SINOLOGIE – Cina. Il web 2.0 e il caso Ai Weiwei

In by Simone

La tesi Il Web e la Cina nel contesto internazionale – Ostacoli e sviluppo attraverso il caso Ai Weiwei affronta lo sviluppo del web nella Repubbica popolare cinese e riporta l’esempio dell’impegno politico in rete durante il terremoto in Sichuan del 2008 e dell’artista, ormai considerato un dissidente dalle autorità, Ai Weiwei.
Negli ultimi anni il mondo della Rete ha riscosso un enorme successo, le cui ragioni principali sono da ricercare soprattutto nelle applicazioni da cui è costituito il cosiddetto Web 2.0. La seconda generazione di Internet infatti, nata e sviluppatasi a partire dai primi anni del Duemila, ha permesso un ulteriore e costante avvicinamento degli utenti alla Rete, ottenuto tramite varie applicazioni (quali ad esempio servizi di social network, siti wiki o che permettono la condivisione di foto e video, blog creati dagli utenti e molto altro), che hanno reso quest’ultima maggiormente interattiva, e non più in un certo senso statica com’era in passato.

Il Web è diventato in questo modo di utilizzo comune e quotidiano per un numero sempre maggiore di persone, andando ad influire costantemente nelle loro vite e in numerosi aspetti della società stessa. Fra i vari settori maggiormente coinvolti dalle trasformazioni portate dalla Rete, c’è sicuramente quello dell’informazione. In questo campo Internet ha in un certo senso modificato il modo in cui le persone vi si approcciano. Se infatti i canali di informazione tradizionali sono generalmente caratterizzati da una diffusione e da una trasmissione di tipo statico, quasi “calata dall’alto”, il Web fa in modo che i propri utenti possano non soltanto recepire le informazioni, ma anche farle proprie, gestirle, se non addirittura crearle e svilupparle. Con la Rete, cioè, gli utenti hanno la possibilità di diventare in qualche modo giornalisti ed editori, contribuendo alla creazione di contenuti messi poi a disposizione del pubblico.

Un mutamento d’approccio così forte ha implicato risvolti altrettanto significativi in termini di allargamento del confronto, di apertura di dialoghi e dibattiti, ma soprattutto ha portato determinate conseguenze all’interno di un ragionamento legato al grado di partecipazione ai processi decisionali. Pubblicando infatti articoli, video, foto, o affrontando tematiche generalmente ignorate dai media tradizionali (o trattate in maniera differente da essi), gli utenti sentono di poter prendere parte in prima persona a qualcosa da cui invece sono solitamente esclusi; questa percezione, inoltre, aumenta nel momento in cui proprio in Rete si creano comunità di persone che perseguono e discutono insieme di obiettivi ed argomenti in comune. In questo modo, l’interrelazione fra gli utenti può condurre ad un’effettiva collaborazione da cui si ottengono dei risultati che sono frutto della pluralità di piccole decisioni unite insieme fra loro.  E’ così che gli individui sul Web possono aumentare e migliorare la loro capacità di partecipazione ai processi decisionali.

Tale aspetto è sicuramente importante all’interno dei sistemi democratici, poiché i cittadini possono beneficiare di nuovi strumenti, che almeno in teoria permettono loro di incidere (o quantomeno di avere la percezione di poterlo fare) in modo più influente nelle decisioni prese dai loro rappresentanti; ma assume sicuramente più valore nei paesi non caratterizzati da sistemi politici di questo tipo, all’interno dei quali la totalità delle decisioni non scaturisce da processi di tipo consultivo, e dove quindi la partecipazione diretta della popolazione non è contemplata. Uno degli Stati maggiormente coinvolti dalle trasformazioni portate dal Web è sicuramente la Cina. Nazione estremamente controversa, essa rappresenta da qualche anno a questa parte una delle più forti potenze mondiali, che ha raggiunto una posizione quasi egemonica per quanto riguarda il settore economico (soprattutto in seguito alla politica di riforme ed apertura avviata in questo ambito a partire dai primi anni Ottanta).

Se però i provvedimenti presi in questa direzione hanno permesso al Paese di uscire dal regime di isolamento che lo aveva caratterizzato fino a quel momento, consentendo ad esso di poter competere con le altre potenze mondiali, proprio l’aver accorciato le distanze con queste ultime ha costretto il governo ad affrontare problematiche nuove per il Paese. Le politiche messe in atto hanno cioè consentito alla Cina di entrare a far parte del “mondo che conta”, ma questa nuova situazione ha implicato anche nuove responsabilità per la nazione, legate anche a tematiche che non hanno strettamente a che fare con aspetti di tipo economico e finanziario. L’apertura in questi settori infatti, non è stata seguita da una ulteriore in senso democratico, e ciò ha fatto sì che la Cina si trasformasse in uno dei Paesi maggiormente all’avanguardia in campo economico, ma che rimanesse ancora estremamente arretrata in termini di libertà di espressione, riconoscimento dei fondamentali diritti umani e partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.

Nel lungo periodo una situazione di questo genere risulta di non facile gestione e gli ultimi eventi lo dimostrano ampiamente. Se già infatti l’aver iniziato a competere con le altre forze internazionali ha portato la dirigenza cinese a dover affrontare questioni relative alle tematiche sopracitate, lo sviluppo ed il successo della Rete, ne ha quantomeno accelerato e intensificato gli effetti in seguito ad un sempre maggior confronto con gli altri Paesi. I cittadini cinesi, pur non potendo beneficiare di strumenti democratici che permettono loro di partecipare attivamente al sistema di governo del loro Paese, con Internet hanno avuto la possibilità di disporre di un canale che, almeno sulla carta, si presenta in qualità di fruitore di maggiori opportunità di partecipazione, nonché di critica e di confronto.

Attraverso l’elaborazione di questa tesi si intende illustrare il modo in cui il governo cinese ha recepito il mondo del Web, analizzandone i provvedimenti da esso applicati in questa direzione, e prendendo poi in esame le conseguenze che ne sono scaturite, che hanno a loro volta assunto un preciso valore, sia per quanto riguarda la politica e la gestione interna del Paese, sia per quanto riguarda la posizione di quest’ultimo all’interno della comunità internazionale. L’attenzione ricade inizialmente sull’approccio che il governo del Paese ha adottato nei confronti della Rete e delle questioni ad essa legate. Vengono perciò presentati da un lato i numerosi ed economicamente elevati investimenti statali messi in atto proprio in direzione di uno sviluppo di questo settore, inseriti in un contesto di competitività economica e capacità di affiancarsi alle altre potenze mondiali.

Dall’altro vengono illustrate le altrettanto ingenti misure restrittive applicate alla Rete, che rientrano all’interno di un ragionamento che si muove in virtù di un costante mantenimento e rafforzamento del potere, anche a costo di limitare in questo modo la libertà della cittadinanza stessa. In ultima analisi, si cercherà anche di osservare la reazione dei netizens cinesi in risposta alle politiche messe in atto dal governo, e gli innumerevoli e differenti tentativi compiuti da almeno una parte di essi, indirizzati verso il superamento delle barriere che caratterizzano il Web cinese. Per approfondire meglio gli effetti concreti scaturiti dall’orientamento scelto e portato avanti dalla dirigenza cinese, viene presentato il caso del terremoto del Sichuan del 2008. Il disastro naturale in questione ha visto infatti emergere a pieno le potenzialità della Rete in qualità di mezzo di comunicazione, ed in termini di circolazione di informazioni e organizzazione e gestione delle attività di soccorso necessarie in questo stato di emergenza.

Da questo punto di vista il governo ha ben saputo sfruttare e in un certo senso strumentalizzare la vicenda e lo stesso potere del Web. Questo infatti (e nello specifico i siti di informazione e i maggiori social network cinesi), è stato ampiamente utilizzato dalla popolazione, riuscendo così anche a compensare alle mancanze degli altri mezzi di comunicazione. Le autorità in questo modo hanno avuto a disposizione numerose informazioni fornite direttamente dai cittadini dell’area, che hanno permesso di ottenere risultati assolutamente positivi e utili alla gestione dell’emergenza. In questo senso è andata così a delinearsi un’immagine della Cina apparentemente forte e coesa, all’interno della quale i propri cittadini collaborano insieme con l’obiettivo principale di dar vita alla cosiddetta “Società Armoniosa”.

Al contempo però Internet è stato comunque oggetto di censura da parte dello Stato per quanto riguarda gli scandali suscitati in merito alla cosiddetta “Edilizia fatta di tofu”, prontamente soffocati dalle autorità. Esse infatti sarebbero state messe sotto accusa in seguito a questi scandali, rischiando così di mettere in crisi quell’immagine di nazione forte e incrollabile che riesce a risollevarsi in tempi brevi anche nei momenti di maggior difficoltà. Per poter prendere in considerazione e valutare gli effetti dei disegni di governo in questo ambito anche all’interno del contesto internazionale, viene infine introdotta la figura di Ai Weiwei, personalità di spicco del mondo dell’arte e della cultura cinese, che ha fatto della Rete il proprio principale canale di comunicazione, affrontando anche questioni che lo hanno messo in aperto contrasto con le autorità (fra cui anche alcune inerenti al terremoto del Sichuan).

In pochi anni infatti Ai Weiwei è passato da esser considerato un vero e proprio vanto nazionale (che per i propri meriti artistici presenta al mondo l’immagine di un Paese che consegue risultati importanti anche all’interno del contesto artistico e culturale), ad essere invece accusato di essere un nemico dello Stato in seguito alle sue forti prese di posizione in merito alle politiche adottate dal governo, in riferimento a tematiche inerenti alla libera circolazione delle informazioni e al riconoscimento della libertà di espressione all’interno del Paese. Ai Weiwei comunica, esprime le proprie idee, realizza progetti utilizzando la Rete (nello specifico il suo blog, quando era ancora attivo, e successivamente le maggiori piattaforme di microblogging, prima fra tutte Twitter) e questo suo comportamento non fa altro che “attirare il disaccordo” delle autorità, che infatti cercano in ogni modo di fermarlo, volendo impedire così che le sue idee raggiungano un numero sempre maggiore di persone. Osservando il comportamento tenuto da queste ultime nei confronti di Ai Weiwei, si intende delineare lo schema tradizionalmente seguito dalla dirigenza cinese quando si trova a trattare con coloro che vengono considerati dissidenti e nemici del Paese.

La presentazione di questo personaggio mira in conclusione ad evidenziare come il governo cinese non possa ormai più evitare di sottrarsi ai giudizi emessi dalla comunità internazionale in relazione alle politiche adottate. Queste ultime infatti, nonostante i continui accorgimenti presi con l’obiettivo di tenerle nascoste e lontane agli occhi del mondo, risultano ormai (anche grazie al Web ed alla sua capacità intrinseca di annullare le distanze spazio-temporali) costantemente al vaglio dell’attenzione mondiale, e per questo portano con sé il rischio di danneggiare l’immagine del Paese e la sua stessa capacità di mantenersi all’interno dei giochi di potere internazionali.

*Alice Masoni masoni.alice[@]gmail.com si è iscritta nel 2009 al corso di Laurea triennale in Mediazione Linguistica e Culturale presso l’Università per Stranieri di Siena, conseguendo il titolo nel 2013, con una votazione di 110 e lode. Attualmente è iscritta al primo anno del corso di Laurea Magistrale in Studi Internazionali presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa.

** Questa tesi è stata discussa presso l’università per Stranieri di Siena. Relatrice: prof.ssa Anna Di Toro; correlatore: prof. Massimiliano Tabusi.

[La foto di copertina è di Federica Festagallo]