In Cina e Asia – L’app rossa

In by Gabriele Battaglia

Un’app appena uscita per smartphone permette di avere a portata di mano tutti i discorsi e le gesta del presidente Xi Jinping. I parenti di Zhao Ziyang potranno finalmente seppellire le ceneri del segretario del Pcc durante i fatti di Tiananmen. Soccorritori ancora al lavoro in una fabbrica chimica a Zhangzhou, nella provincia del Fujian, esplosa nel weekend. Il governo giapponese annuncia la fine di un rapporto che la storicità delle rivendicazioni su Senkaku e Takeshima.Tentato suicidio di massa di taxisti a Wangfujin, centro di Pechino. CINA – The red app

Un’applicazione scaricabile gratuitamente su ogni smartphone con tutto ciò che il presidente ha detto e fatto. Si chiama “Studiare la Cina” o, grazie a un arguto gioco di parole che gioca con l’omofonia tra il secondo carattere del verbo studiare e il cognome del presidente, “Studiare la Cina di Xi (Jinping)”. Qui si possono trovare tutti i discorsi, tracciare i viaggi ufficiali e scaricare tutti i libri del presidente.
Oltre a ricordare a molti il libretto rosso di Mao, l’applicazione dimostra l’importanza che Xi Jinping riconosce a Internet. Gli internauti cinesi sono ormai più di 600 milioni, 460 dei quali accede a Internet tramite smartphone.

CINA – Le ceneri di Tiananmen

Il giorno in cui in Cina si onorano i defunti, a dieci anni dalla sua morte, le autorità hanno concesso ai parenti di Zhao Ziyang di seppellire le sue ceneri. Zhao, che verrà ricordato come l’unico politico cinese che andò a parlare con gli studenti in piazza quel fatidico giugno del 1989 (“siamo arrivati troppo tardi”), era stato costretto agli arresti domiciliari da allora fino alla sopravvenuta morte.
Le autorità non avevano accordato il permesso di sepultara per evitare che la sua tomba diventasse un luogi di pellegrinaggio. Negli stessi giorni è stato arrestato Chen Yunfei, un attivista che si era recato a rendere omaggio a Wu Guofeng, uno degli studenti morti in piazza. È dal 25 marzo che non si hanno sue notizie.

CINA – Avevamo ragione. No al paraxilene


Foto: Afp

Una fabbrica chimica a Zhangzhou, nella regione orientale del Fujian, è esplosa per la seconda volta in due anni. Oltre 700 pompieri sono ancora in azione, secondo i media di stato si conterebbero 14 feriti di cui due gravi.
La notizia si è diffusa sui social media rapidamente. Le proteste contro le fabbriche di paraxilene (o px) hanno fermato importanti progetti di impianti petrolchimici a Xiamen (2007), Dalian (2011), Ningbo (2012) e Kunming (2013), solo per fare gli esempi più noti. Si temeva che l’inquinamento prodotto dalle fabbriche in questione potesse nuocere alla salute dei cittadini che abitavano nelle vicinanze. La fabbrica in questione è quella che doveva essere costruita nel 2007 a Xiamen.

GIAPPONE – Senkaku/Takeshima "storicamente" giapponesi: ecco le prove

Il governo giapponese ha compilato delle relazioni che non piaceranno a Pechino e Seul, in un periodo in cui le relazioni trilaterali erano tornate in apparenza amichevoli. Nelle relazioni commissionate da Tokyo a una task force di storici e archivisti, documenti e articoli di giornali risalenti ai primi decenni del 20esimo secolo che dimostrano come sia le Senkaku/Diaoyu sia Takeshima/Dokdo fossero giapponesi ben prima della seconda guerra mondiale.
L’insistenza del governo si riflette anche nelle politiche educative: dall’anno prossimo i libri in uso nelle scuole medie inferiori avranno "il doppio" dei riferimenti al territorio giapponese. Isole contese (ma disabitate) comprese.

CINA – Tentativo di suicidio di massa


Foto credit: scmp

Oltre 30 tassisti si sono recati a Wangfujin, la centralissima via dello shopping pechinese, e hanno bevuto un composto chimico. Nessuno ha perso la vita, ma dieci di loro sono seriamente avvelenati. Quello di avvelenarsi con i pesticidi è un modo molto comune nelle campagne per togliersi la vita.
I tassisti venivano dalla regione nordorientale dello Heilongjiang. Protestavano perché l’affitto delle licenze corrispondeva grosso modo al loro salario. Secondo l’ong di Hong Kong China Labour Bulletin scioperi e proteste in Cina raddoppiano di anno in anno. Nel 2014 sono state oltre 1300 contro gli appena 185 del 2011. 

[Foto credit: telegraph.co.uk]