Zhou Yongkang. Tutto quello che c’è da sapere

In by Simone

Corruzione, abuso di potere e divulgazione di segreti di Stato.  Dopo un anno e mezzo di voci e indagini collaterali, Zhou Yongkang è stato condannato al’ergastolo. Lo annunciano i media di stato senza ulteriori dettagli. China Files ripercorre le notizie che hanno portato all’incriminazione del più alto funzionario messo a processo dalla fine della Rivoluzione culturale.
Ex numero nove del Comitato permanente, Zhou Yongkang è nato nel 1942 nella provincia del Jiangsu. E’ stato capo supremo della polizia e dei servizi di sicurezza della Rpc. Dal 2002 è membro del politburo, e nel 2007 ascende al Comitato permanente. Dal 2007 al 2012 è segretario del Comitato politico e degli affari legislativi del Comitato centrale del Partito. In precedenza era stato presidente della China National Petroleum Corporation (PetroChina), il principale produttore di gas e petrolio del Paese di mezzo, e poi vice-ministro per l’Industria petrolifera. Diventa ministro del Territorio e delle Risorse nel 1998 e l’anno successivo segretario del Pcc del Sichuan. Nel 2002 torna a Pechino come ministro della Pubblica Sicurezza e inaugura una campagna contro la corruzione e le "pratiche rilassate". Il 5 dicembre 2014 viene espulso dal Partito e ufficialmente arrestato. Ora, è in attesa di processo.

3 aprile 2015: Zhou Yongkang formalmente incriminato e in attesa di processo
L’ex capo degli apparati di sicurezza cinesi, la “grande tigre”  Zhou Yongkang, è stato formalmente accusato di corruzione, abuso di potere e diffusione di segreti di Stato. Le accuse sono state formulate dai pubblici ministeri di Tianjin, riporta il Quotidiano del Popolo, e nella stessa città si terrà il processo. A dicembre, Zhou era stato espulso dal Partito comunista e i media cinesi avevano scritto che sarebbe stato incriminato per tradimento e corruzione. Ora scatta il toto-condanna: secondo esperti citati dal South China Morning Post, è probabile che a Zhou sia inflitta una “pena di morte sospesa” (una specie di ergastolo con spada di Damocle appesa sopra la testa), cioè una pena più dura di quella comminata all’ex capo del partito di Chongqing caduto in disgrazia, Bo Xilai, condannato all’ergastolo per corruzione.

5 dicembre 2014: Zhou Yong Kang espulso e arrestato
A mezzanotte, ora locale, arriva la notizia che si aspettava da quasi due anni. La tigre Zhou Yongkang, ex zar dei servizi di sicurezza cinesi, il potentissimo numero 9 che nella scorsa nomenklatura era a capo della Commissione militare è stato espulso dal Partito comunista cinese e arrestato. La batte in poche righe l’agenzia di stampa governativa Xinhua.

3 luglio 2014: Zhou Yongkang. Il cerchio continua a stringersi
Dopo il generale in pensione Xu Caihou, altri tre ex collaboratori di Zhou Yongkang sono stati espulsi dal Partito comunista per corruzione e dovranno ora affrontare un procedimento penale. Zhou, sotto indagine, potrebbe essere ufficialmente incriminato a breve. Sarebbe il più alto funzionario messo sotto processo dai tempi della Banda dei Quattro.

2 luglio 2014: Obbedire al Partito. L’Elp nell’era di Xi Jinping
Decapitazione eccellente a Pechino. Xu Caihou – già membro del Politburo, vice presidente della commissione militare centrale e ufficiale incaricato di supervisionare le nomine all’interno dell’Esercito Popolare di Liberazione – è stato espulso dal Partito. E’ il militare di più alto grado caduto in disgrazia nell’ultimo quarto di secolo. Qual è l’idea di Xi Jinping sull’Esercito di liberazione?

22 febbraio 2014: Tutti i denti di Zhou Yongkang
Si dice che il presidente Xi Jinping abbia già tolto tutti i denti alla “tigre” Zhou Yongkang, lo zar della sicurezza della scorsa legislatura. A dicembre, Reuters ha confermato le voci che si susseguono da mesi: arresti domiciliari per il numero nove dello scorso governo. Da allora nessun commento ufficiale, ma anche nessuna smentita. Piano piano, però, tutti i suoi sodali vengono messi sotto inchiesta.

12 dicembre 2013: L’ascesa di Xi e la fine di Zhou
Si dice che il presidente Xi abbia già tolto tutti i denti alla "tigre" Zhou Yongkang, lo zar della sicurezza della scorsa legislatura. E ieri anche Reuters ha confermato le voci che lo danno in libertà vigilata. Ma gli organi ufficiali cinesi non hanno ancora né commentato, né smentito. Fino ad adesso, cosa sappiamo?

11 dicembre 2013: Zhou Yongkang ai domiciliari. La tigre è in gabbia
La notizia era nell’aria da tempo, ma oggi è arrivata la conferma. Secondo Reuters, che cita fonti vicine all’establishment del Pcc, Zhou Yongkang è virtualmente agli arresti domiciliari. Non può lasciare la sua abitazione di Pechino o ricevere ospiti senza permesso. L’accusa è di violazione alla disciplina del partito, ovvero corruzione. Resta ora da vedere se Xi Jinping, che rompe così il tabù delle indagini a carico dei membri in pensione del gotha della Repubblica popolare, deciderà se processare pubblicamente o meno l’ex numero 9 del Politburo.

22 ottobre 2013: Task force contro l’ex ‘zar’ Zhou Yongkang
Si stringe il cerchio intorno all’ex zar della sicurezza e del petrolio cinese, Zhou Yongkang, ex numero nove della Commissione Permanente del Politburo ed ex alleato di Bo Xilai. Xi Jinping si starebbe preparando al terzo Plenum di novembre. E sembra intenzionato a eliminare possibili minacce interne.

23 settembre 2013: Processo Bo Xilai – Tigre contro tigre e Shengli gang
L’"epurazione" di Bo Xilai sarebbe però solo l’inizio di una guerra che si annuncia senza esclusione di colpi.  Lo dimostra il legame, rivelato da alcune carte del processo, con Zhou Yongkang uno degli uomini più potenti del Partito comunista cinese. Che è ormai una montagna che non può "ospitare due tigri".

9 settembre 2013: Zhou Yongkang, la tigre nell’occhio del ciclone
Dopo un 2012 di epurazioni e scontri interni al Partito, il nuovo presidente Xi Jinping ha promess di colpire «sia le mosche sia le tigri». E il cerchio si stringe attorno al potente Zhou Yongkang, ex numero nove a capo della Commissione militare dell’ex Comitato permanente e amico sia del decaduto Bo Xilai che del potente vecchio Jiang Zemin.

2 settembre 2013: Jiang Jiemin nelle maglie dell’anticorruzione
Dopo Bo Xilai, ecco un altro nome eccellente che finisce sotto inchiesta da parte delle autorità. E’ Jiang Jiemin, a capo dell’organo che sovrintende alle grandi imprese di Stato e altro protegé di Zhou Yongkang, l’ex capo della sicurezza nazionale. L’accusa per Jiang è di "gravi violazioni della disciplina".

30 agosto 2013: Il SCMP pubblica la notizia che Zhou potrebbe essere sotto indagine
Zhou Yongkang, ex numero nove dell’Ufficio Politico del Politburo cinese, già a capo di tutto il mastodontico apparato di sicurezza cinese, sarebbe sotto inchiesta per crimini economici. La notizia è un ordigno clamoroso all’interno delle beghe del Pcc benché Zhou non sia mai stato un personaggio particolarmente noto in Occidente.

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L’uomo della sicurezza
Zhou Yongkang è un ingegnere specializzato in esplorazione, classe 1942. Si guadagna la fama di “duro”, picchiando senza sosta contro la dissidenza tibetana e quella del Falun Gong.  Una sua frase è famosa: “bisogna stroncare le forze ostili”.  Il ritratto di China Files.
Zhou Yongkang deve cadere
Quindici veterani del Partito comunista cinese dello Yunnan – tutti oltre la settantina ed in pensione – hanno scritto una lettera aperta in cui chiedono le dimissioni di Zhou Yongkang, capo della sicurezza nazionale cinese, accusandolo di aver diretto e supportato il modello Chongqing e Bo Xilai.
Zhou e la tortura
Zhou Yongkang, potente capo dei servizi di sicurezza, ha pubblicato un discorso nel quale critica la corruzione dei funzionari e si schiera apertamente contro la tortura. Sostiene anche la leadership del presidente Hu Jintao. Si tratta di un passo avanti in vista del cambio dei vertici previsto per ottobre.
Esercito e Bo Xilai
La drammatica vicenda Bo Xilai, continua a tenere desta l’attenzione del pubblico, nonostante la decisione del Partito di espellerlo da tutte le posizioni e gli incarichi governativi. I suoi legami con l’esercito e con il potente  Zhou Yongkang. E le implicazioni politiche