Attacchi a Giacarta: sette morti e dieci feriti (UPDATE)

In by Gabriele Battaglia

Almeno sette persone sono rimaste uccise in sette esplosioni avvenute nelle vicinanze dei quartieri generali delle Nazioni Unite nella capitale indonesiana. Almeno sette le vittime e dieci i feriti. Qui di seguito proviamo a fare un punto della situazione (in aggiornamento).Update – 16:00

Il gruppo dello Stato islamico rivendica gli attacchi di oggi e fornisce il proprio resoconto. Per il gruppo islamico radicale sarebbero quindici, e non solo sette come confermato da Giacarta, le vittime delle esplosioni.


Twitter: @charliewinter

In precedenza era stata un’agenzia di stampa legata al Califfato ad attribuire la responsabilità dell’attentato agli uomini dell’Is.


Update – 15:00

Sono contraddittorie le posizioni delle autorità indonesiane sulla responsabilità degli attacchi di questa mattina. Secondo il capo dell’intelligence Sutyoso, non ci sono elementi che ricondurrebbero allo Stato islamico.

Al contrario, il capo della polizia Tito Karnavian, sposa la tesi della responsabilità degli uomini del Califfato.


Foto credit: nasional.republika.co.id

Secondo la ricostruzione di quest’ultimo gli attentatori erano tutti indonesiani. Fonti della polizia inoltre indicano che la vera mente degli attacchi di oggi sarebbe Bahrun Naim, anch’egli indonesiano militante tra le fila dell’Is. Naim si troverebbe al momento a Raqqa, in Siria.

Intanto, le ambasciate di Stati Uniti e Gran Bretagna rinnovano i loro inviti alle autorità indonesiane e ai loro concittadini in Indonesia a "mantenere alta la vigilanza" per il rischio di nuovi attentati.

Update – 13:00

Secondo Reuters, che cita Metro Tv, emittente locale indonesiana, ci sarebbe un cittadino canadese tra le vittime degli attacchi di questa mattina. L’altra vittima, oltre ai cinque assalitori, era di nazionalità indonesiana.

Update – 12:30 

L’agenzia di stampa Aamaq, affiliata al gruppo dello Stato islamico, rivela che gli attacchi sarebbero responsabilità di affiliati al gruppo islamista, riferendosi a una fonte anonima. Non ci sarebbero però comunicati ufficiali dell’Is.

Twitter: @siteintelgroup

La cronaca

Almeno sette persone sono rimaste uccise in sette esplosioni avvenute nelle vicinanze dei quartieri generali delle Nazioni Unite nella capitale indonesiana.

Gli attacchi sono iniziati in mattinata, alle 10:30 ora locale.

Tra gli obiettivi, una stazione della polizia e un caffé della catena Starbucks, poco lontano dalla sede Onu a Thamrin Road, nel centro finanziario e diplomatico della capitale indonesiana.


Foto credit: Marissa Anita, twitter.com

Jeremy Douglas, rappresentante per il Sudest asiatico dell’Ufficio per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, su Twitter ha annunciato il lock-down (cioè la chiusura totale) della sede Onu. Il provvedimento è stato annullato al termine del blitz delle forze di sicurezza.

Gli attentatori, alcuni dei quali armati di granate, sarebbero stati almeno 14, ha detto la tv locale Metro TV. Alcuni di loro sarebbero arrivati a bordo di motociclette dopo la prima esplosione e avrebbero iniziato a fare fuoco sulla folla.


Foto credit: Veri Sanovri/AP, guardian.com

Cinque di loro sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. Altri sei si sono barricati in un cinema all’interno del Cakrawalla o Skyline Building, sempre poco distante dalla sede Onu.

Dopo diverse ore di scontro a fuoco, durante le quali sono intervenuti mezzi blindati delle forze di sicurezza, le autorità indonesiane, intorno alle 3 ora locale, 9 di mattina ora italiana, hanno annunciato che la situazione è tornata «sotto controllo» e l’edificio in cui si erano barricati gli uomini armati erano stati sgomberati.


Foto credit: Bagus Indahono/EPA, guardian.com

Tra le vittime, ha confermato un portavoce della polizia locale, ci sarebbe anche un cittadino olandese. Un’informazione in contrasto con quanto specificato dalle autorità di Amsterdam che parlano di un cittadino olandese gravemente ferito.

Cinque poliziotti, un cittadino straniero e quattro indonesiani sarebbero inoltre rimasti feriti.

«Lo stato e la nazione e il popolo — ha dichiarato a stretto giro il presidente indonesiano Joko Widodo — non devono temere e cedere a questo genere di atti di terrore»

Le ambasciate francese, tedesca e britannica hanno avvertito i loro cittadini di rassicurare autorità e famiglie sulla loro situazione ed evitare la zona centrale della capitale indonesiana.

Nessun gruppo terroristico ha finora rivendicato l’attacco.

Dopo aver inizialmente escluso la pista dello Stato islamico, la polizia indonesiana ha dichiarato che potrebbero esserci legami con il gruppo islamista radicale.

Il portavoce della polizia Anton Charliyan ha dichiarato che a novembre la polizia aveva ricevuto minacce da un gruppo riconducibile ai militanti islamisti dell’Is.

Gli attentatori, ha aggiunto Charliyan, avrebbero provato a riprodurre gli attacchi del 13 novembre scorso a Parigi.

Le autorità erano quindi consapevoli della possibilità di un attacco terroristico nel paese, che ha la più grande popolazione musulmana del mondo.

Cresce quindi l’allerta delle autorità indonesiane su militanti di ritorno da Siria e Iraq. Secondo un rapporto sui cosiddetti foreign fighters redatto da Soufan Group, un’agenzia di consulenza per i servizi di intelligence, sarebbero tra i 500 e i 700 i cittadini indonesiani recatesi all’estero per arruolarsi tra i combattenti dell’Is. Alcuni di loro sarebbero rientrati in patria.

Ma, dicono gli esperti, non è da escludere l’ipotesi che l’attacco sia stato perpetrato da gruppi autoctoni e non legati a organizzazioni islamiste mediorientali.

[Foto credit: asianewschannel.com]