L’ex vicepresidente della Commissione militare Xu Caihou si prende le prime pagine dei quotidiani cinesi per un nuovo caso di corruzione. La crisi politica di Hong Kong sembra non aver avuto ripercussioni in economia. Viaggi online, aumenta il giro d’affari.I grandi indagati
È Xu Caihou ex vice presidente della Commissione militare a prendere le prime pagine come il caso di corruzione più alto in grado nell’Esercito di liberazione popolare. Ha confessato di aver accettato attraverso i suoi famigliari un ammontare di denaro “estremamente grande” per favorire promozioni. Gli sono stati tolti tutti i gradi e il suo caso, dopo sette mesi di indagini, passerà alla giustizia ordinaria. Nessuna parola invece su la tigre su cui si vocifera l’espulsione dal Partito da quasi due anni. Zhou Yongkang, ex responsabile dei servizi di sicurezza e, soprattutto, numero 9 della scorsa legislatura, non è stato nemmeno nominato durante il quarto plenum. Oggi il Scmp riporta che Jiang Wei, direttore dell’Ufficio del gruppo che guida le riforme legali, avrebbe spiegato che il quarto plenum non i è occupato del suo caso perché – siccome in pensione – non è più un dirigente dello stato. Zhou, un tempo il più convinto alleato di Bo Xilai, è collegato all’industria del petrolio e – attraverso il figlio maggiore Zhou Bin – controlla almeno 37 grandi aziende che vanno dal petrolio, all’immobiliare e al turismo. Anche il figlio infatti è sotto indagine. Nel frattempo un articolo del Quotidiano del popolo sullo stato di diritto cita il preside della scuola di legge di Tsinghua per dire che “in Cina la legge e la codificazione delle direttive del Partito”.
La crisi politica di HK non si riflette sull’economia
Secondo il report annuale della Banca mondiale le proteste di Hong Kong non avrebbero influito negativamente sul clima economico della città che è il terzo luogo del mondo dove è più facile fare affari. Il rapporto prende in considerazaione 10 indicatori come la velocità e i costi del credito e le tasse e confronta 189 economie per un anno (fino a giugno scorso). Non prende invece in considerazione la fiducia degli investitori che, sempre seconda la Banca Mondiale, continua a rimanere alta. Nel frattempo James Tien Pei-chun – un parlamentare che aveva espresso la convinzione che il governatore Leung dovesse dimettersi per favorire una riconciliazione politica – ha dato le dimissioni dalla presidenza del suo partito dopo essere stato espulso dall’Assemblea consultiva (CppCc), l’organo legislativo più importante del Paese.
L’esplosione del mercato dei viaggi online
I tre colossi dell’internet cinese (Alibaba, Tencent e Baidu) si stanno lanciando sui viaggi. Baidu già possiede Qunar eAlibaba ha appena lanciato Alitrip. Una conseguenza naturale della tendenza del mercato che vede il moltiplicarsi esponenziale dei singoli viagg compiuti dai cinesi sia in Cina che all’estero. Il turismo cinese nel 2013 è cresciuto del 14 per cento sull’anno precedente raggiungendo gli oltre 350 miliardi di euro. E i cinesi che viaggiano all’estero sono ormai 98, 2 milioni (+18 per cento sull’anno precedente) mentre i biglietti comprati entro i confini della Rpc sono 3,26 miliardi all’anno (+10 per cento sull’anno precedente). Le agenzie di viaggio online stanno crescendo almeno del 50 per cento all’anno.
[Foto credit: cnn.com]