Mentre la crescita dello streaming online rallenta negli Stati Uniti, Netflix, il leader mondiale del servizio di tv on demand via Internet, si espande nel mondo. Ovunque, tranne che nel mercato più ambito: la Cina. Durante il suo intervento al Consumer Electronics Show di Las Vegas, una delle più importanti fiere mondiali dell’elettronica di consumo, l’ad e cofondatore di Netflix Reed Hastings ha sottolineato il successo dell’azienda di cui si trova alla guida, oggi presente in più di cento paesi nel mondo.
“Mentre parlo — ha spiegato Hastings alla platea — il servizio di Netflix è stato attivato in quasi tutti i paesi del mondo tranne la Cina, dove speriamo di esserci in futuro”.
Poco meno di vent’anni fa, ai suoi albori nel 1997, Netflix offriva solo un servizio di noleggio dvd e videogiochi per corrispondenza negli Stati Uniti. Oggi può contare su oltre 70 milioni di abbonati all’attivo in tutto il mondo e su una vasta offerta di programmi, tra cui serie tv originali, come House of Cards, Daredevil e Narcos.
Il suo successo ha reso Netflix un’osservata speciale degli operatori di borsa dopo che nel 2015 il titolo è stato promosso al vertice dell’indice Standard&Poor’s 500.
“Ci stiamo muovendo per arrivare nel più breve tempo possibile a rendere i contenuti di Netflix disponibili a livello globale”, ha aggiunto Hastings. Negli ultimi anni, l’azienda californiana è riuscita a conquistare mercati importanti come India, Nigeria, Russia e Arabia Saudita. Ma anche Azerbaijan e Vietnam, senza dimenticare l’Italia, dove è arrivata a ottobre 2015.
Entro il 2016, l’azienda di Los Gatos, California, punta a essere presente in 200 paesi. Un obiettivo che, vista la sua crescita esponenziale dal 2014, sembra a portata di mano. “State assistendo alla nascita di un nuovo network televisivo globale via Internet”, ha dichiarato Hastings, presentando l’offerta della sua azienda per quest’anno.
Per l’ad dell’azienda californiana la sfida più importante sarà l’ingresso in Cina continentale. Con i suoi 1,3 miliardi di abitanti e oltre 640 milioni di utenti di Internet, l’ex Impero celeste è il mercato più appetibile. Netflix — comunica la stessa azienda — “continua ad esplorare opzioni per fornire il servizio” in Cina, dove l’ostacolo più importante rimane di tipo burocratico: per trasmettere in Cina, sono necessarie specifiche licenze di cui Netflix ancora non è in possesso. Ci sono poi la censura governativa sulla Rete e la concorrenza lcoale a rendere il panorama più complesso. Per varcare la Grande muraglia, ha ammesso lo stesso Hastings, “ci vorrà tempo”.
Intanto però a Netflix sembrano pronti al grande salto. Proprio nella giornata di mercoledì cinese semplificato e tradizionale — i sistemi di scrittura adottati rispettivamente in Cina continentale e Hong Kong e Taiwan — sono stati aggiunti alle lingue supportate dal sistema di streaming digitale online.
Nei primi mesi di quest’anno, infatti, il servizio di Netflix sarà attivo a Hong Kong grazie ad un accordo con Hong Kong Broadband Network (HKBN), provider di servizi Internet e proprietaria della più vasta rete di fibra ottica dell’ex colonia britannica (e del mondo).
Come scrive il quotidiano hongkonghese South China Morning Post, il costo dei piani di abbonamento sarà compreso tra i 63 e i 93 dollari di Hong Kong.
L’arrivo del servizio a Hong Kong rientra in una strategia di espansione che mette l’Asia orientale al centro. Dopo l’arrivo in Giappone a settembre 2015, nel 2016, infatti, sarà il turno di Singapore, Corea del Sud e Taiwan. Con le loro oltre 27 milioni di connessioni Internet domestiche, scriveva Forbes a settembre 2015, questi paesi offrono a Netflix una chance per rinsaldare la propria presenza globale. Un’ottima consolazione in attesa di realizzare il “sogno cinese”.
[Scritto per il Fatto quotidiano online; foto credit: Reuters]