Nel 2010, in occasione dei trent’anni della città di Shenzhen, il governo ha pubblicato un ambizioso e voluminoso testo che si intitola: “I dieci concetti migliori di Shenzhen”. Shenzhen, si legge nell’introduzione, “è la città che, intrecciando idee e pratiche quotidiane, ha saputo tradurre la teoria del socialismo con caratteristiche cinesi in affermazioni di valore". Gli slogan con cui si è costruito il mito fondativo della città simbolo della nuova Cina.
"Questi concetti sono la manifestazione concreta del zeitgeist e l’impronta vivida del programma di aperture e riforme. […] Dietro ognuno di essi c’è una storia memorabile. Sono il tributo a coloro i quali hanno costruito la città e allo stesso tempo la memoria collettiva del suo popolo”.
Ok si tratta di propaganda e, certo, noi non li chiameremo concetti ma slogan. Vale comunque la pena conoscere il mito fondativo di una città di appena trent’anni. Dei tanti slogan che si sono succeduti, il governo di Shenzhen ha scelto di ricordare questi.
1. Il tempo è denaro, l’efficienza è vita
Sebbene al momento non sembri nulla di speciale, questo è stato il primo slogan ad aver avuto origine a Shenzhen. Cartelloni con questa frase, rivoluzionaria per un paese appena uscito dal maoismo, sono stati più volte tirati giù dalle autorità fin quando Deng Xiaoping non lo pronunciò in un’occasione pubblica. Oggi quattro manifesti con questo slogan sono conservati nel Museo nazionale cinese
2. Le parole vuote mettono a repentaglio la nazione, il lavoro pratico porta prosperità
All’inizio dell’era delle riforme e aperture, Shenzhen era sulla bocca di tutti. C’era chi criticava e chi elogiava la città, ma gli abitanti di Shenzhen non erano abituati a tanta notorietà. Così ritirarono fuori questo antico motto e ne fecero un manifesto.
3. Osare diventare primi nel mondo
L’affermazione è il contrario della massima taoista “non osare essere primi nel mondo”. Shenzhen la adottò a seguito di un discorso di Deng Xiaoping che chiedeva agli abitanti di avere il coraggio dei pionieri. Il postulato è che il coraggio porta al successo.
4. Le riforme e l’innovazione sono le radici e l’anima di Shenzhen
È l’ossimoro di una città senza radici e, secondo molti, senz’anima. Il punto è che Shenzhen non ha avuto origine dalle riforme ma è stata costruita proprio a questo scopo. E sulle riforme costruisce oggi il suo futuro.
5. Far rispettare Shenzhen per l’entusiasmo dimostrato nella lettura
Per sconfiggere l’immagine di “deserto culturale” con cui veniva rappresentata, il governo locale si è impegnato a promuovere la lettura tra i suoi concittadini. Nel 2010 dopo aver organizzato per 12 anni consecutivi il mese della lettura si è candidata a capitale mondiale del libro per l’Unesco. Ovviamente non ha ottenuto il titolo, ma nel frattempo ha riempito la città di biblioteche self-service, un progetto che poi è stato esportato in altre metropoli della Cina.
6. L’innovazione è incoraggiata e gli sbagli sono tollerati
Questo è forse il motto che sta più a cuore alla popolazione di Shenzhen. In una città votata agli affari e al successo, l’innovazione è l’unica via per sfuggire alla trappola del reddito medio. E il fallimento fa parte del gioco.
7. Soddisfare i diritti culturali dei cittadini
È la naturale prosecuzione del punto 6. Shenzhen non vuole più essere conosciuta esclusivamente per il suo miracolo economico. Vuole offrire ai suoi cittadini qualcosa di più. Questa è la svolta politica che la città ha deciso di compiere. D’altronde la cultura favorisce l’integrazione e l’innovazione. Verrebbe da obiettare che la cultura non è propaganda.
8. La fragranza della rosa si trattiene nelle mani di chi la dona
Un motto lanciato dall’Associazione dei volontari di Shenzhen, la prima organizzazione di questo tipo che ottiene il beneplacito del governo in tutta la Repubblica popolare. Un altro modo per mostrare attenzione alle problematiche sociali di una città che si è sviluppata tanto rapidamente.
9. Shenzhen abbraccia il mondo
Come primo luogo dove sono state sperimentate le politiche di riforme e apertura, Shenzhen è nata con la responsabilità di accorciare le distanze tra la Repubblica popolare e il resto del mondo.
10. Appena arrivato, sei un abitante di Shenzhen
Il nuovo sogno di una nazione antica: chiunque arriva entra a parte del mito fondativo. Soprattutto se raggiunge il successo. Di esempi ce ne sono a bizzeffe. Ma Huateng è arrivato a Shenzhen a seguito della famiglia quando aveva 13 anni. Nel 1998, a 27 anni, ha messo su una piccola azienda di tecnologia informatica: Tencent. Oggi è al quarto posto nella lista dei miliardari cinese. WeChat, il sistema di messaggistica istantanea che ha inventato, ha 355 milioni utenti attivi al mese e già gareggia con il gigante dell’ecommerce Alibaba. E ancora Wang Shi, che è arrivato in città nel 1983 – a 32 anni – per supervisionare un commercio di mangime. Alla fine degli anni Novanta ha fondato Vanke e oggi, passati i sessant’anni, si trova a dirigere la più grande società immobiliare cinese.