Oggi in Cina – Tohti, le autorità cinesi sequestrano 140mila dollari

In by Gabriele Battaglia

Quasi 140mila dollari sono stati confiscati dal conto corrente di Ilham Tohti, l’intellettuale uiguro condannato all’ergastolo. Si scatena una polemica tra gli attivisti di Occupy e la Bbc. La Cina aderisce insieme ad altri 80 Paesi alla lotta contro il segreto bancario. Domani riprenderanno le sperimentazioni per lo scambio di azioni tra Hong Kong e Shanghai. TOHTI – CORNUTO E MAZZIATO
Le autorità cinesi avrebbero confiscato quasi 140mila dollari dal conto corrente di Ilham Tohti – l’intellettuale uiguro recentemente condannato all’ergastolo – suscitando il timore che i suoi familiari possano essere sfrattati dal loro appartamento di Pechino. Lo ha dichiarato la moglie di Tohti, Guzelnur, a Radio Free Asia. L’ex professore dell’Università delle Nazionalità di Pechino è stato condannato all’ergastolo per "separatismo" da un tribunale dello Xinjiang il 23 settembre. La condanna prevede, oltre alla privazione dei diritti politici, anche la confisca di tutti i suoi beni.
La moglie ha raccontato che dalla banca è stata sequestrata la somma di 850mila yuan.
“L’ultima volta che [ho cercato di prelevare denaro], il conto era stato congelato”, ha aggiunto la donna.

HK – POLEMICA OCCUPY-BBC
La Bbc deve immediatamente ritirare il proprio inaccurato articolo “Activists share secrets at Oslo Freedom Forum”. Lo chiede una petizione lanciata da diversi attivisti di Occupy Central, che chiedono all’emittente britannica di rettificare e quindi ritirare un articolo comparso una decina di giorni fa, a firma Laura Kuenssberg. L’articolo sostiene che il più grande summit di attivisti per i diritti civili al mondo, l’Oslo Freedom Forum, avrebbe pianificato da almeno due anni le agitazioni a Hong Kong, “per danneggiare il governo cinese”. Attivisti occidentali avrebbero quindi “addestrato” almeno mille, militanti di Occupy, mentre Jiang Yanli, un dissidente cinese dei tempi di Tian’anmen, avrebbe parlato a membri dei gruppi studenteschi su base quotidiana.
L’articolo è del tutto campato in aria, sostengono ora quelli di Hong Kong, e consente alla Cina di sostenere la teoria della “mano straniera” nel movimento di protesta pro-democrazia. Si nega anche la circostanza dei contatti con Jiang.

LA CINA ADERISCE ALLA LOTTA CONTRO IL SEGRETO BANCARIO
La Cina e Hong Kong faranno parte degli oltre 80 Paesi in procinto di firmare un accordo per la fine del segreto bancario. I promotori sperano che il patto sia una pietra miliare nella guerra globale contro l’evasione fiscale.
Un totale di 51 paesi hanno finora sottoscritto l’accordo multilaterale, promosso dalle maggiori economie dell’OCSE, in base al quale le autorità fiscali nazionali si scambieranno informazioni a partire dal settembre 2017. Altri 30 Paesi hanno detto che firmeranno un anno più tardi, nel 2018. Tra questi, Cina e Hong Kong, oltre a Svizzera, Canada, Brasile, Principato di Monaco e Russia.

BORSA – SHANGHAI E HK CI RIPROVANO
Le borse di Shanghai e Hong Kong riprenderanno domani le sperimentazioni sul sistema di scambio transfrontaliero di azioni, annunciato da tempo e poi sparito dall’agenda (si sospetta che all’origine del rinvio ci fossero le agitazioni a Hong Kong).
Ad aprile, le autorità finanziarie cinesi avevano comunicato che ci sarebbero voluti sei mesi per completare i preparativi tecnici finalizzato a creare un regime “a uno sportello”, in base al quale gli investitori della Cina continentale e di Hong Kong possono scambiarsi le azioni. Il che significherebbe di fatto un’apertura del mercato cinese, perché permetterebbe agli investitori stranieri, che finora hanno accesso limitato alle azioni della repubblica Popolare, di trattarle liberamente alla borsa di Hong Kong.