Il 2 ottobre in India si festeggia il compleanno del Mahatma Gandhi, festa nazionale. Ma dall’anno scorso l’anniversario del padre della patria, grazie allo zelo dell’attuale governo in carica, è stato accoppiato ad un’iniziativa al limite del fantascientifico: la campagna Swachh Bharat, che punta a ripulire – nel senso di pulire con scopetta e paletta – tutta l’India entro il 2019, 150esimo anniversario della nascita di Gandhi.Il 2 ottobre del 2014, precisamente un anno fa, televisioni e giornali indiani straripavano di fotografie scattate in tutto il paese che ritraevano una gioisa varietà di impiegati pubblici – da Modi in persona giù giù fino ai burocrati delle amministrazioni locali – tutti intenti a spazzare incroci, giardinetti, cortili d’entrata di uffici pubblici, uniti nel grande repulisti nazionale ispirato dall’intraprendenza del neo-premier.
La campagna, come tutte le campagne promosse dal governo Modi, si appoggia su vari livelli di creazione del consenso: Swachh Bharat faceva vedere al Popolo un esercito di impiegati della pubblica amministrazione – considerati generalmente dei parassiti del sistema, corrotti e fonte sicura di guai ogni qual volta incrociati dall’«uomo comune» – a dare l’esempio per tutti, occupandosi in prima persona della pulizia del Bene Comune. Il primo impulso al circolo virtuoso che avrebbe dovuto diffondere una sensibilità nazionale per la manutenzione giornaliera del paese. Avrebbe dovuto.
Oggi, dopo un anno, la stampa impietosa fa un primo bilancio, rilevando la sostanziale inutilità di Swachh Bharat. Il quotidiano Hindustan Times, in particolare, pare essersi preso a cuore la questione.
Solo la mattina del 2 ottobre ha fatto uscire ben tre articoli sul tema, svelando che i fondi da utilizzare per la pulizia globale in molte parti del paese ancora non ci sono e che la campagna Swachh Bharat è stata finora un fallimento su tutta la linea (escludendo forse un minimo di sensibilizzazione nella popolazione).
Ma soprattutto, davvero impietosamente, utilizzando contro il governo la stessa arma impiegata dall’amministrazione Modi per promuovere i successi della campagna a pochi giorni dal lancio, lo scorso anno: le foto prima-dopo. Il portale di Swachh Bharat era pieno di scatti in sequenza con angoli di quotidiano ammassarsi di rifiuti urbani convertiti, a forza di saggina, in piccole oasi urbane immacolate. Se una manciata di location oggi sono effettivamente più pulite, la maggioranza dei prima-dopo pubblicati da HT mostrano ancora cumuli di immondizia autorigeneratisi in un anno.
Al 2 ottobre 2019 mancano 4 anni, pieni di speranza e buoni intenti.
[Scritto per East online; foto credit: indiministry.blogspot.com]