In Cina e Asia – Stampa cinese: «Fronte comune contro il terrorismo»

In by Simone

I titoli della rassegna di oggi:

– Stampa cinese: «Fronte comune contro il terrorismo»
– Connessioni cinesi per il fondatore di Blackwater
– Lettera contro Xi, almeno 20 arresti
– Per Li Keqiang l’indipendenza di Taiwan è «da escludere»
– Il Giappone prosegue nella caccia alle balene mascherata da «ricerca scientifica»
– In Corea del Nord esercitazione per uccidere la premier sudcoreana Park Geun-hye
– Ancora prigionieri politici in MyanmarStampa cinese: «Fronte comune contro il terrorismo»

Il terrorismo è diventato una minaccia globale. Pertanto Europa e Cina devono collaborare per arginare il nemico comune. Rafforzare la cooperazione nell’antiterrorismo sarebbe una scelta pratica, scrive la stampa cinese, anche perché nella visione di Pechino, gli Stati Uniti, principale potenza mondiale, hanno cambiato strategia concentrando gli sforzi soltanto su alcune regioni chiave. Al contrario la minaccia terroristica si fa sempre più internazionale e le organizzazioni hanno iniziato a lavorare assieme sul piano sia operativo sia finanziario.

Connessioni cinesi per il fondatore di Blackwater

Il fondatore della controversa e ormai disciolta società statunitense di mercenari Blackwater, Erik Prince, è sotto indagine del dipartimento della giustizia Usa per aver cercato di fornire assistenza militare privata a governi stranieri, trai quali quello libico, e per presunto riciclaggio di denaro attraverso banche cinesi.

I dettagli delle connessioni tra Prince e e settori dell’intelligence della Repubblica popolare sono descritti in una lunga inchiesta del sito Intercept, che racconta come l’imprenditore abbia utilizzato la sua nuova società Frontier Service Group (anche in questo caso con stretti legami cinesi) per espandere il proprio giro d’affari.


Lettera contro Xi, almeno 20 arresti

Sono già almeno 20 le persone fermate e arrestate perché considerate coinvolte nella pubblicazione di una lettera che chiedeva le dimissioni del presidente Xi Jinping. La missiva pubblicata sul sito Wujie News e firmata «un fedele iscritto al Partito comunista» accusava il capo di Stato di aver abbandonato la gestione condivisa del governo per accentrare tutto il potere nelle sue mani.

La lettera è stata rimossa quasi subito dal sito, ma la cache continua a girare in rete. Al caso è legata anche la sparizione e l’arresto del commentatore Jia Jia, fermato la scorsa settimana mentre stava per imbarcarsi alla volta di Hong Kong.

Per Li Keqiang l’indipendenza di Taiwan è «da escludere»

Nei rapporti tra Cina e Taiwan si può discutere di tutto, tranne che di indipendenza. Come già il presidente cinese Xi Jinping prima di lui, anche il premier ha voluto tagliare corto su ogni velleità dell’isola, lisciando il pelo al mondo imprenditoriale taiwanese che trae giovamento del disgelo tra Pechino e Taipei.

Sebbene di fatto l’ex isola di Formosa sia uno stato a sé da quando nel 194 i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi ripararono al termine della guerra civile vinta dai comunisti di Mao Zedong, nei rapporti con la Repubblica popolare continua a vigere il principio dell’esistenza di «una sola Cina». Dopo otto anni di riavvicinamento sotto i governo del Guomingdang, a gennaio l’ampia vittoria dei democratici progressisti filo autonomisti e di Tsai Ing-wen alla presidenza hanno alimentato i timori di possibili tensioni.

Il Giappone prosegue nella caccia alle balene mascherata da «ricerca scientifica»

Nonostante lo sdegno internazionale il Giappone ha ripreso la caccia alle balene vietata per motivi commerciali ma portata avanti dalle imbarcazioni nipponiche adducendo ragioni di ricerca scientifica. Sospesa per un anno su pronuncia della Corte internazionale di giustizia, l’attività è ricominciata a dicembre e al termine della stagione di caccia le baleniere sono tornate in porto con un bottino di oltre 300 esemplari.

In Corea del Nord esercitazione per uccidere la premier sudcoreana Park Geun-hye

Pyongyang alza il tiro contro la presidentessa sudcoreana Park Geun-hye nel mezzo alle tensioni dopo i test nucleare e balistico di gennaio e febbraio. I media di regime hanno dato notizia di un’esercitazione che avrebbe simulato un assalto al palazzo presidenziale di Seul con l’obiettivo di «distruggere l’amministrazione del Sud».

Già nei giorni scorsi la propaganda aveva diffuso un video che mostra Park dentro un mirino. D’altronde il regime gioca anche con la storia. Park, figlia del dittatore Park Chun-hee è orfana di madre, uccisa negli anni Settanta dai nordcoreani nel tentativo di ammazzare l’allora leader del Sud.


Ancora prigionieri politici in Myanmar

Quando il prossimo aprile si insedierà il primo governo guidato dalla Lega nazionale per la democrazia dell’icona Aung San Suu Kyi, l’esecutivo dovrà fare i conti con i detenuti politici ancora rinchiusi nelle carceri birmane. La scarcerazione è una delle condizioni poste dalla comunità internazionale per la revoca delle sanzioni nel corso del percorso di apertura del Paese.

Amnistie e provvedimenti di clemenza hanno fatto calare il numero rispetto a 1.100 del 2011, anno in cui il Myanmar inizio la transizione democratica. Ma al momento, denuncia Amnesty International, ci sono almeno 90 i prigionieri di coscienza ancora in cella, dei quali chiede il rilascio.