Tsai Ing-wen è la prima presidente donna dell’Isola di Taiwan e, oltre alla gestione dei rapporti con la Cina continentale, dovrà occuparsi del rilancio dell’economia taiwanese. Uno dei cinque librai scomparsi a Hong Kong ha «confessato» di aver investito e ucciso una studentessa universitaria di 23 anni, 12 anni fa. L’Iran incoraggia un maggior coinvolgimento della diplomazia cinese nelle questioni del Medio Oriente. La Corea del Nord chiede un trattato di pace con gli Usa e la sospensione delle esercitazioni congiunte di Corea del Sud e Washington; in cambio, rinuncerà all’atomica. La nostra rassegna del mattino.Taiwan elegge la presidente Tsai Ing-wen
Mantenere le promesse di rilancio dell’economia e di riduzione della diseguaglianza, gestire secondo lo status quo i rapporti tra i due lati dello stretto, fare i conti con la «terza forza» che è comparsa nel parlamento di Taipei. Sono questi i compiti per nulla facili che dovrà svolgere Tsai Ing-wen, 59 anni, la prima presidente donna di Taiwan (seconda in Asia orientale) che entrerà in carica a maggio.
Dalla sua, un parlamento dove per la prima volta il Partito democratico progressista ha la maggioranza assoluta. Un parlamento dove però ha fatto per la prima volta comparsa una terza forza, il New Power Party, espressione del «movimento dei girasoli» del 2014, intenzionato a fare da pungolo e a tenere d’occhio il partito al potere.
Librai di Hong Kong: una confessione sospetta
Uno dei cinque librai di Hong Kong misteriosamente scomparsi negli ultimi mesi è riapparso ieri alla tv cinese, dicendo di essersi consegnato alle autorità dopo essere stato in fuga per più di 12 anni. Gui Minhai – cittadino svedese e co-proprietario di una casa editrice specializzata in libri critici verso Pechino – è apparso su Cctv, ammettendo di aver causato nella 2004 la morte di una 23enne studentessa universitaria, che investì perché guidava ubriaco.
Durante l’intervista, che la televisione di Stato ha sostenuto essere stata girata in un centro di detenzione, Gui ha anche chiesto alle autorità svedesi di non immischiarsi. Molti e diffusi i dubbi sulla «confessione» dell’uomo.
L’Iran vuole più Cina in Medio Oriente
L’ambasciatore iraniano in Cina, Ali Asghar Khaji, ha invitato Pechino a rafforzare il suo ruolo in Medio Oriente, alla vigilia del viaggio del presidente Xi Jinping che questa settimana andrà in Arabia Saudita, Iran ed Egitto.
Il viaggio di Xi avviene mentre aumentano le tensioni tra Teheran e Riyad, e si concentrerà principalmente sulla cooperazione economica: Pechino cercherà di promuovere il progetto Via della Seta e Teheran spingerà per un accordo di libero scambio con la Cina.
La Corea del Nord chiede la pace
La Corea del Nord dice che potrebbe fermare i propri test nucleari in cambio di un trattato di pace con gli Stati Uniti e della cessazione delle esercitazioni militari annuali tra Usa e Corea del Sud. Va ricordato che la penisola coreana è tecnicamente ancora in guerra perché il conflitto 1950-53 si concluse con un armistizio a cui non fece mai seguito un trattato di pace.
Washington si è sempre rifiutata di sedersi al tavolo delle trattative e a Pyongyang dicono che la bomba atomica è necessaria per difendersi contro eventuali aggressioni.
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