Samsung Electronics ha comunicato di aver sospeso temporaneamente i rapporti con un fornitore cinese sospettato di impiegare lavoro minorile. Il produttore di smartphone sudcoreano ha rilevato un “processo di assunzione illegale” alla Dongguan Shinyang Electronics, che fornisce cover e altre componenti dei suoi telefonini. China Labor Watch, una ong statunitense, aveva pubblicato un rapporto la settimana scorsa denunciando l’utilizzo di lavoro minorile da parte dell’impresa cinese. Nel rapporto si parlava di “almeno cinque bambini lavoratori”.
Era già successo a settembre del 2012. La coreana Samsung era stata accusata di sfruttamento dei lavoratori dal rapporto del China Labor Watch. All’epoca si parlò di un “momento Nike” per l’azienda: all’apice della sua visibilità mediatica, venne colpita sull’aspetto etico di produzione. All’epoca, gli incaricati delle indagini entrarono nelle fabbriche cinesi di Samsung e dei suoi fornitori sotto copertura e denunciarono “oltre cento ore di straordinari per mese, ore/lavoro non pagate, operai costretti a turni di 11 o addirittura 12 ore di fila in piedi, impiego di lavoro minorile, discriminazioni di sesso e di età, mancanza di standard basici di sicurezza sul lavoro e maltrattamenti fisici e verbali dei lavoratori”.
L’azienda rispose che anche se “potrebbero essersi verificate” violazioni delle politiche del lavoro a causa dei ritmi di produzione molto elevati escludeva completamente che si potesse ricorrere nelle sue fabbriche al lavoro minorile verso cui affermava di avere una politica aziendale di “tolleranza zero”. Il rapporto CLW denunciava addirittura che alcune fabbriche che producevano per Samsung, impiegavano lavoratori minorenni con l’inganno. Questi ultimi avrebbero infatti modificato il nome presente sulla carta d’identità con quello di un lavoratore precedentemente assunto, creando così una facciata di legalità.
Il China Labour Watch è un osservatorio permanente sul mondo del lavoro cinese fondato nel 2000 a New York dall’attivista cinese Li Quang. Il report di quest’anno, denuncia l’impiego di lavoro minorile (ne avrebbero provati cinque casi) stagionale nella fabbrica di Shinyang Electronics a Dongguan, città della Cina meridionale. Quando salgono i ritmi produttivi, Samsung impiegherebbe lavoratori minorenni o studenti che ancora non hanno raggiunto l’età legale per lavorare proprio per venire incontro all’alta domanda. I minori, sempre secondo questo rapporto, lavorerebbero 11 ore al giorni per periodi che vanno dai tre ai sei mesi, senza per altro godere degli straordinari né dell’assicurazione sanitaria prevista dalla legge cinese.
La notizia è risultata ancora più imbarazzante perché nello stesso giorno è uscito il rapporto di Samsung (titolato significativamente, “armonia globale”) in cui si afferma che l’azienda, a seguito delle denunce del CLW del 2012, nel 2013 avrebbe supervisionato oltre 130 fornitori e che “non è stato trovato nessun indizio di lavoro minorile”. Nel report Samsung si afferma inoltre di aver inasprito pene e procedure inserendo il riconoscimento facciale per i lavoratori assunti e vietando l’assunzione di minori di 18 anni sebbene la legge cinese preveda che si possa lavorare dai 16 anni in su. Da allora avrebbe condotto verifiche sulla fabbrica in questione almeno tre volte senza trovare neanche un minorenne.
Ma a seguito del rapporto del CLW, anche il New York Times ha pubblicato l’intervista a tre ragazzi tra i 14 e i 15 anni che sostenevano di aver lavorato nelle loro fabbriche. I ragazzi in questione sarebbero addirittura stati assunti dopo il 30 giugno, data di pubblicazione del rapporto “armonia globale”. Avrebbero un contratto per la durata dei mesi estivi, fornito da un’agenzia per l’impiego che li avrebbe assunti sotto falsa identità. La fabbrica di Dongguan ha risposto all’inchiesta del New York Times sostenendo di essere sul punto di licenziare 600 lavoratori e incolpando l’agenzia interinale Feihong Labor Dispatch dei lavoratori minorenni presenti sulle sue catene di montaggio.
Samsung, che questa volta si è rifiutata di confermare o smentire le accuse, ha emesso un comunicato stampa il giorno successivo al report di CLW. Qui si afferma che vista l’indagine condotta dall’ong newyorkese “Samsung ha deciso di sospendere temporaneamente gli affari con la fabbrica in questione” e che “se le indagini riveleranno che il fornitore ha davvero assunto minori illegalmente, Samsung sospenderà permanentemente i rapporti con essa”. Li Qiang, direttore esecutivo del CLW, ha affermato tramite comunicato stampa che “Il sistema di monitoraggio Samsung è inefficace e ha fallito nell’apportare miglioramenti per i lavoratori”. E ha aggiunto: “Quello che Samsung dichiara non è importante, sono invece importanti le loro azioni”.
[Scritto per Lettera43; foto credits: theverge.com]