La figura di leader integerrimo che Narendra Modi ha saputo proiettare in questi ultimi anni presta invariabilmente il fianco a critiche e polemiche cicliche lanciate dall’opposizione, nel tentativo di coglierlo in fallo oscurando l’aura di infallibilità che pare circondarlo.
L’ultima in ordine di tempo, lanciata dagli esponenti «grillini» di Aam Aadmi Party (Aap), riguarda il presunto falso dichiarato da NaMo nei documenti necessari all’iscrizione nelle liste elettorali. Il primo ministro avrebbe infatti vantato una laurea breve presa alla Delhi University (Du) e un master presso la Gujarat University (Gu). Documenti dei quali, nei registri degli atenei, pare non esserci traccia.La miccia che ha fatto esplodere il caso è stata accesa da Arvind Kejriwal in persona qualche settimana fa, ultimo capitolo di un conflitto a bassa intensità che vede fronteggiarsi il «sindaco» di Delhi e l’amministrazione federale indiana del Bharatiya Janata Party con armi subdole, una tortura della goccia cinese fatta di ripicche amministrative e scaricabarile dovuta alla peculiarità della capitale indiana, governata attraverso una gestione «ibrida» del potere divisa tra governo centrale (al momento, Bjp) e locale (al momento, Aap).
Una delegazione di deputati di Aap si è recata negli uffici di Du chiedendo una copia del diploma di laurea di Narendra Modi. Consultando gli archivi, secondo Aap, è saltato fuori che effettivamente un Narendra Modi si era laureato presso l’ateneo nel 1978: ma non si trattava di Narendra Damodardas Modi, il nome completo di NaMo, bensì di un tal Narendra Kumar Mahavir Prasad Modi, nato in Rajasthan nel 1958, dove ancora risiede.
Accuse che i piani alti del Bjp – mentre Modi in persona, come spesso succede, rispondeva col silenzio – hanno reputato inizialmente come «troppo stupide per essere meritevoli di attenzione».
Ma alcuni giorni dopo, durante una conferenza stampa ad hoc, il presidente del Bjp Amit Shah – storico «braccio destro» di Modi – per chiudere la faccenda ha mostrato alle telecamere entrambe le copie delle lauree di Narendra Modi, sbeffeggiando Aap e il misero tentativo di infangare l’onorabilità del premier (oltre a insinuare l’accusa di falso in atto pubblico, che anche in India è reato).
Non abbastanza, per Aap, che rincarando la dose ha accusato il Bjp e NaMo non solo di aver dichiarato il falso, ma di aver anche fatto delle finte copie di diplomi in realtà mai conseguiti dal premier, nonostante almeno dall’amministrazione di Du abbiano dichiarato che il diploma di quell’ateneo sarebbe autentico.
Ad aggiungere incertezza all’incertezza ci si è messo anche un ex professore della Gujarat University, parte del corpo docenti quando Modi avrebbe studiato alla Gu durante il master: il prof. Jayanti Patel, su Facebook, rifacendosi a un pezzo dell’Indian Express ha indicato che le materie di studio elencate nel «libretto degli esami» di Modi all’epoca non venivano ancora insegnate.
Intanto, Aap ha chiesto al rettore di Du un’«ispezione congiunta» per far luce sull’autenticità del diploma di Modi.