Il presidente siriano prepara una visita a Kim in Corea de Nord, fanno sapere da Pyongyang. Sarebbe la prima di un capo di Stato straniero. E coronerebbe una relazione intensa, segnata da pesanti sospetti sul possibile traffico di armi chimiche. Con il rischio di far saltare il summit di Singapore.
Secondo la Korean Central News Agency, l’agenzia di stampa nordcoreana, il presidente siriano Assad e il leader nordcoreano Kim Jong-un potrebbero incontrarsi a Pyongyang. Nel comunicato non si parla di date e l’informazione, ad ora, non è stata confermata da Damasco (anche se l’agenzia nordcoreana ritiene che sia stato Assad ad annunciare l’incontro). Nel caso si dovesse svolgere anche questo meeting, Assad sarebbe il primo capo di Stato a incontrare Kim a Pyongyang.
Il giovane leader della Corea del Nord, da tempo, è impegnato in un’intensa attività diplomatica: negli ultimi mesi ha incontrato due volte il presidente sudcoreano Moon Jae-in, due volte il presidente cinese Xi Jinping, ha ospitato il ministro degli Esteri russo Lavrov a Pyongyang ed è pronto allo storico summit con Trump a Singapore il 12 giugno, non prima, pare, di incontrare ancora Xi Jinping e — forse — Vladimir Putin in occasione del meeting dello Shanghai Cooperation Organization (Sco) a Qingdao, nello Shandong.
Perché dunque, dopo tutte queste aperture, specie nei confronti degli Stati Uniti, Kim dovrebbe incontrare Assad, altro nemico giurato degli Usa e in particolare di Donald Trump? Perché rinfocolare le voci e le accuse nei confronti di Pyongyang e Damasco da tempo considerate alleate nel trafficare in sostanze chimiche e ovviare in modo illegale alle sanzionicui sono sottoposti i due Paesi?
Si tratta — in effetti — di un azzardo. Talmente alto, da far pensare che questa comunicazione, partita dalla Corea del Nord, possa essere considerata all’interno del novero di iniziative che porteranno al summit di Singapore.
Come segnalato dalla stampa americana, in particolare dal New York Times, infatti, questo paventato incontro rischierebbe addirittura, se confermato, di far saltare ancora una volta il summit di Singapore, nonostante ormai la macchina organizzativa si sia messa in moto annunciando anche l’orario dell’incontro tra Trump e Kim (alle nove del mattino, orario di Singapore, le tre di notte italiane).
Stando alla Kcna, Assad avrebbe detto che «Il mondo accoglie gli straordinari eventi nella penisola coreana portati di recente dall’eccellenza politica dalla saggia leadership di Kim Jong-un. Sono sicuro che raggiungerà la vittoria finale e realizzerà la riunificazione della Corea senza fallire». Assad si sarebbe anche impegnato a “sostenere pienamente tutte le politiche e le misure” del governo di Kim e rafforzare i legami in futuro.
Come ricorda il Guardian, «Sia la Siria che la Corea del Nord sono state oggetto di sanzioni internazionali sui programmi di armamenti e violazioni dei diritti umani. La Corea del Nord ha inviato 40 prodotti ad Assad per lo sviluppo di missili balistici e armi chimiche per un periodo di cinque anni, secondo un rapporto delle Nazioni Unite».
Come riportano i media americani, la Siria aveva accettato di distruggere le sue armi chimichenel 2013, ma anche in seguito e di recente, Assad è stato ripetutamente accusato di usare armi chimiche contro il proprio popolo.
Il Guardian ricorda che «Pyongyang ha realizzato circa 150 milioni di sterline nel 2017 violando le sanzioni internazionali attraverso le attrezzature spedite in Siria. La proliferazione rimane un rischio perché la nazione a corto di contanti guarda al commercio illecito per aumentare le casse del governo. Gli esperti hanno detto che la Corea del Nord rimarrà un rischio di proliferazione per il prossimo futuro».
Come avevamo scritto su Eastwest, dunque, le accuse degli esperti dell’Onu ritengono che proprio Corea del Nord e Siria siano i due Paesi che — a causa del loro isolamento internazionale — trafficherebbero in commerci proibiti.
Bisogna poi ricordare che le relazioni tra Siria e Corea del Nord hanno una lungastoria. Pyongyang ha stabilito relazioni diplomatiche ufficiali con la Siria nel 1966. Allora venne aperta l’ambasciata a Damasco che aprì a sua volta i propri uffici di rappresentanza diplomatica a Pyongyang nel 1969. Da allora i due Paesi, con una vicinanza ideologica tra i leader (nonno e padre di Kim e padre di Assad) hanno dato vita a una cooperazione militaresempre più stretta a partire dall’ottobre 1973. Allora Pyongyang inviò circa 530 soldati (piloti, autisti di carri armati e personale missilistico) in Siria durante la guerra arabo-israeliana.
Quanto al vertice eventuale tra i due attuali leader, dopo l’annuncio la voce si è quasi spenta, schiacciata mediaticamente dai preparativi dello storico summit tra Kim e Trump a Singapore. Come riportato dal New York Times, secondo Sue Mi Terry, presidente della sezione coreana del Center for Strategic and International Studies, «L’ottica sarebbe orrenda dato che Kim Jong-un sta cercando di fare la figura da bravo ragazzo. Ospitare Assad, uno dei peggiori macellai del pianeta, non è una buona mossa».
La sensazione, però, è che l’annuncio — arrivato non a caso da Pyongyang — sia da inserire all’interno di strumenti di pressione nei confronti degli Stati Uniti. Come a dire: se non dovessero andare bene i colloqui, la Corea del Nord ha chiaro chi sono i propri potenziali amici.
Visto che il summit con Trump, però, è stato fortemente voluto da Kim, sembra piuttosto strano che Pyongyang voglia tornare indietro, davvero
di Simone Pieranni
[Pubblicato su Eastwest]