10 Minutes With è un’agenzia di Career Guidance online. Si tratta di una piattaforma web dove gli studenti possono inserire i propri curriculum e capire com’è la quotidianità del lavoro che sognano di fare. Ma non solo. Nata a Londra, è arrivata da circa un anno anche a Pechino, dove il Francesco Zhou si dà un gran da fare per lanciarla sul mercato cinese. L’intervista.
A disposizione degli studenti ci sono videointerviste ai manager delle maggiori imprese per capire meglio cosa veramente serve per trovare lavoro e, di conseguenza, pianificare il proprio percorso formativo. Sul lato opposto della barricata, le imprese accedono a un database di possibili candidati senza perdere troppo tempo a spulciare curriculum. Insomma, si tratta di avvicinare domanda e offerta. Un’opportunità anche per i molti giovani italiani che desiderano approdare oltre Muraglia. E, viceversa, per i giovani cinesi che vogliono fare un’esperienza in Europa o tornare in patria dopo avere studiato all’estero. È proprio il sino-milanese Francesco Zhou a farci da guida nel mondo di 10 Minutes With.
Come hai iniziato questa avventura?
Uno dei co-fondatori era un mio compagno d’università e mi ha spiegato il progetto l’anno scorso a settembre. Io stavo in Cina e ho cominciato a farlo part-time, poi sono volato a Londra, ho conosciuto il team e mi hanno chiesto di aprire l’ufficio di Pechino.
Dove siete presenti?
Siamo trenta persone a Londra, due in India, sette a Singapore, sette a Pechino. Dall’Europa copriamo Sud America, Stati Uniti e Africa. Da Singapore il Sudest Asiatico e dalla Cina anche Hong Kong e Taiwan. In futuro, forse, anche Corea e Giappone.
Che tipo di servizi offrite alle aziende?
Employer branding e targettizazione dei profili dei candidati. Nel nostro database riescono a trovare candidati per le posizioni aperte in base a venti filtri diversi: dalla lingua alle specializzazioni, dalle esperienze di lavoro ai desideri degli studenti, oppure ai Paesi dove sono disposti a lavorare. Così non perdono tempo e risorse con altri candidati inadatti al profilo che cercano.
Che riscontri hai trovato in Cina?
Ce n’è bisogno. Tutte le università con cui parliamo hanno bisogno di career guidance perché i tutor che hanno a disposizione non vengono quasi mai dal mondo del lavoro e quindi possono dare consigli molto limitati agli studenti: sostanzialmente, come scrivere il Cv e a chi mandarlo. Ma quello che non possono fare è offrire informazioni dall’interno dell’azienda: “Se vuoi lavorare per noi devi lavorare sul tuo inglese, sul tuo Excel, sulle tue presentation skills e così via”. È quello che manca e che in realtà interessa maggiormente agli studenti. La domanda che si pongono è: “Come faccio a entrare nell’azienda che mi piace?”
Le aziende multinazionali che risposte vi hanno dato?
Il problema in Cina è che i talenti sono pochi: le migliori università producono un numero relativamente limitato di studenti, per via del sistema scolastico cinese. E tutti li vogliono. Per cui, quando parliamo con le grandi multinazionali sia cinesi sia straniere, ci sentiamo rispondere che loro vogliono solo laureati della Peking o della Tsinghua University, giusto per fare due esempi. Poi gli chiedi quanta gente che proviene da queste università hanno già in azienda e scopri che magari non hanno nessuno. Il loro intento è dunque quello di attirare l’attenzione dei migliori talenti sulla propria impresa. Con la nostra piattaforma riescono ad avere un primo approccio con lo studente fin dall’inizio del suo percorso universitario e quindi possono interagire con lui di continuo, magari interessandolo alla propria attività.
Qual è il consiglio che daresti a uno studente italiano che mette il curriculum sul vostro sito?
Uno studente italiano che vuole trovare uno stage o un lavoro all’estero non è in genere aiutato dalla propria università. Dovrebbe innanzitutto capire per che ruolo è portato, vedere le videointerviste relative a quel ruolo, scegliere l’azienda e poi provarci.
Ci puoi raccontare un’esperienza di qualcuno che ha trovato lavoro?
Due. In Italia, una grande compagnia assicurativa ci ha chiesto di trovare una persona che parlasse italiano, cinese, e avesse una laurea in economia. L’abbiamo messa in contatto con una studentessa cinese che ha fatto uno stage di tre mesi e poi è stata assunta.
Un altro caso riguarda una studentessa cinese dell’università Nanyang Technology di Singapore che voleva tornare in Cina per lavorare in un’agenzia di PR e tramite noi l’ha trovata. Ci sono circa 500mila studenti cinesi che ogni anno vanno a studiare all’estero e, di questi, circa l’80 per cento vuole tornare in Cina a cercare lavoro. Agli studenti italiani possiamo offrire una piattaforma globale per cominciare una carriera internazionale: può essere una banca, una ong o un’azienda manifatturiera, molti giovani ambiscono a girare il mondo.
Per farla breve: in che cosa siete diversi da Linkedin?
Linkedin è un social network per professionisti. L’80 per cento degli utenti ha più di 35 anni. La nostra età media è di 23 anni. Per inciso, noi siamo entrati in Cina prima di loro e facciamo proprio career guidance, cioè forniamo percorsi di carriera agli studenti attraverso un sistema innovativo, che è quello delle videointerviste ai manager. Dal punto di vista didattico, per un futuro lavoratore, un conto è se ti leggi un testo, un conto è se invece ti trovi un imprenditore che ti dice direttamente ciò che serve.
Non esiste un canale personalizzato di dialogo tra lo studente e le aziende?
Stiamo pensandoci. Si tratta cioè di creare un sistema affinché le aziende possano interagire direttamente con il candidato, facendo domande e così via. È il prossimo passo.