Made in China Files

In by Gabriele Battaglia

 L’equilibrio precario del sistema cinese in cui le spinte verso il futuro devono essere bilanciate da mosse tese a mantenere lo status quo. La consueta rassegna quotidiana delle notizie asiatiche: in primo piano la stretta della Cina sulle ong straniere. Le spose in vendita in Cina. E infine gli attacchi alla comunità lgbtq da parte degli estremisti musulmani in Bangladesh.

I messaggi trasversali del comandante in capo Xi Jinping di Simone Pieranni 

Le contraddizioni di un sistema che cerca di rimanere in equilibrio tra spinte verso il futuro e la volontà di mantenere lo status quo, non vengono riservate solo alla popolazione, ma anche ai leader. Il numero uno cinese, Xi Jinping, di recente ha chiesto una maggiore tolleranza delle critiche con «buone intenzioni» che vengono fatte on-line contro i funzionari e le attività di governo. Una minima apertura dopo aver chiesto a tutta la stampa nazionale una «fedeltà» assoluta al Partito.

In Cina e Asia – Stretta di Pechino sulle ong straniere di Redazione 

I titoli della rassegna di oggi:

– Stretta di Pechino sulle ong straniere
– Operai, vietato minacciare il suicidio
– Giornalista in fuga da Hong Kong
– Pyongyang manda un altro cittadino Usa ai lavori forzati
– L’Indonesia si prepara al ritorno del boia

Cina – Il prezzo della sposa di Gabriele Battaglia 

Sono meno degli uomini, sono merce rara. Le ragazze cinesi hanno così alzato il livello delle proprie richieste per concedersi in moglie. Dal thermos di cinquant’anni fa si è passati al binomio casa-macchine e oggi. Qualche volta, non basta più neppure quello. Una tradizione specchio delle trasformazioni sociali della Cina.

Attivisti lgbtq nel mirino degli estremisti in Bangladesh di Matteo Miavaldi 

Lunedì 25 aprile un gruppo di estremisti islamici ha ucciso due attivisti lgbtq (lesbian, gay, bisexual, transgender e queer) nella capitale del Bangladesh, Dhaka. La notizia ha avuto un certo risalto sulla stampa internazionale anche grazie al curriculum di Xulhaz Mannan, 35 anni, impiegato di Usaid – agenzia governativa statunitense che gestisce fondi per progetti di sviluppo, aiuto e risposta ad emergenze umanitarie – e tra i fondatori di Roopbaan, il primo – e unico – «magazine lgbtq» nazionale. La striscia di vittime dell’estremismo islamico in Bangladesh continua, mentre il governo locale continua a negare la presenza di cellule del terrorismo islamico internazionale.