In Cina e Asia – Nuovo incontro Xi-Abe

In by Gabriele Battaglia

Il presidente cinese Xi Jinping e il premier giapponese Shinzo Abe si incontrano a margine del summit asiatico-africano in Indonesia auspicando legami strategici e reciprocamente vantaggiosi. L’agenzia anticorruzione cinese pubblica una lista di 100 fuggiaschi di cui chiede l’estradizione in Cina. Suicidio in diretta tv a un comizio del partito dell’uomo comune in India. Critiche al governo indonesiano per l’elezione del generale Gunawan a capo della polizia. In Cina cresce il consumo di "vanità".CINA/GIAPPONE – Xi-Abe si parlano

Colloquio a margine del vertice Asia-Africa di Giacarta tra il presidente cinese Xi Jinping e il Primo ministro giapponese Shinzo Abe. Toni concilianti, con Xi che si è spinto fino a dire che le due nazioni “non costituirebbero una minaccia reciproca”. Il presidente cinese ha anche cercato di convincere il dirimpettaio che la creazione dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) – di cui il Giappone non è membro – va a beneficio di tutti e ha ricevuto risposte positive da molte nazioni.
Abe ha detto che i due leader hanno deciso di contribuire alla stabilità e alla prosperità regionale grazie alla promozione di “legami strategici e reciprocamente vantaggiosi”. Ha anche aggiunto che il Giappone è disposto a lavorare con la Cina per allentare le tensioni nel Mar Cinese Orientale, dove le due nazioni hanno contrapposte rivendicazioni territoriali.

CINA – China wanted

L’agenzia anticorruzione cinese ha pubblicato un elenco dettagliato dei 100 fuggiaschi di cui chiede l’estradizione in Cina come parte dell’operazione “Sky Net”.
I fuggitivi sono soggetti al cosiddetto “allarme rosso” dell’Interpol, che fa appello per la localizzazione e l’arresto all’estero dell’indiziato, chiedendone poi l’estradizione.
Quaranta dei fuggitivi sono negli Stati Uniti, 26 in Canada e cinque a Hong Kong; il resto se l’è filata in Nuova Zelanda, Australia, Thailandia e a Singapore. Nella quasi metà dei casi si tratta di funzionari a capo di qualche amministrazione o di aziende. Gli altri sono ex poliziotti, commercialisti, tesorieri aziendali e impiegati di banca. Molti avevano più di una carta d’identità cinese e possedevano più passaporti.

INDIA – Suicidio in diretta tv a un comizio di Aam Aadmi Party


Foto credit: ndtv.com

Nella giornata di ieri Gajendra Singh, contadino quarantenne originario del Rajasthan, era tra le centinaia di persone radunate a New Delhi per assistere al comizio di Arvind Kejriwal, leader di Aap e chief minister della capitale indiana. Durante il comizio Singh è salito su un albero minacciando di impiccarsi, nel tentativo di attirare l’attenzione dei leader sulle condizioni di indigenza in cui vivono i contadini del Rajasthan, fiaccati dall’usura e dalle carestie. La polizia credeva stesse scherzando, raccontano i testimoni, ma Singh ha fatto un nodo al suo scialle e si è lasciato cadere nel vuoto appeso a un ramo. Portato in ospedale, è stato dichiarato il decesso, mentre il comizio è andato avanti di fronte alle telecamere di tutto il paese.
Ora in India è partita la gara alla speculazione sul gesto estremo di Singh, già diventato simbolo per i media, con le opposizioni ad accusare il governo centrale di non aver fatto nulla per migliorare le condizioni di vita dei contadini nel paese. Il 70 per cento della popolazione indiana, secondo le stime, vive nell’India rurale.

INDONESIA – Presunti corrotti che fanno carriera

Il generale Buni Gunawan non aveva i requisiti per fare il capo della polizia, perché coinvolto in uno scandalo corruzione. Sarà pertanto il numero due della polizia. La nomina getta un’ombra sulle campagne anticorruzione del presidente Joko Widodo, eletto con un programma che portava un messaggio di cambiamento. Il capo di Stato era già stato costretto a un passo indietro nella scelta Gunawan come prima scelta per la carica di capo della polizia. La promozione è considerata un tributo che il presidente deve al suo mentore politico, di cui Gunawan è considerato un protetto.

CINA – La fiera della vanità


Foto credit: quartz.com

E nonostante la campagna anticorruzione, la Cina traina la crescita del consumo globale di “vanità” – il denaro speso per auto-compiacimento e per la valorizzazione della propria apparenza e del proprio prestigio – secondo un rapporto di di Bank of America Merrill Lynch.
La banca d’investimento sostiene che il mercato del “capitale vanità” (vanity capital) nella Grande Cina (Repubblica Popolare, Hong Kong e Taiwan, ma non Macao), è cresciuto ad un tasso annuo del 15,6 per cento e negli ultimi cinque anni guida la classifica mondiale. In concreto, si parla del consumo di orologi di lusso, gioielli, alta moda, vini pregiati, educazione elitaria, jet privati e crociere, ma anche di un mercato “mid-range” composto da cosmetici, smartphone e prodotti per la salute. 

[Foto credit: straitstimes.com]