Dopo l’annuncio del premio Nobel per la Pace 2014 a Malala Yosafzai e Kailesh Satyarthi, i media di tutto il mondo hanno concentrato l’attenzione sul significato simbolico della premiazione e sul rapporto India-Pakistan. Abbiamo provato a raccogliere le reazioni dei media indiani e pakistani. “Malala Yousufzai ha ancora molta strada da fare e obiettivi da raggiungere, non da ultimo completare il proprio percorso scolastico. Un percorso difficile con il fardello del riconoscimento”, scrive l’Express Tribune nell’editoriale con cui si congratula con la diciassettenne insignita del premio Nobel per la Pace. “Malala è una degna vincitrice e i pakistani devono esserne fieri”, continua. Commento in linea con altri usciti sul quotidiano, che contestano l’attitudine pakistana a guardare soltanto ai problemi del Paese, sminuendo quanto di buono c’è.
Concetti che ritornano nella lettera immaginaria e apocrifa pubblicata dal quotidiano Dawn, a firma Abdus Salam (lo scienziato è morto nel 1996), Nobel per Fisica ostracizzato i patria per la sua appartenenza alla minoranza religiosa ahmadiyya, un gruppo islamico considerato da molti eretico, dichiarato non musulmano dal Parlamento pachistano nel 1974 e vittima di persecuzioni e attentati. “Sarai presa in giro e isolata dai tuoi connazionali, anche senza aver fatto niente di sbagliato. So di che si tratta. Come nazione non vogliamo essere celebrati”.
E ancora, “sono con te fino a quando sei una vittima locale, come altre, ma quando diventi un eroe, una speranza per le ragazze di tutto il mondo, allora ti abbandonano”. Per concludere: “Ora sei davanti alla sfida di portare orgoglio e pace nel pace in un Paese che non vuole il tuo regalo. Come una madre con un figlio ribelle devi continuare a mostrargli amore. Finché non capiranno”.
Ascolta l’intervista di Radio Città Fujiko a Matteo Miavaldi sul Nobel a Malala e Satyarthi.
“Ricevere un premio Nobel ti scombina un po’ la vita, perché arriva insieme a così tanti impegni…”. Parola di Amartya Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998, raggiunto da Quartz dopo l’annuncio del Nobel per la Pace a Kailash Satyarthi. “Tuttavia – ha aggiunto Sen – ti dà l’opportunità di perseguire ciò che per te è importante”. E nel caso di Satyarthi, attivista per i diritti dei bambini, queste frasi sembrano trovare conferma.
Intervistato dal Times of India a pochi minuti dall’annuncio, Satyarthi ha difeso la “nobiltà” della causa dei diritti dei bambini, richiamando i suoi connazionali a supportare il suo movimento contro il lavoro minorile. Interrogato sul suo stato d’animo dopo l’annuncio di Oslo, Satyarthi ha spiegato: “E’ un enorme riconoscimento e onore per milioni di bambini nel mondo. Spero che sempre più persone si uniranno a noi nella lotta contro chi riduce i bambini in schiavitù. Non riguarda solo l’India. È un fenomeno globale. Lavoreremo per questo in tutto il mondo. Ho lavorato in 140 paesi e mi sento responsabile di tutti i bambini del mondo”.
Sabato, Satyarthi è stato ricevuto dal primo ministro Narendra Modi. L’attivista, ha scritto il quotidiano Daily News and Analysis, ha espresso soddisfazione per la campagna Clean India e “Adotta un villaggio” due programmi avviati dal primo ministro indiano per portare servizi sanitari nelle aree rurali dell’India e garantire alle comunità di villaggio il sostegno economico dei parlamentari.
Subito dopo l’incontro, Modi ha diffuso un’immagine di un caloroso abbraccio tra lui e Satyarthi.
Il premio all’attivista per i diritti dei bambini, ha scritto l’Hindustan Times, ha reso fiero un intero paese. Appena 90 minuti dopo l’annuncio del premio, il suo profilo Twitter contava oltre 4mila follower in più. Tuttavia, continua il quotidiano, c’è da domandarsi che impatto avrà il messaggio dell’attivista in India nei prossimi mesi. Almeno il 20 per cento degli imprenditori di Delhi interpellati da un sondaggio dell’associazione Child Rights and You ha sostenuto che chiunque abbia più di 10 anni non è da considerare un bambino. Un riflesso della credenza diffusa in India per cui un bambino non dovrebbe soltanto studiare ma anche lavorare.
Anche per diffondere il messaggio di Satyarthi il canale Ndtv ha postato online un “decalogo” per conoscere meglio il 60enne premio Nobel per la Pace. Intanto nella sua città natale, racconta Firstpost, amici e conoscenti faticano ancora a vedere l’ “uomo della porta accanto” da sempre impegnato contro le ingiustizie sotto i riflettori dei media di tutto il mondo.
[Foto: Afp-Getty]