Nonostante il collasso degli investimenti internazionali la Cina non sembra essersi arresa all’ipotesi Grexit. ll porto greco del Pireo è primo in Europa per numero di passeggeri e flotta mercantile mondiale. Inoltre la Cina ha investito 6 miliardi di euro sulla rivalorizzazione dell’aeroporto di Atene e 900 milioni per la costruzione e gestione a Creta di quello che diverrà il secondo più grande aeroporto della Grecia.
Ottomila chilometri di culture millenarie separano e uniscono la culla della civiltà occidentale e orientale. Attraverso queste rotte che dal 1870 chiamiamo Via della Seta, Gengis Kahn è giunto a scorgere la Grecia e Alessandro Magno lo Xinjiang cinese. E’ su questi tracciati che il mondo ellenico e orientale hanno scolpito insieme le lingue indoeuropee e la matematica, mentre il sincretismo greco-buddista influenzava lo sviluppo dell’arte e della filosofia in Cindia.
Oggi la Nuova Via della Seta promossa dal Pcc vuole riaffermare il suo antico prestigio, ponendosi come fattore chiave della politica estera e del Nuovo Sogno cinese. Il progetto One belt One Road (一带一路 Yídài yílù) è un investimento di oltre $140mrd che mira a connettere più di 20 paesi attraverso la costruzione di nuovi corridoi infrastrutturali terrestri e marittimi tra la Cina e l’Europa. Il nuovo studio targato Carnagie-Tsinghua si chiede se questo antico ponte culturale sia oggi capace di impattare positivamente la Zona Euro, segnando la ripresa economica ellenica.
Nonostante il collasso degli investimenti internazionali nel 2010 la Cina non sembra essersi mai arresa all’ipotesi del Grexit, realizzando proprio in Grecia quella che è stata definita dal New York Times come l’iniziativa commerciale estera di maggiore successo per il Dragone. Il porto greco del Pireo è primo in Europa per numero di passeggeri e la Grecia vanta la più grande flotta mercantile mondiale, trasportando il 60% delle merci cinesi.
Dal 2000 Pechino, impiegando il suo colosso statale, la Cosco, sfrutta le dimensioni e la centralità del Pireo, controllandone ora i due terzi. Nel 2013 ha investito €230mln nello sviluppo portuale aumentando i profitti greci del 12% e agevolando l’ondata di privatizzazioni volute dalla Troika. Le banche cinesi hanno inoltre stanziato ingenti prestiti agli armatori ellenici, i quali hanno acconsentito a produrre le loro nuove navi in Cina. Altre collaborazioni incoraggiano programmi di ricerca e sviluppo navale tra le università dei due paesi.
Attraverso la Fujian Shipbuilding, Pechino mira anche alle tecnologie e gli alti standard qualitativi provenienti dal vecchio continente, soprattutto in campo militare, finanziando accordi per un valore di oltre €3 mrd in armamenti navali, un settore che vale il 7% del PIL greco e offre 190mila posti di lavoro.
La recessione non solo non ha frenato gli investimenti mandarini in Grecia, ma anche visto crescere il numero di visitatori cinesi del 202%, registrando 40mila presenze nel 2014. Tuttavia, secondo le statistiche sono circa 100mila i cinesi che vorrebbero visitare la Grecia e il loro numero cresce a ritmi vertiginosi.
Gli studi individuano nella mancanza di voli diretti e nella scarsità di risorse dell’Organizzazione Nazionale del Turismo Greca, i principali ostacoli allo sviluppo turistico. Della stessa idea è anche Pechino, che di recente tramite i suoi “campioni nazionali” ha investito €6mrd sulla rivalorizzazione dell’aeroporto di Atene in un complesso residenziale, e €900mln per la costruzione e gestione a Creta di quello che diverrà il secondo più grande aeroporto della Grecia.
Il Pireo e l’aeroporto rappresentano per la Cina una grande opportunità per espandere la propria presenza in Europa. Data la magnitudine dei progetti è necessario che i governi implementino politiche volte alla cooperazione e al co-finanziamento tra aziende, attori turistici e partner internazionali, mirando ai fondi della Banca Europea degli investimenti, particolarmente ora che, contro le pressioni americane, la Asian Infrastructure Investment Bank ha ricevuto la benedizione di Bruxelles.
Nella Nuova Via della Seta rientra anche la costruzione di una linea ferroviaria che unisca il Pireo all’Europa Centrale. Per i ricercatori Zhang Lihua e Vasilis Trigkas, questo progetto può essere finanziato congiuntamente dal fondo UE per gli investimenti proposto da Junker e dal Fondo per la Via della Seta annunciato da Xi Jinping. Questa azione non porterebbe solo ad un incremento del PIL greco, ma ad una vera e propria ridefinizione dei rapporti geopolitici in Europa centro-orientale, una zona di grande interesse strategico per il Dragone, come anche dimostrato dal Summit di Belgrado.
La nuova linea avrebbe un impatto economicamente positivo sui Balcani, ricollegandosi al corridoio che attraverserà la Russia da oriente passando per l’Ucraina. La Russia, proprio come la Cina, sta accrescendo i suoi investimenti in Grecia, intenzionata a creare un gasdotto capace di sfruttare gli enormi giacimenti dell’Egeo.
Tsiparas sembra essere a conoscenza di tali dinamiche, e punta su di una politica estera più aggressiva, avviando un vero e proprio braccio di ferro sulla rinegoziazione di importanti accordi tra istituzioni e investitori europei, americani, cinesi e russi. Per i più scettici la strategia mandarina vuole sfruttare le debolezze europee per aumentare le proprie pressioni e ostacolare il processo di integrazione. Per i più speranzosi invece, come traspare anche dalla partnership strategica sino-europea, la Cina vuole sì espandere la propria influenza, ma necessita di una Europa unita e indipendente dagli Stati Uniti per affrontare il Washington Consensus.
Per Pechino la Nuova Via può non solo stimolare la ripresa della Grecia e della Zona Euro, ma anche offrire un’alternativa al tanto discusso TTIP, causando effetti collaterali significativi per il dialogo dell’occidente con la Russia e per la situazione ucraina. D’altronde la Nuova Via della Seta si fonda sulla cosiddetta Crescita Pacifica di un Partito Comunista che, predicando un’armonia di interessi neoliberista, non fa che ripeterci che finché vantaggiosa, la pace, è la miglior protezione per i propri investimenti. Investimenti che almeno per ora e in teoria, sono una risorsa fondamentale per un Euro che annaspa. Icaro volò via dal labirinto cretese del Minotauro con delle ali che Dedalo attaccò al suo corpo con la cera. Chissà che Atene non decida di volare troppo in alto e che le ali offerte da Pechino non finiscano anch’esse per sciolgiersi al sole.
[Scritto per Il Post Internazionale; Foto credits: Bbc.com]*Gian Luca Atzori è un sinologo, business developer e giornalista freelance, laureato in Lingue e Culture Orientali alla Facoltà di Lettere, Filosofia, Scienze Umanistiche e Studi Orientali della Sapienza con una tesi in Religione e Filosofie dell’India dal titolo "Comunitarismo in Cindia: risorsa democratica e pluralistica di riflessione comune sull’etica globale". Ha perseguito i suoi studi a Pechino tra la UIBE e la BFSU e ora si trova alla Tsinghua University, specializzandosi in "Filosofia politica e relazioni internazionali". Collabora con il Fatto Quotidiano, China Files, Formiche e Cina Oggi. E’ promotore del blog di ProPositivo e del progetto Terre di Mezzo, piattaforma regionale di promozione culturale, turistica e commerciale della Sardegna in Cina.