Esplosioni nel quartiere diplomatico a Giacarta: situazione in evoluzione. Rimandata la decisione dell’Unione europea sulla Cina come "economia di mercato". Pechino presenta la strategia per lo sviluppo dei paesi arabi, all’insegna della cooperazione su tutti i fronti e strategia win-win. Nuovi arresti nel giro di vite sugli attivisti per i diritti umani: arrestati per sovversione Wang Yu e il marito Bao Longjun, un giorno dopo l’arresto di un cittadino svedese. In Pakistan, Corte suprema e Google danno l’annuncio dello sblocco di Youtube, ma l’autorità nazionale delle telecomunicazioni smentisce. Esplosioni a Giacarta
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Almeno sette persone sono rimaste uccise in sette esplosioni avvenute nelle vicinanze dei quartieri generali delle Nazioni Unite nella capitale indonesiana. Gli attentatori, alcuni dei quali armati di granate, avrebbero agito in gruppo a bordo di moto. Quattro sono stati uccisi dalle forze di sicurezza e altri sei si erano barricati all’interno di un edificio nei pressi dei luoghi dove sono avvenute le detonazioni. Le autorità indonesiane, intorno alle 9 di mattina ora italiana, hanno annunciato che la situazione sarebbe tornata «sotto controllo».
La polizia ha spiegato di non avere prove che colleghino gli attacchi di oggi al gruppo dello Stato islamico. Tuttavia, poche settimane fa, aveva avvisato della possibilità di un attacco terroristico nel paese, che ha la più grande popolazione musulmana del mondo.
Attacchi di questo calibro non si verificavano in Indonesia dal 2009. Nel 2002, un attacco terroristico a Bali aveva provocato la morte di oltre 200 persone.
Cina come economia di mercato: rimandata decisione dell’Ue
I 28 rappresentanti dell’Unione europea hanno discusso ieri per la prima volta la possibilità di concedere alla Cina, secondo partner commerciale dell’Ue, lo status di economia di mercato, arrivando così ad un allentamento delle barriere commerciali attualmente vigenti. Ogni decisione è stata però rimandata alla seconda metà dell’anno.
Per le autorità comunitarie qualsiasi decisione potrebbe avere un "impatto" sull’economia europea e bisogna valutarla da ogni angolo possibile. Basti pensare al valore totale delle importazioni dal Paese di mezzo verso l’Europa: 302 miliardi di euro nel 2014, il triplo rispetto al 2000.
La strategia di sviluppo di Pechino per i paesi arabi
Cooperazione pragmatica all’insegna della strategia win-win: ecco il nodo principale della strategia araba del governo cinese che ha pubblicato il suo primo "Libro bianco" sulle politiche da adottare per favorire lo sviluppo in Medio Oriente e Nordafrica. Oggetto del documento cinese è l’ampliamento della cooperazione economica (investimenti. commercio e infrastrutture) ma anche socio-culturale e militare.
I paesi di questa area (che comprende i paesi della penisola arabica come Arabia Saudita, Emirati e Qatar fino a Egitto, Marocco e Tunisia) ben vedono la strategia della Nuova via della seta avviata dal presidente Xi Jinping e hanno un valore strategico notevole per la Cina. Sono infatti tra i più importanti fornitori di greggio di Pechino. Intanto, scrive il South china Morning Post, Xi Jinping potrebbe assumersi il ruolo di pacificatore dell’area: sono state rivelate due prossime uscite del presidente cinese in Iran e Arabia Saudita.
Cina, ancora arresti tra attivisti e avvocati. C’è anche uno svedese
Nel recente giro di vite sugli attivisti e i legali che si occupano di diritti umani e lavoro, le autorità cinesi hanno arrestato anche un cittadino svedese. Il 35enne Peter Dahlin, che lavorava con il Chinese Urgent Action Working Group, si va aggiungere agli altri quattro attivisti ufficialmente incriminati questo gennaio in Guangdong con l’accusa di “assembramento e disturbo dell’ordine pubblico”. A fare più notizia però è l’arresto con l’accusa di sovversione di due attivisti per i diritti civili, Wang Yu e il marito Bao Longjun.
Ieri, dopo mesi di detenzione, anche sette avvocati per i diritti umani sono stati ufficialmente incriminati per “sovversione”. Fanno tutti capo allo studio legale Fengrui, famoso per aver portato alle cronache lo scandalo del latte in polvere avvelenato e per spingere i petizionisti a radunarsi e protestare di fronte agli uffici competenti. La stretta dell’amministrazione Xi sul dissenso si fa sempre più evidente.
Youtube sbloccato in Pakistan (forse)
La Corte suprema pakistana ha annunciato l’attivazione di un dominio locale per la piattaforma di condivisione video online Youtube, ponendo di fatto fine al suo blocco. La notizia, scrive il quotidiano Dawn, arriva mentre Google annuncia l’introduzione dell’urdu (la lingua più diffusa in Pakistan) come lingua di supporto del suo servizio globale e dà lo stesso annuncio della Corte suprema.
L’autorità nazionale delle telecomunicazioni, però, sembra smentire Corte suprema e Google, riaffermando che il servizio di Youtube continua a essere bloccato nel paese, dove le autorità hanno bloccato quasi 50 mila siti per «blasfemia».
[Foto credit: guardian.com]