Narendra Modi ha concluso l’ennesima visita negli Usa, applauditissimo al Congresso. Migliaiai di arresti in Bangladesh contro l’estremismo islamico. Le preoccupazioni giapponesi per la Brexit. Le istituzioni indiane rimuovo l’omofobia dalla strage di Orlando. Tokyo vuole rinunciare al pacifismo nella costituzione. Buone letture. Lunedì, 13 giugno: Narendra Modi incanta il Congresso Usa
Narendra Modi, la scorsa settimana, ha concluso l’ennesima visita negli Stati Uniti, la quarta in poco più di due anni da primo ministro. Anche questa volta Modi ha saputo regalare un altro «momento storico» alla nazione, tenendo un applauditissimo discorso al Congresso degli Stati Uniti, l’apice di una visita in cui l’India è riuscita a chiudere un accordo per la realizzazione, da parte di aziende Usa, di sei reattori nucleari.
Martedì, 14 giugno: Migliaia di arresti in Bangladesh contro l’estremismo islamico
Da venerdì scorso le forze di polizia del Bangladesh hanno iniziato una settimana di arresti a tappeto in risposta ai continui attentati contro esponenti di minoranze religiose e progressisti nel paese. I numeri sono impressionanti e volutamente altissimi, segno che l’amministrazione Hasina vuole mandare un messaggio chiaro e tondo al mondo e all’opposizione: il terrore islamico nel paese deve finire.
Mercoledì, 15 giugno: Brexit preoccupa anche il Giappone
Un’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea potrebbe mettere a rischio gli investimenti giapponesi — e migliaia di posti di lavoro — in Regno unito. Così anche a Tokyo si studiano strategie per fronteggiare il Brexit.
Giovedì, 16 giugno: Le istituzioni indiane rimuovono l’omofobia dalla strage di Orlando
All’indomani della strage del Pulse di Orlando sono piovuti messaggi di solidarietà agli Usa da ogni angolo del globo. Anche dall’India, che con Narendra Modi sta cercando di posizionarsi, a livello pubblico, come uno degli «amici» più cari della democrazia a stelle e strisce. Il cordoglio istituzionale, viaggiando tra comunicati stampa e tweet, si è però concentrato unicamente sulla minaccia terroristica globale, rimuovendo dal discorso il fatto che le 49 persone uccise da Omar Mateen erano omosessuali e l’atto terroristico «offerto» alla propaganda dell’Isis ha una caratterizzazione spiccatamente omofobica. Un tema dal quale le istituzioni indiane si tengono bene alla larga.
Venerdì, 17 giugno: Tokyo vuole rinunciare al pacifismo costituzionale
La costituzione così com’è oggi, non va più. Va cambiata perché, sostengono alcuni leader del partito del primo ministro Abe, non garantisce la sicurezza dei giapponesi contro minacce esterne — come i razzi nordcoreani, l’Isis o l’«arroganza» cinese — e interne — come i terremoti. Ma cambiare la costituzione è un’impresa complessa. Che fare allora? Sensibilizzare l’opinione pubblica, anche con i fumetti, e trovare scorciatoie «incostituzionali». Ne abbiamo parlato con Giorgio Colombo, professore associato di diritto comparato dell’Università di Nagoya, in Giappone.