Gazprom punta all’Asia e lo fa passando da Hong Kong. Il gigante energetico russo punta a quotarsi in borsa nell’ex colonia britannica.Si definiscono sempre di più i punti dell’accordo tra Cina e Russia sulle forniture di gas Oltre muraglia, firmato durante la visita di Vladimir Putin in Cina. La strategia asiatica di Gazprom passa da Hong Kong. Il gigante energetico russo punta a quotarsi sulla borsa dell’ex colonia britannica, un passo per rafforzare le propria presenza nel mercato del Far East e da molti considerato propedeutico all’ipotesi di accettare pagamenti in yuan nell’ambito del maxi-accordo per le forniture di gas alla Cina siglato a fine maggio nel corso della visita oltre Muraglia di Vladmir Putin.
Delle trattative con i regolatori di Hong Kong e delle aperture alla valuta cinese ha parlato ieri Andrei Kruglov. "Stiamo conducendo negoziati per la quotazione", ha spiegato il capo del dipartimento finanziario ed economico di Gazprom. La strategia guarda inoltre all’apertura di un corridoio di interconnessione tra le borse di Hong Kong e Shanghai, la cui realizzazione è stata avviata ad aprile, con all’orizzonte l’ipotesi della piena convertibilità dello yuan. Nel riposizionamento asiatico, Gazprom era approdata la scorsa settimana nella Singapore Stock Exchange.
Gli Adr del gruppo guidato dall’amministratore delegato Alexei Miller sono stati ammessi alla quotazione sul listino singaporiano, come già a Londra, a Berlino e a Francoforte e sul mercato Otc statunitense. Come sottolineato dalla stampa russa, la maggiore presenza sui mercati orientali ha l’obiettivo di far diventare Gazprom, le cui azioni sono scambiate sui listini di Mosca e di San Pietroburgo, più familiare nei confronti degli investitori cinesi e facilitare progetti come la realizzazione del gasdotto Sila Sibiri, infrastruttura fondamentale nel nell’ambito dell’accordo energetico siglato con Pechino.
Il contratto trentennale tra Gazprom e la Cnpc garantirà alla Repubblica Popolare 38 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Il valore dell’accordo è stimato in 400 miliardi di dollari. La scorsa settimana, il numero due della compagnia russa, Alexander Medvedev, aveva annunciato l’intesa per ricevere un anticipo di 25 miliardi di dollari nell’accordo quadro sulle forniture. Sebbene poco dopo la firma di maggio era sembrato chiaro che i pagamenti legati al contratto sarebbero stati in dollari, si fa ora strada l’ipotesi che i russi possano accettare anche yuan. Si tratta di un’ipotesi che sta via via prendendo corpo in Russia, anche per effetto delle sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea, in risposta alla crisi ucraina.
Lo stesso accordo tra Mosca e Pechino, che sposta verso oriente gli interessi energetici russi, rappresenta un nuovo sbocco per il gas della Federazione, mentre nel frattempo si moltiplicano le pressioni degli Stati Uniti affinché l’Europa diventi meno dipendente dalle forniture che arrivano da est. "In linea di principio siamo pronti a ricevere pagamenti in yuan e rubli; riteniamo che sia normale e che non ci siano rischi per Gazprom", ha spiegato Kruglov.
Nel frattempo, a stretto giro dalla firma dell’accordo con Omv per la costituzione della società di progetto South Stream e l’impegno impegnano a costruire la sezione austriaca del gasdotto, indiscrezioni riportate da Reuters segnalano un interessamento di Gazprom per la quota nella società austriaca ora in mano ad Abu Dhabi. Colloqui con l’International Petroleum Investment Co. sono già in corso per l’acquisto del 24,9% di Omv.
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