Jiro Ono, quando è stato girato «Jiro Dreams of Sushi» nel 2010, aveva ottantacinque anni; ancora oggi è considerato il sushi master più famoso al mondo. Per arrivare al suo mini ristorante c’è una scala mobile e poi via verso la stazione della metropolitana Ginza di Tokyo. Tra i suoi clienti più illustri, è annoverato Barack Obama, e sono tre le stelle Michelin ottenute nel corso della sua carriera.
Il documentario, diretto dal giovane David Gelb, è focalizzato sulla figura di Jiro Ono, padre e maestro, ma con empatia si racconta anche della relazione tra Jiro Ono e il figlio cinquantenne, che per tutta la vita è la vera e propria ombra del padre. «Jiro Dreams of Sushi» è anche un documentario sulla ricerca della perfezione costante. È un film sulla disciplina pratica e mentale, per far sì che la mera tecnica diventi arte vera e propria.
Il costo dell’arte (ovvero una cena) parte da trentamila yen giapponesi, all’incirca duecentocinquanta euro. Prenotare non è semplice: servono mesi, per avere un posto. Oltretutto, una macchia aleggia sulla persona di Jiro Ono e del suo ristorante: gli stranieri non sembrano benvenuti.