Nel sud dello Sri Lanka almeno tre persone sono morte in assalti di frange estremiste buddhiste contro i musulmani. Centinaia di migliaia di cambogiani sono in fuga dalla Thailandia, dopo il colpo di stato militare. In Corea del Sud, il primo ministro incaricato Moon chiede scusa per alcune uscite filo-giapponesi. SRI LANKA – Scontri tra musulmani e buddhisti
È di almeno tre morti il bilancio degli scontri nel sud dello Sri Lanka, con la comunità musulmana bersaglio degli assalti di frange estremiste buddhiste.
Almeno altre 78 persone sono rimaste ferite. I tre uomini sono stati colpiti durante una sparatoria attorno alla mezzanotte, dopo le tensioni nella serata. Nella città di Aluthgama, teatro ieri di una manifestazione buddhista, è stato imposto il coprifuoco, esteso anche a Bruwala.
I musulmani rappresentano circa il 10 per cento della popolazioni cingalese. Secondo testimoni citati dalla Bbc, la manifestazione è degenerata in assalti ai musulmani, picchiati e sbattuti fuori dagli autobus e le cui case sono state bersaglio di sassaiole.
THAILANDIA – Cambogiani in fuga
Sono oltre 120mila i cambogiani che hanno lasciato la Thailandia per timore che la giunta militare golpista che ha assunto il potere a Bangkok da alcune settimane realizzi il temuto giro di vite contro i lavoratori migranti di cui si vocifera da giorni.
I generali smentiscono, ma in Cambogia già ci si prepara ad accogliere il flusso e gestire la logistica del ritorno a casa di migliaia di persone, mentre il ministro cambogiano del lavoro ha già parlato di un prossimo programma per favorire l’occupazione.
In molti temono possibili interventi di Bangkok contro i lavoratori migranti. I cambogiani in Thailandia devono inoltre vedersela con i sospetti per i buoni rapporti che intercorrono tra Phnom Penh e il controverso ex primo ministro Thaksin Shinawatra.
COREA DEL SUD – Bufera sul primo ministro incaricato filo-giapponese
Il primo ministro incaricato, Moon Chang-keuk, ha chiesto ufficialmente scusa per un articolo scritto nel 2005 sulla questione delle "donne di conforto" dell’esercito giapponese durante la Seconda guerra mondiale.
Moon, ex giornalista, aveva scritto poco meno di 10 anni fa, che il Giappone non doveva scusarsi per il reclutamento e lo sfruttamento di centinaia di migliaia di donne negli anni tra il 1930 e il 1945 da parte dell’esercito imperiale. La questione da anni è oggetto di tensioni tra i governi di Tokyo e Seul
Il premier in pectore è inoltre accusato di aver sostenuto nel 2011 che l’occupazione giapponese in Corea tra il 1910 e il 1945 fosse “volere di Dio”.
Moon ha dichiarato oggi alla stampa di aver sentito l’urgenza di porgere le sue scuse a chi è stato "involontariamente" ferito dalle sue uscite.
Da quando il suo nome è stato fatto nell’ambito di un rimpasto di governo seguito all’incidente del traghetto Sewol, Moon è finito sotto pressione da parte dell’opinione pubblica per le sue visioni filo-giapponesi.
[Foto credit: colombotelegraph.com]