alla chiamata alle armi globale di al-Baghdadi, che attrae «foreign fighter» dal nordafrica alle periferie ghettizate europee, la risposta dei musulmani indiani continui, sostanzialmente, a latitare?
Martedì, 21 giugno: «Fuori i militari Usa da Okinawa»
Una delle manifestazioni più partecipate della recente storia del Giappone: decine di migliaia di giapponesi hanno protestato contro le basi militari americane a Okinawa, chiedendo una revisione dell’accordo di sicurezza tra i due paesi.
Mercoledì, 22 giugno: L’India di Modi e «i soldi degli altri»
Il premier indiano ha annunciato la «fase 2» dell’apertura del mercato agli investimenti diretti stranieri, un impulso che, secondo Modi, farebbe dell’India «l’economia più aperta del mondo». Autocertificazione – facilmente sbugiardabile – che descrive un modello di sviluppo non nuovo e decisamente controverso per i destini della popolazione locale.
Giovedì, 23 giugno: Salman Khan e la misoginia del maschio alpha indiano
La superstar di Bollywood è riuscita – di nuovo – ad alzare un polverone nazionale grazie all’ennesima improvvida dimostrazione di «naturale misoginia» che, nonostante tutte le campagne pubbliche per i diritti delle donne in India, rimane moneta corrente nello scambio di «opinioni» tra uomini di un certo, basso, livello.
Venerdì, 24 giugno: A Bali teppisti e disoccupati contro le influenze straniere
Il programma Bela Negara («Difendi la Nazione») era stato lanciato lo scorso anno dalle forze armate per far fronte all’erosione dei valori nazionalisti e inglobare milioni di dipendenti pubblici, medici e studenti in un corpo di difesa civile. Sull’isola più frequentata dal turismo internazionale il training prevede addestramento fisico e introduzione al maneggiamento di armi con il fine di rendere gli elementi più depravati della società «bravi cittadini».