Nuove tensioni tra le due Coree: Pyongyang ha specificato che la chiusura da parte di Seul delle attività industriali nell’area di Kaesong, ultimo significativo simbolo di cooperazione con la Corea del Sud, è una «pericolosa dichiarazione di guerra». La Corea del Sud aveva annunciato il suo piano di chiudere la fabbrica gestita congiuntamente con la Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc) a causa del recente test nucleare e il lancio di un missile a lungo raggio da parte di Pyongyang.La Corea del Nord ha fatto sapere di aver intenzione di «espellere tutte le persone del lato sud a KIZ fino alle 17 dell’11 febbraio 2016», secondo quanto rilasciato dall’agenzia di stampa ufficiale Kcna. L’agenzia ha citato un comunicato diffuso dal Comitato per la Riunificazione Pacifica della Corea (Committee for the Peaceful Reunification of Korea Rpdc).
Nella dichiarazione si legge che la Corea del Nord «bloccherà totalmente la Linea di Demarcazione interrompendo le strade lungo la costa occidentale nelle zone sotto il controllo del nord e del sud e chiuderà il complesso industriale di Kaesong» dichiarandola zona sotto controllo militare.
Tutte le attività saranno congelate «comprese le attrezzature, i materiali e i prodotti delle aziende della Corea del Sud nel complesso e alle persone espulse non è consentito di portare cose fuori, eccezion fatta per gli effetti personali», si legge nel comunicato, aggiungendo che le attività saranno sotto il controllo del Kaesong City People’s Committee.
Centinaia di camion della Corea del Sud hanno attraversato il confine giovedì mattina per recuperare i beni e le attrezzature completate dopo che Seul ha accusato la Corea del Nord di utilizzare i soldi che ha guadagnato da Kaesong per finanziare le sue armi nucleari e i programmi di missili balistici. La decisione era inevitabile, ha detto la Corea del Sud.
La dura risposta del leader nordcoreano è sicuramente destinata a esacerbare le tensioni nell’area, dopo gli annunci ripetuti circa la bomba H e il lancio di un satellite. Iniziative che avrebbero portato Pechino all’irritazione, espressa attraverso il rammarico ufficiale del Partito comunista cinese.
Come riportato dalla stampa internazionale, Kaesong è da sempre «un simbolo della "Sunshine Policy", la politica di riconciliazione attuata alla fine del 1990». Il complesso ha aperto nel 2004 ed è sopravvissuto a ripetute crisi.
«L’unica eccezione – come ricorda il Guardian – è stata nel 2013 nel corso di un periodo di accresciuta tensioni transfrontaliere quando Pyongyang ha effettivamente chiuso la zona per cinque mesi ritirando i suoi 53.000 lavoratori».
Come in tante altre circostanze di questo genere, per arrivare a una soluzione del caso, potrebbe essere decisiva Pechino. Bisognerà però vedere, in questo caso, se il Partito comunista è ancora intenzionato a difendere Pyongyang e mettere a repentaglio i recenti ottimi rapporti commerciali con Seul, in nome di un’alleanza che pare ormai tramontata.
Pechino non sembra più disposta ad assecondare le bizze di Pyongyang, anche se, in questo caso, trattandosi di affari, Xi Jinping potrebbe optare per un’ultima estrema azione alla ricerca di un compromesso.
Nel frattempo dalla stampa occidentale si apprende che «il direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti, James Clapper, aveva avvertito che la Corea del Nord stava ampliando la propria produzione di combustibile nucleare per usi militari».
Gli Stati Uniti ormai sembrano considerare Pyongyang come la minaccia nucleare più preoccupante del mondo.
Gli Stati Uniti e i suoi alleati asiatici hanno inasprito le sanzioni alla Corea del Nord dopo il lancio del razzo, il Senato ha votato all’unanimità di adottare un disegno di legge che punirebbe chiunque commerci con la Corea del Nord. Le sanzioni potrebbero includere il sequestro dei beni, il divieti di visto e la negazione dei contratti governativi.
Un ulteriore grattacapo per Pechino.
[Scritto per Eastonline]